venerdì 4 gennaio 2008

Titanic, colpa di una bottiglia infrangibile di Champagne


L’iceberg cercò di salvare il Titanic e non di affondarlo. Clamorose verità che iliubo, come sempre, riesce a dare in esclusiva. Lo scoop sul Titanic dopo accurate e complesse indagini durate anni, anni e anni degne del peggior 007 e del primissimo James Bond in fasce. Nuovi elementi hanno consentito di ricostruire esattamente la fantasiosa dinamica dell’affondamento dell’inaffondabile natante dopo la collisione con un iceberg. La nave da crociera più grande, più potente, più robusta, più capiente, più sicura, mai costruita nella storia è colata a picco per colpa di una bottiglia di champagne inaugurale. Il notiziario in tempi irreale di iliubo assolve da ogni accusa e riabilita pienamente il povero iceberg.
Sulla disgrazia sono stati scritti decine di libri, messo in scena musical, girato film. Famosa è la pellicola del regista James Cameron con interpreti Kate Winslet e Leonardo Di Caprio. Ma nessuno ha osato dire la verità sull’origine dell’origine dell'origine della causa causale scatenante responsabile del funesto avvenimento. Anzi tutti, all’unanimità, hanno incolpato il povero iceberg che non centra niente con l’affondamento.
Come anticipato nel precedente post nella risposta alla nostra inviata a Londra Samantha, tutto avvenne durante la cerimonia d’inaugurazione del Titanic. Per il varo, come si usa fare in questi casi come porta fortuna e anti-sfiga, si utilizzò una bottiglia di ottimo e costoso Champagne, il migliore in circolazione. I cerimonieri, però, fecero il fatale errore di acquistare Champagne contenuto in una bottiglia di vetro infrangibile a prova di bomba. Il recipiente, lanciato con gagliarda energia dalle autorità istituzionali dell’epoca, è andato a sbattere violentemente contro quello che poi si scoprì essere il punto debole della maestosa nave: il suo tallone di Achille. Il Titanic viaggiò così con un buco, una insignificante apertura che col passare dei giorni diventò una gigantesca falla. Il natante, nel suo primissimo viaggio, imbarcò acqua su acqua senza che nessuno se ne accorgesse. Ci pensò una montagna di ghiaccio, un enorme iceberg ad aprire gli occhi all'insonnolito equipaggio. Quell'iceberg, contro cui andò a urtare il Titanic, si è conficcato all'interno della falla, otturandola. Da quel momento la nave non imbarcò più acqua. La falla si era riparata dopo l’imprevisto incidente. Ma l'equipaggio, con l'aiuto delle migliaia di ospiti a bordo, credendo di fare il bene di tutto il Titanic, pensò bene di squagliare la montagna di ghiaccio con potentissime fiamme ossidriche ricavandone acqua fresca e cubetti di ghiaccio per coctail e liquori. L'iceberg, sciogliendosi, ha fatto colare a picco il celebrato Titanic.

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(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

