mercoledì 31 dicembre 2008

Il 2009 sarà l'anno dei porci


L’anno che verrà sarà il migliore di tutti. Non si lavorerà più. Non si avrà più l’assillo di depositare soldi in banca. Non si produrranno più auto. Non ci saranno più le industrie a inquinarci l’aria. Saremo tutti contenti e felici nel 2009. Avremo tutto il tempo che vogliamo da dedicare al sesso, perno del vecchio come del nuovo mondo. L’amore è stato il nostro passato e sarà pure il nostro futuro. L’eros fornirà, dunque, passatempo e occupazione a miliardi di persone. Ci saranno grandissimi risparmi per le famiglie, per tante coppie che, grazie a rapporti sessuali ininterrotti, non avranno più bisogno di costosi riscaldamenti domestici.
Queste sono le nostre previsioni alla fine di una settimana piena di previsioni: meteorologiche, astrologiche, metafisiche, filosofiche, economiche, occupazionali, bancarottologiche. Tutti i previsiologi a sbizzarrirsi per anticipare gli eventi che accadranno nei dodici mesi che ci attendono. E quante previsioni, una diversa dall’altra. In un canale tv, un astrologo ha previsto per il mio segno, il Pesci, un nuovo amore per il Natale del 2009 facendo incazzare mia moglie che dovrà aspettare ben 11 mesi e mezzo per vedersi tradita. In un altro canale televisivo, al segno del Pesci, un esperto ha dato un amore per ogni mese facendo confondere mia moglie (non sapeva se ingelosirsi per l’atteso tradimento della fine dell’anno entrante o cominciare a spaccarmi i bastoni dei pecorai in testa già a cominciare da domani, primo gennaio, per il tradimento che dovrà consumarsi, secondo le previsioni astrofisiologiche, entro i prossimi 31 giorni).
In chiusura di un tormentato 2008, c’è da farsi ibernare, mummificare o farsi strappare le orecchie e l’udito per non sentire più le contraddittorie previsioni di esperti riconosciuti, onorati, celebrati, intervistati, supinati, titolati con master in espertologia alla prestigiosa Spertology University of Condom. Non ci stiamo capendo più nulla.
Ci sono esperti sociologi, economisti, borsisti, borsellinisti, baristi, camionisti, religiosisti, diportisti, che la pensano ognuno a modo proprio a seconda della diversa scuola di pensiero. Ce ne sono alcuni che prevedono un futuro catastrofico ed esperti che, invece, vedono un futuro roseo, di cambiamenti positivi. Alcuni che ti lasciano tua moglie anche per il 2009, altri che te la sostituiscono con 12, 24, addirittura con centinaia di donne diverse a settimana. E che è?

Trovi esperti che sono come i maghi, i cartomanti, gli astrologi, gli interpreti dello sporco lasciato dal caffè nelle tazzine. Alla fine dell’anno, centinaia di migliaia di preveggenti ti predicono il futuro, con estrema sicurezza, con estrema precisione, con estrema convinzione. E fate questo, e fate quello, e fate quest’altro. Ognuno con la sua scienza, ognuno con la sua sicumera. “Il 2009 sarà l’anno del porco” ci dice il primo sommo veggente. “Il nuovo anno sarà invece l’anno dello scarafaggio” gli risponde il secondo. “Nel nuovo anno cammineremo tutti a piedi pestando gli scarafaggi e dando pedate ai porci” replica ad ambedue il terzo. “L’anno entrante – ribatte il quarto – avremo ognuno dieci auto a testa, e con dieci auto a testa elimineremo chi schiaccia gli amati porci che a fine anno per i cenoni danno da mangiare al mondo intiero”.
Insomma, per il 2009 bla bla bla, bla bla bla, bla bla bla….
Sono sicuro che sarà comunque l’anno dei porci. E che ci dovremo adeguare tutti.
Io il mio futuro me lo vivo alla giornata con ottimismo e positività.
Felice anno nuovo.

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com”)
Il porco della foto è tratto dall'enciclopedia gratuita on-line Wikipedia.

venerdì 26 dicembre 2008

Scimmie al governo della terra


Le formiche possono trasformarsi in guru. I pidocchi possono nascondere il segreto dell'esistenza. I rifiuti possono emanare profumo paradisiaco. Le scimmie possono governare il pianeta. Infinite possibilità che non riconosciamo come tali perché ci fermiamo all'apparenza, perché ci è più facile accettare quello che ci viene propinato come vero e come plausibile da altri.
Il mondo, intanto, si sta fermando, si sta arrugginendo, dopo miliardi di anni di girare attorno a se stesso, al sole e al'universo. Ma possiamo farlo ripartire più velocemente di prima, senza farlo scardinare dal suo sbrindellato asse. Dobbiamo solo porci le domande giuste per trovare le risposte illuminanti che cerchiamo

Cominciamo col chiederci: cosa volere di più dalla vita?
- Lu cani! Mi ha risposto un pastore al cui gregge mancava un animale.
- Una vacanza alle Maldive! Mi ha confessato un mendicante stanco a chiedere l’elemosina a fine anno.
- Una città pulita! Mi ha detto un netturbino.
- Un digestivo! Mi ha gridato un malfamato.
- Un peccatore! Mi ha supplicato un religioso annoiato di stare in paradiso.
- Un amante! Mi ha pregato Eva dopo avere litigato con Adamo.
- Un software per la testa! Mi ha chiesto un incallito ignorante.
- Vincere un gran premio di Formula Uno! Mi ha riferito una tartaruga.
- Una moglie gigante! Mi ha piagnucolato un nano.
- La pace! Mi ha sussurrato un guerrafondaio.
- Un mondo nuovo! Mi ha supplicato l’umanità intera dopo avere distrutto il pianeta terra.
- Silenzio! Ha ordinato il Divino alle assordanti prediche di tanti falsi predicatori e alle tediose preghiere di tanti finti bisognosi.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)
La foto è tratta dall'enciclopedia gratuita online WIKIPEDIA

lunedì 15 dicembre 2008

Premio "Ganduscio", tromba per la pace


Premi per la pace, per i migliori inni alla concordia e alla fratellanza, per le più belle bestemmie contro la violenza e la prevaricazione. Si conclude con i botti di fine anno, con il clangore stordente di trombe, la seconda edizione delPremio “Ganduscio” 2008 di Ribera. Tra i vincitori tanti poeti e scrittori agrigentini più o meno conosciuti, più o meno ignoti, più o meno fantasmi, più o meno celeberrimi, più o meno. Nell'elenco non c’è Bush e neanche Obama, non c’è Sarkosy e neanche quella bonazza della moglie Carla Bruni. Ma ci sono tanti volti sconosciuti che riescono a farsi ammirare con la bellezza del verso, con l’estetica del sentimento, con la carezza della parola.
La cerimonia di consegna dei riconoscimenti alle migliori opere partecipanti alla II edizione del premio Nazionale di Poesia "Giuseppe Ganduscio, una poesia per la pace" si terrà il 20 dicembre 2008, sabato, alle ore 17,30 nella Sala consiliare "Leonardo Frenna" del Comune di Ribera.

Sarà l’occasione per conoscere in faccia il volto in carne e ossa di tanti poeti sconosciuti, per ascoltare dalla loro viva voce i brividi delle poesie vincitrici. E sarà l'occasione per conoscere meglio la vita e le opere di un riberese illustre, Giuseppe Ganduscio appunto.
L'iniziativa è promossa dall'associazione "Amici della Terza età - Auser" di Ribera.
E' prevista la presenza del Presidente nazionale dell'Auser Michele Mangano, di quello regionale Giuseppe Caruana, di quella provinciale Paola Sardella, di quella locale Bruna Branchini Palminteri, del Responsabile regionale delle Università popolari della Terza età Salvatore Di Marco, del sindaco di Ribera Antonino Scaturro, del vice presidente provinciale Carmelo Pace.

Questi i vincitori del premio nazionale “Giuseppe Ganduscio, una poesia per la pace” seconda edizione promosso dall’Associazione “Amici della Terza età - Auser” di Ribera”.

Sezione poesia in lingua sul tema della “pace”:

1) Mariangela Croce – Sciacca (“Il disertore”)
2) Annalisa Pasqualetto – Mestre Venezia (“Il poeta di Natale”)
3) Non assegnato



Sezione poesia in lingua a tema libero:

1) Pietro Catalano – Roma (“Oltre il recinto”)
2) Marco Managò – Roma (“La guerra dei normali”)
3) Raimondo Moncada – Ribera (“La voce che conquista”)

Segnalazione per Antonio Scarpone – Galdo degli Alburni (Sa) (“Voglia di vivere”) e Nadia Turriziani –Taranto (“Il gabbiano”).


Sezione poesia in dialetto sul tema della “pace”:

1) Salvatore Butticè – Favara (“Unni s’ammuccià l’amuri”)
2) Giuseppe Cannata – Ribera (“Appellu di paci”).
3) Non assegnato

Segnalazione per Giuseppe Cannata – Ribera (“Poveri vecchi”).


Sezione poesia in dialetto a tema libero:

1) Stella Cammilleri – Agrigento (“Sulu pi ttìa”)
2) Giorgio Li Vigni – Palermo (“A ddà bbanna d’u mari”)
3) Rosetta Vacante – Calamonaci (“La gita di cummari Marannina”)

La giuria era composta da: Anna Lucia Spagnolo, Mimmo Marchetta, Roberto Piparo, Concetta Guarnaccia Montalbano e Gaetano Schillaci.

mercoledì 10 dicembre 2008

Sos: date una mano se non l'avete mozzata

La marea di internet ha trascinato nelle rive del mondo di iliubo una bottiglia con un messaggio di aiuto scritto da un giovane studente di Architettura di Milano: Augusto Ottolina. Pubblichiamo il testo integralmente nella speranza che chi può dare una mano (se non l’ha mozzata o l'ha già venduta al mercato nero dei ricambi umani!) è bene accetto. Oltre a un disperato S.O.S., il messaggio contiene dei complimenti per l’architetto Federico Moncada, siciliano di Agrigento trasferitosi con il cervello a Londra assieme al cervello della moglie Samantha. La vera storia dei due cervelli siciliani in fuga dalla Trinacria è stata raccontata in un precedente post di questo blog. Ed è da questo blog che il nostro amico Augusto Ottolina ha conosciuto e ammirato le gesta dei nostri eroi.