giovedì 3 gennaio 2008

Contro il malocchio, toccati il "porta gioielli" anche se agnostico convinto


Non è vero, ma ci credo! Non ci credo ma è vero! Non è vero ma mi tocco ugualmente e con energia pressante i bassifondi vitali, rischiando l’impotenza e l’auto-sterilizzazione. L’irrazionalità, quando c’è di mezzo la superstizione, batte la razionalità, l’inconscio prevale sul conscio, l’angoscia si mette sotto la coscia. Siamo nati e cresciuti in un mondo di creduloni superstiziosi ed è inevitabile portarsi addosso gli influssi condizionanti di un’ignoranza storica diffusa. E allora anche se siamo convintissimi che la sfiga o i portatori di iella non esistano, compiamo lo stesso quel rituale magico "scaccia malocchio". Come suggerì nel suo capolavoro Peppino De Filippo: Non è vero... ma ci credo! Concetto completato poi dal genio di Salvatore Gioacchino Petrapapula: Non ci credo... ma è vero!
Quando siamo con amici e parenti ci capita di fare platealmente i superiori, di bollare come stupidi pregiudizi certe insensate credenze: il gatto nero che attraversa la strada, lo specchio rotto, il passare sotto una scala, lo spargere sale, essere 13 a tavola, trovarsi di venerdì 17, posare il pane sulla tavola capovolto, mettere i coltelli in croce, lasciare le scarpe capovolte, posare un cappello sul letto, tenere il cucchiaio con la mano sinistra, scendere dal letto dalla parte sinistra, versare olio, aprire un ombrello in casa, far cadere a terra un copione di un’opera teatrale. Poi, una volta solo, in privato, segretamente, anche se sei un miscredente dichiarato cominci a toccarti i gioielli di famiglia (leggi: generatori di umanità!), fai le corna con entrambe le mani, strappi i ferri di cavallo agli equini della fattoria del vicino, ti strofini addosso corni di finto corallo rosso comprati a quattro soldi dagli extracomunitari, ti aggrappi energicamente alle gibbosità di amici o amici degli amici gobbi. Sono semplici gesti, atti, riti scaramantici tratti dalla millenaria tradizione popolare che ti consentono di neutralizzare oggetti, fenomeni, animali o persone che vengono considerati portatori di sventura. Ognuno, inoltre, in modo fantasioso e creativo, si inventa personali scongiuri o esorcismi che, si pensa, possano avere un’influenza magica contro ogni forma di negatività: ad esempio porti sempre dietro il pacco di preservativi che avevi in tasca quando hai dato il tuo primo bacio o quando hai vinto un biglietto omaggio al cinema per assistere per un mese al tuo film porno preferito.
Il gesto dei gesti, l’atto scaramantico per eccellenza, il simbolo dei porta fortuna contro ogni tipo di maleficio, dicono i nostri affezionati lettori, è toccarsi sotto la vita, esattamente nell’intersezione tra gli arti inferiori di un essere umano di sesso maschile.
La paura prevale sulla ragione. Siamo dominati, condizionati da un’ignoranza accecante. Viva comunque la scaramanzia se ci fa star bene, se ci rende ricchi, se ci rende inattaccabili, imperforabili, immortali, se ci trasforma in Superman e Superwoman!
Maghi, maghetti, cartomanti, fattucchiere, streghe, indovini, lettori di fondi di tazzine di caffè, interpreti di tazze del the, decodificatori di residui nei boccali di birra, sapienti traduttori delle chiaroscurali chiazze di calcare rimaste sulle pareti del w.c., svolgono a loro dire un utilissimo servizio sociale per dare la necessaria luce al nostro lato oscuro.
La scaramanzia, dunque, per dare vita alla non vita! Ma, purtroppo, a sentire il critico, saggista, scrittore e semiologo, Umberto Eco, non sembra essere così. Secondo il celebre autore de “Il nome della Rosa” e il pensatore della Rosa di Nome: La superstizione porta sfortuna! Utilizzando una colorita espressione del siciliano colto: O cu li cricchi o cu li crocchi semu ‘nmezzu a merda (o così o pomì siamo spacciati, in mezzo alla cacchina n.d.r.).

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)
Per approfondimenti sull’argomento, per il vostro benessere e buon umore, vi consigliamo vivamente di leggere uno dei divertenti capitoli dell’atteso “Ti tocca anche se ti tocchi”, l’opera di satira e umorismo che ci ha annunciato come prossima uscita l’autore Raimondo Moncada (agrigentino purosangue come Pirandello, Sciascia, Camilleri, Petrapapula) su cui già alcuni responsabili di prestigiose Case Editrici hanno messo gli occhi, restando ciechi dalla contentezza.


martedì 1 gennaio 2008

Botte di capodanno, brutale rito italiano che fa male ma che porta fortuna


Prime botte di capodanno. Come ogni anno in Italia è strage. Ecco il tragico bilancio della notte più folle del primo gennaio 2008: 56 milioni di contusi gravi, tanti quanti sono gli abitanti del Belpaese. Tanti! Troppi! E c’è già chi propone l’abolizione per legge di quella che viene definita una tradizione arcaica, un’usanza di fine anno dell’età della pietra, un rito sacrificale barbaro.
Tra la fine dell’anno e l’inizio del nuovo si usa in Italia festeggiare prendendosi a botte, a differenza di tutti gli altri paesi del mondo dove vige l’usanza dei botti.
In Italia fino a qualche anno fa si festeggiava pure così, facendo scoppiare petardi e tra un petardo e un altro ci si faceva scappare anche qualche fucilata, qualche cannonata, qualche lancio di bomba a mano (non c’era occasione migliore per i regolamenti di conti: per togliere di mezzo nemici, antipatici e fedigrafi). Era una guerra combattuta casa per casa, vicoli vicoli, piazza per piazza, scala per scala, fogna per fogna: una guerra di merda!
Ma quando sono cominciati i primi funesti bollettini con migliaia di morti, feriti e mutilati, qualche genio italico sadomasochista ha pensato bene di sostituire questa brutale usanza con le più economiche, affettuose e naturali botte di famiglia. I primi anni è andata bene. Ai Pronto Soccorsi non si è presentato neanche un ferito con il personale sanitario che si è permesso di giocare la notte al medico e all’infermiera.
Purtroppo, col passar del tempo, ci siamo fatti prendere la mano e uno schiaffo dietro l’altro è finito a schifìo. A forza di botte, il popolo italiano, nel giro di pochissimi lustri, è diventato di carnagione nera. Per i festeggiamenti di capodanno si tirano ciampatuna che è un piacere (“ciampatuna” è un termine del siciliano colto che riassume magnificamente in un’unica espressione il dolore di ripetuti: ceffoni, legnate, sganassoni, sberle, randellate, scapaccioni, pugni e percosse). Per la credenza popolare, più colpisci e più fortuna hai, più ti fai picchiare e più fortuna porti! Si fa a gara! E se non colpisci l’amico o il parente ci restano pure male.
Gli ospedali, nella notte di capodanno, sono stracolmi di persone contuse, lesionate, disarticolate, sbrindellate, con lividoni da far spavento. Anche per questo capodanno i nosocomi hanno fatto registrare il tutto esaurito. I ricoverati ululano per il dolore lancinante però, sotto sotto, sono molto contenti e soddisfatti del risultato. Saranno sì traumatizzati e segnati per tutta la vita ma, secondo la buona tradizione italiana, saranno le persone più fortunate del 2008!

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

Nella foto il classico “numero cinque”, simbolo del ciampatone siciliano (schiaffo a piene mani o a cinque dita!)

lunedì 31 dicembre 2007

Resuscitare Hitler e zanzare, i desideri per l'anno che verrà



Un bilancio per i dodici mesi appena trascorsi, un elenco di desideri per l’anno che verrà. Ecco uno dei più gettonati riti magici e scaramantici di fine anno a cui neanche Iliubo si sottrae a poche ore dall’addio al 2007 e a pochissimi minuti dal benvenuto al 2008.
Di seguito una lista sintetica di auspici, sogni, obiettivi, scopi, scope, stilata dal blog dell’anno per l’anno che sta per abbracciarci.