Ecco il testo di Augusto Ottolina
Scrivo a questo link nella speranza di ottenere aiutooooooo!Sono Augusto, uno studente di architettura del Politecnico di Milano.....La mia per l'università è una vocazione tardiva ....Mi sono iscritto a 33 anni suonati ad architettura dopo essermi occupato per 15 anni ( ,,,e spero anche di continuare ) di video, scenografie realizzate con multivisioni, post-produzioni ecc ecc.....Ora sono a pochi esami dalla laurea magistrale (....spero di riuscirci...) e per uno degli esami ho bisogno di informazioni e materiale su una delle opere di architettura che mi piace di più... Essex College ......con bar a forma di fungo e auditorium a forma d'uovo.Dovrei tentare ( x imparare ad usare il sw Rhinoceos......) di rimodellare....ma non trovo documentazione, non una sezione non una misura.Sono molto innamorato del progetto ma se non trovo riferimenti devo abbandonare l'idea......Il corso si chiama “Geometria dei Modelli” e mi piacerebbe poter perseguire l'idea di fare non solo il modello ma di renderlo animato ( farci un filmato che monterei con Avid e Finalcut sw che già da anni uso per altri motivi succedanei all'architettura....)Qualcuno può aiutarmi???Cercando in internet ho letto una storia che mi piace molto.La storia di uno che insiste come me per ottenere dalla vita qualcosa in più di quello che le carte in tavola vorrebbero per lui! Allora complimenti Architetto Federico Moncada: esiste ancora qualcuno con le palle! Spero nel futuro di poterlo conoscere!Nella speranza di avere una risposta saluto tutti con il mio motto: " Boia chi molla!"

Augusto Ottolina
augusto.ottolina@tiscali.it

sabato 6 dicembre 2008

Lecca lecca scaccia crisi


Oggi ho preso i soldi che avevo in tasca e li ho spesi tutti, fino all’ultimo centesimo. Mi sono comprato giusto giusto un lecca-lecca e ho cercato di trovare di nuovo il gusto genuino per la vita, a cominciare dalle cose semplici. Con tono austero e aulico mi sono detto: ma vaffanc… ai morsi della crisi economica, alle gangate del crac finanziario, all’umor nero del futuro, al bla bla bla allarmistico dei tanti esperti espertiani con master e super lauree che oramai ascolto toccandomi con il ripasso la borsa paterna.
C’è troppo pessimismo in giro e per giunta contagiante. È come se dovesse arrivare la fine del mondo, la biblica apocalisse. Non si può più seguire un telegiornale, né sfogliare un giornale. Non si possono più frequentare i negozi che tra l'altro sono vuoti. L’altro giorno sono stato dal barbiere per dare un’accorciatina ai pochi capelli rimasti solidaristicamente abbarbicati al cuoio capelluto. Il barbiere era seduto sulla sedia clienti a grattarsi la testa e non per problemi di pediculosi. Si è parlato per tutto il tempo della desolazione novembrina nelle vie commerciali illuminate di povertà. Sono andato poi in un negozio di calzature a cambiarmi le scarpe spellate e con belle aperture per l'aria condizionata. Lo scarpaio si lamentava degli affari che stanno andando male e delle tante scarpe che gli rimarranno sullo stomaco. La gente preferisce imitare San Francesco e camminare scalza e a piedi. Non prende più la macchina, lasciata in garage a fare la muffa. Ai distributori di benzina è iniziata la svendita dei carburanti con in regalo taniche di benzina agricola. Nei concessionari di automobili trovi i rivenditori che ti pregano per prenderti a costo zero l’ultimo modello di spider che non vuole nessuno neanche regalato. Le persone, se proprio è necessario, si fanno prestare la Fiat 850 con cui il nonno, 40 anni fa, si allontanava a spinta a fare fare la spesa dal vicino di casa.
C’è troppa sfiducia in giro. C’è troppa pubblicità e auto pubblicità negativa. C’è il passaparola della sfiga e dell’umor nero. C’è una sorta di auto convincimento che le cose vanno male e che andranno ancora peggio. C’è una contrazione economico-psicologica. E, in una società universalmente impostata sul consumismo capitalistico, sul concetto che se tu non compri io non lavoro e se io non lavoro non faccio lavorare e se io non faccio lavorare finirai con morire di fame anche tu, è la catastrofe. Chi ha dei soldi da spendere li deve spendere anche per il superfluo, anche per il voluttuario, anche per la carta igienica con la filigrana d’argento, pensando che quei soldi saranno spesi bene e serviranno alla causa dell’umana umanità. Chi spende dà felicità. Non importa quanto si spende, l’importante è spendere marxianamente secondo le proprie capacità.
Oggi ho compiuto la mia buona azione. Ho svuotato la tasca forata dei miei pantaloni di battaglia quotidiana. Ho contato 70 centesimi di euro. Con l’elemosina degli ultimi mesi, ho aggiunto altre 7 euro e 30 centesimi e mi sono comprato un bel lecca lecca colorato, a tre gusti (dieci euro di lecca lecca: è diventata cara la vita di oggi! Ma pazienza, lecco con più gusto).