- Sorridere a crepapelle (mi dispiace tanto per la pelle!)
- Ammutolire i rompipalle (senza colpi sulle palle)
- Dare potenza agli impotenti (distribuendo gratis protesi genitali)
- Pacificare il mondo col solletico alle ascelle
- Rendere mansueti i lupi e aggressivi gli agnelli
- Pubblicare un libro di minchiate ogni settimana
- Morire e rinascere migliore (anche con più capelli e meno peli sul corpo)
- Resuscitare le mosche e le zanzare barbaramente assassinate dai micidiali e inquinanti Ddt e riucciderli con prodotti eco-compatibili
- Resuscitare Hitler riportando in vita i milioni di vittime innocenti del diavolo del Terzo Reich. Quindi disporre tutte le vittime a cerchi concentrici e al centro collocare Hitler.
- Rendere ridicoli dittatori, arroganti, prepotenti
- Riuscire a fare ridere i polli
- Affrancare gli schiavi (non nel senso di spedirli per posta!)
- Arricchire i poveri di spirito e di denari
- Svuotare il cervello di cacca mentale
- Acculturare l’ignoranza
- Intervistare Dio per sapere qual è la sua opinione su religioni e fanatici
- Scrivere best seller di bestie e di selle
- Comporre una canzone demenziale che diventi la colonna sonora della vita di tutti i cittadini del mondo
- Salvare il buco dell’Ozono dall'allargamento
- Vedere la mia Sicilia diventare il nord del mondo
- Far circolare muli, asini e cammelli come mezzi di locomozione
- Fare un terno al lotto e un tredici al totocalcio e devolvere l’intero ricavato a me stesso
- Recuperare il tempo perduto non sprecando più il tempo che mi rimane da vivere
- Mettere in produzione le auto ad acqua e a urina
- Camminare a testa in giù per dimostrare all’umanità che la testa mi cammina
- Dare la parola ai muti
- Dare l’udito ai sordi
- Diventare poliglotta per conoscere e avere tante lingue
- Togliere la parola a chi parla troppo e a vanvera senza rispetto per l’interlocutore
- Togliere le orecchie a chi non vuol sentire
- Produrre scarpe volanti con alabarde spaziali
- Riportare in vita Goldrake e Mazinga Z per difendere gli indifesi
- lavorare senza faticare e faticare riposando
- Diventare ricco di idee geniali e sorprendenti come un pugno in mezzo ai denti
- Far l’amore almeno 8 volte al giorno, tutti i giorni per 365 giorni l’anno (all’alba per svegliarsi, al mattino per alzarsi, a colazione per carburare, a metà mattinata come pausa lavoro, dopo pranzo per digerire, dopo cena per rilassarsi, appena coricati per addormentarsi, nel cuore della notte per trasgredire)

Buon anno a tutti gli amici e fratelli iliubari del mondo!

Iliubo

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domenica 30 dicembre 2007

Scioperano anche i cani da slitta, strali contro i bastardi rimasti a casa


Si allarga la protesta nel mondo dei trasporti terrestri che solo il notiziario in tempo irreale del cliccatissimo blog di iliubo sta seguendo passo dopo passo per tutto il mondo. Sarà un dicembre terribile per chi viaggia e va in vacanza. I cani da slitta hanno aderito allo sciopero di fine anno proclamato dalla sigla sindacale Sin.Ca.Dro. (Sindacato dei Cammelli e Dromedari). “Non ne possiamo più – dichiara Bau Bob, leader del sindacato di categoria Si.Uni.Ca.In. il Sindacato Unitario dei Cani Incazzati – di sobbarcarci soprattutto il trasporto di tanti pesanti Babbi Natale e di tonnellate e tonnellate di regali da ogni parte del mondo per poche scodelle di cibo in ricompensa. Vogliamo rivedere contratti vecchi di millenni e stabilire una volta e per tutte a chi spetta il traino delle slitte di Natale. Non è possibile fare la fame per undici mesi e mezzo all’anno e romperci lo schino solo per un paio di giorni a dicembre per il trasporto di vecchi e ingrassati Babbi Natale e carichi di montagne di doni da trasportare in ogni dove per fare contenti i bambini. Vogliamo la Cassa Integrazione Speciale, l’attivazione degli Ammortizzatori Sociali, la stabilizzazione del precariato, tredicesime e quattordicesime più pesanti. Ed inoltre slitte più leggere, ferie prolungate, mance ritoccate, straordinari da godere”. Alla protesta del Si.Ca.In. ha aderito il Si.Atto.Ca. (Sindacato degli Attori Cani). “I legittimi rappresentanti del teatro fatto con i piedi – dichiara il segretario Rot Vailer – sono completamente solidali con i nostri amici a quattro zampe. Noi abbaiamo con senso artistico provocando sincero dolore in tutti i teatri del mondo con cachet da fare pena ma loro latrano faticosamente in tutte le strade celesti per far divertire i piccoli e rendere felici le famiglie. E poi quanta fatica a entrare nelle case con quei caminetti così stretti. Molti Babbi di Natale soffrono di claustrofobia e impazziscono per recare un dono al legittimo destinatario”. La Orgasm, l’organismo mondiale a tutela dei regali di Natale, ha diffuso una dura nota stampa di “netta contrarietà allo sciopero dei cani da slitta”. “Non sono ammissibili simili proteste a ridosso di feste così importanti – dice Peni Insulare –. I cani si comportino da animali fedeli e la smettano di pretendere l’impossibile”. A sostegno dell’Orgasm, è intervenuta la Asso.Li.Abba.Te.Li. L’Associazione Liberi Abbaiatori dei Teatri Lirici, in un documento, sottolinea che l’organismo è la prima volta che alza la voce per quella che definisce una “protesta sbagliata nel metodo e nel merito”. "Ci si poteva limitare - aggiungono - a un ululato collettivo continuo e stordente". Sulla protesta è intervenuto, infine, il Si.Que.Che.Si.Fa.U.Cu.Co., il Sindacato di Quelli Che si Fanno Un Culo Così. Il Si.Que.Che.Si.Fa.U.Cu.Co. si dice pronto a mettere in pratica il F.U.C.C. (“fare un culo così”, n.d.r.) nei confronti di “quei bastardi che non aderiranno alla protesta dei cani da slitta”.