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

venerdì 21 novembre 2008

Un Natale da poveri ricchi


Natale 2008 sarà più ricco che mai. Il mondo, tutto il mondo cristiano, si prepara ad affrontare la principale delle ricorrenze religiose con animo finalmente consono. Saremo tutti ricchi di spirito, tanto più ricchi rispetto ai Natali trascorsi in quanto più poveri. Più siamo poveri e più partecipiamo al senso più profondo della festa di fine anno che poi è l’inizio, il principio di ogni vita. Meno soldi e più felicità, meno attaccamento al dio denaro e più leggerezza. La mente non avrà la frenesia di pensare a cosa comprare, a quali doni regalare al babbo, al nonno, alla zia, alla mamma, alla nonna. Non avremo il peso in testa a come spendere i soldi. È una fortuna. I soldi ci procurano solo preoccupazioni, solo pensieri. Tanti soldi in tasca vogliono dire tanti negozi da visitare, tante centri commerciali da pernottare. Senza soldi passeggeremo gaudenti, godendoci le luci spente delle vetrine, il sorriso riposato delle commesse rilassate su sedie straio dietro i banconi, l’oscuro silenzio dei viali del centro. Sarà un fine anno di spirito, con gli alberi di natale senza palle, con i presepi senza statuine di porcellana artistica, senza pranzi da porcelloni naif. Restituiremo alla festa il suo significato originario.
Dobbiamo sentirci felici nella povertà materiale, scoprendo nella povertà materiale la ricchezza spirituale, il nostro essere vero, profondo, autentico. Ma c’è povertà e povertà. C’è chi ritrova se stesso nella povertà. San Francesco ha fatto scuola pur non frequentandola. Per i monaci zen, la povertà è la via per ritrovare se stessi e il senso della vita. C’è chi nella povertà trova soltanto la disperazione, la fame, l’inoperosità, la perdita della dignità (in questi giorni davanti a un supermercato ho visto un ragazzo ventenne che chiedeva l’elemosina con una radiolina accesa e un cartello con su scritto: domani è il mio compleanno). Non è facile essere ricchi nella ricchezza così come non è facile essere ricchi nella povertà. Ma si può essere poveri nella ricchezza e poveri nella povertà. I soldi, insomma, non fanno la felicità così come la mancanza di denari non fanno l’infelicità. È come ci poniamo con noi stessi e con gli altri a farci sentire bene. Come reagirebbe un sovrano se decidesse di camminare scalzo e con degli stracci addosso per le vie della capitale del suo regno? Come reagirebbe un papa se decidesse un giorno di uscire tra la gran massa di fedeli solo con una maglietta a maniche corte e lo slogan: si sta da dio? Come reagiremmo tutti noi se decidessimo di spogliarci di tutti i nostri ornamenti e di uscire solo con i nostri ciondoli? E come reagirebbe un barbone mendicante se decidesse, per chiedere la carità, di addobbarsi con gli indumenti più ricchi del mondo? La povertà è uno stato ma anche una via. La ricchezza è una fortuna.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

giovedì 13 novembre 2008

Ciabatte marine, Josè Mourinho ed E-Bay


E' con emozione che per la prima volta mostro al mondo intiero le mie ciabatte marine. Sono scarpe simil francescane che vengono da molto lontano. Hanno fatto la guerra 15-18. Hanno resistito al secondo conflitto mondiale. Sono sandali speciali che ho ereditato dai miei avi. Guardate come sono belle. Il color cuoio, ancora immacolato, emerge brillante in un azzurro siciliano che tutto avvolge e tutto ammanta. Sono scarpe fatte proprio per andare al mare. Sono scarpe tipicamente per tutte le stagioni siciliane. Tutti me le invidiano quando scendo morbidamente nel greto della spiaggia che da qualche estate è la mia preferita, tra Ribera e Sciacca, a un tiro di fionda dal Golf Resort Verdura di Rocco Forte e i suoi Fratelli. Sono calzari inimitabili, unici al mondo. Sono scarpe brevettate, amate, lavate. fanno solo puzza di cuoio, di cuoio vero. Immerse nell’acqua possono anche essere salate ma vanno bene per le salite. Solo piedi simili ai miei possono calzare questo tipo di ciabatte marine francescane fatte apposta per essere vissute, per essere ammirate. L'odore ammorbante, garantisco, è solo il cuoio naturale e non il vissuto dei miei arti. E-bay mi ha già contattato per averle vendute. E-bay compra tutto. Vorrebbe pure la mia anima. Dice che la piazzerebbe a buon prezzo nel mercato virtuale globale. Ma io sto resistendo, come sta resistendo l’allenatore dell’Inter Josè Mourihno che, a leggere la stampa inglese, avrebbe avuto un’offerta faraonica egiziana da 18 milioni all’anno per allenare in Inghilterra il Manchester City. Diciottomilioni di euro? I miei padiglioni auricolari hanno sentito bene? Diciotto milioni di euro per un paio di sandali rotti, puzzolenti e incalzabili ?

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

Io sono tutto, tu non sei nessuno


Io ho sempre ragione. Io ho la pelle migliore. Io sono vestito meglio. Io ho le idee migliori. Io ho più capelli. Io sono il più bravo. Io sono il più bello. Io sono più capace. Io sono più competente. Io sono più ricco. Io sono più accreditato. Io sono più pulito. Io sono più educato. Io sono più preparato. Io sono pluripremiato. Io sono da premiare sempre. Io sono elegante. Io sono profumato. Io mi distinguo. Io sono più positivo. Io sono più produttivo. Io sono apprezzato. Io valgo. Io conto. Io ho le radici migliori. Io sono potente. Io posso. Io sono in grado di fare tutto. Io sono colto. Io sono simpatico. Io sono tutto.

Tu sei incapace. Tu sei da buttare. Tu sei da abbattere. Tu sei incompetente. Tu sei sporco. Tu sei ignorante. Tu sei brutto. Tu sei puzzolente. Tu sei pezzente. Tu sei inelegante. Tu sei povero. Tu sei misero. Tu sei squallido. Tu non hai idee vincenti. Tu non sei cosa. Tu sei da segare. Tu sei oppressivo. Tu stai a casa. Tu sei da rinchiudere. Tu sei sciatto. Tu sei goffo. Tu sei ignorato. Tu sei da ignorare. Tu non vali niente. Tu sei di troppo. Tu non meriti. Tu non hai radici. Tu sei impotente. Tu non sei in grado. Tu sei antipatico. Tu non sei nessuno.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

lunedì 10 novembre 2008

Cavaliere della tavola quadrata


Deviare. Pensare l’impensabile. Scrivere l’indescrivibile. Sfondare porte già sfondate. Immaginare l’immaginifico. Squarciare il cervello. Spaccare la mente. Far ammattire i mattoni. Velocizzare la lentezza. Rallentare la velocità. Deviare. Pensare altro. Abituarsi a non abituarsi. Diversificare. Sentirsi altro. Scoprirsi un altro. Schiamazzare il silenzio. Elevarsi dall’infimo profondo. Sprofondare dall’infimo elevato. Arricchire di colpo. Dare un colpo all’arricchito. Diventare spugna assorbente non assorbita. Diventare ricettivo ricevente. Essere del mondo e dell’altro mondo. Essere al di qua e aldilà. Essere trasversale. Essere trasparente. Essere etereo. Essere pesante. Essere capiente. Essere onnisciente. Essere il tutto. Essere e non essere. Essere per essere. Essere benessere. Restare per andare. Andare per tornare. Stare. Volare per atterrare. Aprirsi per non chiudersi. Sentirsi. Riempirsi. Inondarsi. Provarsi. Continuarsi. Perpetuarsi. Credere. Credersi. Ricredersi. Centrarsi. Viversi. Lasciare profumo di presenza. Lasciare l’impronta della propria essenza. Potenza. Scienza. Conoscenza. Coscienza. Devianza. Cavalcare da cavaliere della tavola quadrata.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

venerdì 7 novembre 2008

La gaffe di Barack Obama e la sindrome del pavone


Sono offeso con Obama. Ha telefonato a tutti i leader del mondo tranne che a me. Non mi aspettavo davvero questo sgarro da parte dell'amico Barack. Il nuovo presidente degli Stati Uniti sta cominciando la sua avventura con il piede sbagliato. Il successo gli avrà forse dato alla testa. Non dormo da due giorni in attesa dello squillo presidenziale. Trillo che però tarda ad arrivare. E dire che ho pure cambiato la suoneria al mio cellulare. In omaggio al vincitore, ho scaricato sul telefonino l’inno americano. E dire, pure, che mi sono vestito a stelle e strisce. Ho le mutande con una cometa cadente dipinta nel prospetto principale.
La classe non è acqua, mi disse un giorno un mio assetato fan nell’assetato quartiere del Villaggio Mosè dove, quando ero piccino, i turni di distribuzione idrica si erano normalizzati sulle quattro settimane. La più alta nell'assetata Agrigento.
Perdonando amichevolmente l'onta subita, al nuovo presidente degli Stati Uniti chiedo di impegnarsi allo spasimo per risolvere i grandi pobblemi che affliggono il mondo e dunque la nostra comune cara, cara comune Sicilia, terra di cui abbiamo origini in comune. Barack Obama lo sento come conterraneo. Il padre di Obama è africano del Kenya come africana è la mia famiglia essendo nata e cresciuta nella nera Sicilia. Al nuovo presidente americano affido il mio dream, il sogno di chi sogna un mondo nuovo, rivoluzionato, il sogno di risolvere i grandi pobblemi che affliggono il pianeta: C'è da risolvere il pobblema delle bottiglie di acqua minerale da distribuire equamente a tutti; il problema del traffico; il pobblema delle gomme da masticare buttare incivilmente a terra e che si appiccicano sulle suole delle scarpe; il pobblema della calvizie che colpisce sempre per eredità i figli dei calvinisti; il problema dei peli superflui che sta provocando serie depressioni nelle popolazioni scimpanzè; il poblema di uomini, donne e bambini che si incazzano perché non riescono a parlare con i cellulari che non hanno campo a sufficienza nel luogo dove abitano e si incazzano pure perché gli vogliono montare l’antenna di telefonia mobile proprio vicino casa; il poblema dei poveri brutti che vogliono farsi belli con la chirurgia estetica ma non hanno i soldi per pagare neanche gli estetisti; il poblema dei teledipendenti accaniti che non trovano più nulla di interessante nella Tv pubblica che pagano canonicamente ogni anno col centone di euri e che non vogliono staccare gli assegni alle tv via cavo e via satellite dove fanno i film in prima visione e non i film già trasmessi quaranta volte negli ultimi due mesi.
A BArack Obama chiediamo di prometterci che si occuperà durante la sua presidenza presidenziale dei pobblemi veri e di togliere la multa per divieto di sosta a chi ha per bisogno posteggiato la macchina in quadrupla fila, invadendo la sesta corsia opposta, perché doveva un attimino arrivare al supermercato a comprare il profumo per l’automobile appena comprata con l’ultimo mutuo a tasso variabile prima della crisi finanziaria mondiale.
Un auspicio: spero che l'amico Barack Obama non venga assalito dalla sindrome del pavone e che dia seguito umilmente al nostro appello.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