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Nella foto in alto, Alan Menefotto, un bastardo crumiro che è rimasto a casa a spolparsi, al calduccio del camino, le ossicina della carne di porco e di agnello rimaste dai cenoni dei primi sette capodanni del Duemila

Sciopero dei cammelli, a rischio le vacanze di fine anno di milioni di italiani per la paralisi dei trasporti


Fine anno difficile, irto di insidie e disagi nel trasporto pubblico e privato. Il Sin.ca.dro, il Sindacato dei Cammelli e Dromedari, ha deciso che lo sciopero della categoria proseguirà anche nei giorni 30 e 31 dicembre 2007. Possibile un ulteriore allungamento per capodanno e l'Epifania.
La protesta, com'era prevedibile, ha gettato nel panico milioni di italiani in procinto di partire per le vacanze di fine anno e, in particolare, chi aveva già prenotato un viaggio nel deserto a dorso degli irrinunciabili camelidi.
Lo sciopero potrebbe allargarsi ai muli e agli asini, unici mezzi di locomozione in una Sicilia equinadipendente dopo avere colpevolmente abbandonato le Ferrari e le Maserati.
I somari delle scuole in queste ore sono riuniti in assemblea per decidere il da farsi. Se si fermano pure i somari, l’Italia rischia seriamente la paralisi totale.
“L’agitazione – afferma Kara Cammella, responsabile nazionale del Sin.ca.dro - ha registrato un'adesione pressoché totale a conferma di uno stato di reale malessere e esasperazione della categoria".
Secondo le organizzazioni sindacali, solo in Italia, sono scesi in piazza 700 milioni di manifestanti. Secondo fonti della Questura, che ha fatto alzare in volo centinaia di migliaia di elicotteri per tenere sotto controllo la situazione, di manifestanti finora se ne contano solo 7: la leader sindacale, tre vecchi cammelli e tre dromedari sciancati. Dove siano i restanti 693 protestanti non è dato sapere.
La categoria chiede al governo agevolazioni fiscali, l’eliminazione delle accise sull’acqua e mulattiere più moderne. Il caro euro, sostengono, rischia di azzoppare per sempre il settore del trasporto a zampa.
L’agitazione sta paralizzando la penisola dalle Alpi al Villaggio Mosè, da Milano a Montallegro, da Venezia a Ribera, da Bolzano a Sciacca, da Raffadali a Santa Elisabetta. I manifestanti hanno bloccato i caselli autostradali, le stazioni ferroviarie, gli imbarcaderi. A rischio ci sono non solo le vacanze di fine anno di milioni di migliaia di italiani, ma anche l'approvvigionamento di carburanti, acqua potabile, acqua inquinata, alimentari freschi e avariati, in particolare carne, frutta e verdura.
La Commissione di garanzia sugli scioperi considera irregolare lo stop perché non rispetta l'intervallo minimo di 10 giorni. E' stata segnalata anche la concomitanza dell'interruzione dei servizi pubblici alternativi come il trasporto spaziale, quello aereo e ferroviario.
L’italiano trascorrerà non solo il capodanno a casa ma lo trascorrerà senza né cena né cenone: a pedi e mortudifami! come direbbe un insigne accademico della Crusca.

Iliubo

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Nell’immagine in alto, scattata dalla fotografa londinese Samantha Capitano, uno dei manifestanti in un posto di blocco
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