lunedì 3 novembre 2008

Crescita zero nel 2009, bambini allarmati


I bambini di tutto il mondo sono preoccupatissimi. L’allarme lanciato in questi giorni da istituzioni e organizzazioni mondiali, ultima oggi l’Unione Europea, sta suscitando in loro sentimenti di viva apprensione che potrebbero sfociare in manifestazioni di disperazione. Oggi è stato confermato che il prossimo anno, il 2009, sarà a crescita zero. Proprio così, crescita zero in quei paesi come l’Italia messe a soqquadro dal terremoto della crisi finanziaria. Nelle borse circolano ormai pochi soldi, i consumi vanno a picco e le aziende non lavorano più. Meno soldi e meno consumi, secondo gli esperti più esperti, significa che non si cresce più. I più penalizzati saranno ovviamente le nuove generazioni, saranno i neonati, i bambini, i ragazzi la cui crescita sarà rallentata o pari a zero. La paura che serpeggia è il nanismo, fenomeno noto come tappismo. Ma ci sono paesi dove la situazione è ancora peggio perché si parla di crescita sotto zero.
I bambini di tutto il mondo in questo momento ci stanno inondando di e-mail con richieste di chiarimenti. Per gli adulti non ci sono problemi perché tanto sono cresciuti. Ma per i bambini è una vera iattura.
Una delle tante domande che ci pongono è la seguente: “La crescita sotto zero significa che ci toglieranno pure quel poco che abbiamo raggiunto in altezza? Ci taglieranno a fettine, come i salami?”. Tutto ciò è drammatico. A fare le spese degli errori degli adulti sono sempre gli stessi: i figli. E quanti errori sono stati commessi in questi anni per rallentare e poi franare la crescita in tutto il pianeta mondiale. Uno degli errori, ironia della sorte, sono i cosiddetti baby-pensionamenti. Adulti-ragazzini che nel corso degli ultimi decenni sono andati in pensione prima del tempo ed in età giovanissima con pochi anni di contributi. E le pensioni-baby le pagano e le pagheranno le future generazione, cioè i figli e i nipoti baby dei baby-pensionati.
Per la cronaca, sono quattro le fasce d’età in subbuglio a causa dell’allarme nanismo perché sono quattro i periodi della vita dove storicamente si è registra finora la crescita delll'uomo: la prima infanzia (che va dalla nascita fino a due anni), la seconda infanzia o l'età del gioco (3-6 anni), la terza infanzia o l'età della scuola (7-10 anni), l'adolescenza (11-18 anni).

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

domenica 2 novembre 2008

Volere per poter volere potere


Voglio fortissimamente voglio. È la motivazione, è la forza. Puoi. Se vuoi puoi. Non c’è ostacolo che tenga, non c’è recessione che riesca a farci recedere. Se voglio posso. Senza volontà non hai alcun potere. La voglia ti spinge: in avanti, in alto, in profondità, lontano. Ti permette di perforare muri impenetrabili, ti permette di trovare la luce in tunnel di infinità oscurità, ti permette di trapanare il caos, ti permette di mangiarti le catene, ti permette di schiavizzare la schiavitù, ti permette di sgretolare gli schemi, ti permette di limitare i limiti, ti permette di andare oltre i pensieri. Voglio. Devi volere per realizzare e realizzarti. Volere per potere, potere per volere. Ce l’hai, ce l’hai anche tu la forza. Scorre, scorre, scorre. C’è sempre. C’è sempre stata. È la mente che se ne allontana. Solo la mente. Ma c’è. E ti aspetta. I limiti sono solo apparenti. Gli ostacoli sono solo emozioni. Tu vuoi. Che aspetti? Tu puoi. Vai, corri, sentiti libero di realizzarti. Ricordati chi sei. Ricordati ciò che sei sempre stato. Alimentati. Schiarisci le acque. Osserva il torbido del bicchiere d’acqua che col tempo si deposita nel fondo. Rapisciti. Resuscita. Rivivi una vita già vissuta con l'esperienza e l'ingenuità della prima volta. Confessa: tu sei convinto! Lo sei sempre stato. Ma non hai voluto dar seguito alla convinzione. Hai voluto provare vie traverse tralasciando la strada maestra. Hai voluto scegliere il percorso più irto. Ti piace complicarti l’esistenza. Ma puoi ritornare. Puoi ritornare ad essere ciò che sei. Puoi ritornare a volere ciò che vuoi. Puoi ritornare a volere ciò che puoi. Lo sai che puoi, come sai che vuoi. Vai. Vivi. Scorri. Attraversati. Salta più lungo della tua gamba. Sorridi più largo della tua bocca. Pensa più profondo del tuo pensiero. Lascia un segno sull’arenile della storia.

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

venerdì 31 ottobre 2008

Pensare con i piedi cambia il mondo


I piedi pensano. I piedi hanno idee. Con i piedi andremo a testa bassa. Dai piedi il nuovo futuro del mondo.
Non ci sono parole. In pochi crederanno a quanto abbiamo enunciato. Ma è così. La scienza, grazie a sofisticati strumenti, ha provato oggi quanto già si sospettava dai tempi di Leonardo Gratta e Vinci. Con i piedi possiamo fare di tutto: camminare, correre, dare pedate, giocare, pedalare, guidare l’auto, saltare, dipingere. Ora anche pensare, ideare, progettare, pescare. Dai piedi arriva la speranza, la speranza che finalmente si esca dal buio apocalittico, la speranza che finalmente cambi qualcosa, la speranza che finalmente si scuota un mondo saturo di idee fuoriuscite dalla testa. Non se ne può più! E' dai tempi di Adamo ed Eva che si è sempre pensato di testa. Dalla mela dell’Eden alla pera dell’Odeon abbiamo fatto tutto di testa. La testa è stato il nostro capo ma la materia grigia, dopo millenni di onorata carriera, si è esaurita. Ha scaricato le batterie e non è più in grado di reggere i repentini cambiamenti di una società internettizzata. Tutte le idee pensate nel cranio non sono in grado di farci fare salti, non sono più capaci di trovare soluzioni nuove a problemi nuovi. Le teste pensanti ci hanno portato pensieri che ci hanno portato al punto in cui siamo: calamità, conflittualità, povertà, disparità, austerità, taratatà. Tutto sta andando a rotoli. Con la testa, si è capito dopo il ripetuto tonfo delle borse mondiali, non si va da nessuna parte. Si può voltare pagina solo con i piedi. La scienza lo ha confermato. Ha osservato e registrato attività cerebrale nella zona del metatarso e tra l'alluce e il polluce. Ciò vuol dire che se diamo fiducia ai nostri arti inferiori possiamo veramente vivere con i piedi, parlare con i piedi, recitare con i piedi, esprimerci con i piedi, lavorare con i piedi, pensare con i piedi, baciare con i piedi, disegnare con i piedi, studiare con i piedi, ragionare con i piedi…
Può fare un certo senso. Ce ne rendiamo conto. Ma non ci meravigliamo più di tanto. Non si è sempre detto: hai la testa che ti cammina?

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

domenica 26 ottobre 2008

Ritorno all'età della pietra e della fionda


"Ritorneremo all’età della pietra e della fionda. Ritorneremo a cibarci di ciò che cacceremo e di ciò che coltiveremo". Parole profetiche quelle pronunciate in tempi non sospetti dal nostro amato letterato-filosofo Salvatore Gioacchino Petrapapula non ancora del tutto apprezzato come meriterebbe. Nella sua opera omnia “Sa si si susì Sasà picchì si oj si susì e sé è comu si si susissi e cincu picchì propria oj trasì l’ura solari”, il nostro Peptrapapula nel capitolo “Sicula siculorum sicumera” aveva già prefigurato ciò che sta accadendo in questi giorni e ciò che potrebbe accadere nei prossimi, dipingendo il futuro a tinte fosche: “Scoppieranno bolle speculative, scoppieranno le balle rotative, la recessione colpirà anche le Maldive, in bagno non si userà più sapone Palmolive, i pranzi si ridurranno a pane e olive…”. Gioacchino Petrapapula, già nel 1956, quando ebbe il suo momento di massima lucidità mentale, ci disse in pratica che l’uomo e la donna non entreranno più in centri commerciali, supermercati, negozi, putie. Non si avvicineranno più alle bancarelle dei mercati rionali. La crisi finanziaria globale eroderà a tal punto il potere d’acquisto dei redditi che costringerà tutta l’umanità a ritornare indietro di secoli, di millenni (“a pala e pico” ci annunciò nel 1957 Petrapapula, dicendoci che “l’uomo riprenderà in mano le zappe per coltivare la terra, gli archi e le fionde per cacciare gli animali, le canne da pesca e non da fumo per pescare i pesci del mare”). Ho provato sulla mia pelle e dentro il mio stomaco cosa vuol dire tutto ciò. È accaduto tutto ieri sera, in un’area geografica ben identificata tra Ribera, Sciacca e il Mongibello. Ieri, per chi non lo ricordasse, stonato com’è dal ritorno dell’ora solare, era sabato e di sabato si usa uscire con gli amici. Nel primo giorno del week end settimanale si va abitualmente in pizzeria a mangiare una pizza preparata da altri con i prodotti della terra e del mare. Paghi e mangi. Mangi e paghi. Ieri sera, andando contro connaturate abitudini, non siamo usciti da casa. Siamo rimasti chiusi nel nostro recinto geografico con un gruppo etnico di amici: Alfonso il macellaio con l’hobby della pesca, Maria la macellara, Ninetta la lamentatrice, Gianni il marito della lamentatrice. Ci siamo guardati in faccia e con occhiate eloquenti abbiamo deciso di cucinare a casa una cena frugale, semplice, povera, sobria. Abbiamo mangiato il frutto del duro lavoro di Alfonso il macellaro-pescaiolo. Tanto è stata frugale la cena che questa mattina mi sono svegliato ancora con lo stomaco satollo. Ho mangiato parco come un porco tanto che mi ha incontrato un maiale per strada e si è vergognato di essere un suino. Non so quanti chili di pesce hanno arrostito e infornato (orate, mezz’orate, triglie, saraghi, sauri, dinosauri ecc.). Teglie su teglie, padellate su padellate. Una mangiata parca al parco, con i prodotti che l’uomo parco Alfonso ha pescato con le sue parche mani. È stato un momento davvero parco in cui, madidi di inebriante vino bianco, abbiamo dimenticato 104 e centoquattristi, i 100 milioni di euro del Superenalotto persi da noi e vinti a Catania, il 10 per cento perso ogni giorno dai nostri investimenti nelle borse impazzite, la paura che se continuano a rompersi le bolle finanziarie e le balle fisiche con lo stipendio non ci potrai comprare neanche un pacco di caramelle.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

sabato 18 ottobre 2008

Premi su premi su premi per Moncada


Si sarebbe aspettato il Nobel o al massimo l’Oscar. Ma dice di accontentarsi dell'onorevole piazzamento. Quel mattacchione di Raimondo Moncada, agrigentino tuttofare e tuttodire, si è piazzato un’altra volta in un premio nazionale di arte. Il suo gioco di parole “La voce che conquista” (per ascoltarlo clicca sulla pagina de "Il Narratore") è arrivato terzo nella sezione "poesia in lingua a tema libero" del premio nazionale “Una poesia per la pace – Giuseppe Ganduscio” promosso dall’Associazione “Amici della Terza età – Auser” di Ribera (in provincia di Agrigento, nella parte meridionale della Sicilia, sopra l'Africa settentrionale).
Raimondo Moncada (visibile in alto in un’autoscatto, mentre ritira il premio "Il paladino 2008" a Palermo), solo nel 2008 si è piazzato tra i finalisti del concorso letterario mazionale “Moak Caffè Letterario” con il racconto “Il Caffè dello Sport” e ha vinto il terzo premio alla quarta edizione del concorso di canzone in lingua siciliana “Il Paladino” con il brano “Libertà”.

All'amico Raimondo Moncada, che conosciamo più di ogni altro fin da quando era feto, i nostri più fervidi complimenti con l'auspicio di altri e sicuri riconoscimenti per la sua arte incompresa e comprensibilmente incomprensibile.

Ma vediamolo nel dettaglio il giudizio della giuria del Premio “Ganduscio” 2008 appena sfornato con una nota stampa diramata dall’Ufficio di Segreteria. Ecco l'elenco di tutti i vincitori, dei piazzati e dei piazzisti. I poeti non citati, ovviamente, sono per esclusione i vinti.
Sezione poesia in lingua sul tema della “pace”:
1) Mariangela Croce – Sciacca (“Il disertore”)
2) Annalisa Pasqualetto – Mestre (“Il poeta di Natale”)
3) Non assegnato

Sezione poesia in lingua a tema libero:
1) Pietro Catalano – Roma (“Oltre il recinto”)
2) Marco Managò – Roma (“La guerra dei normali”)
3) Raimondo Moncada – Raffadali (“La voce che conquista”)

Segnalazione per Antonio Scarpone – Salerno (“Voglia di vivere”) e Nadia Turriziani –Taranto (“Il gabbiano”).

Sezione poesia in dialetto sul tema della “pace”:
1) Salvatore Butticè – Favara (“Unni s’ammuccià l’amuri”)
2) Giuseppe Cannata – Ribera (“Appellu di paci”).
3) Non assegnato

Segnalazione per Giuseppe Cannata – Ribera (“Poveri vecchi”).

Sezione poesia in dialetto a tema libero:
1) Stella Cammilleri – Ragusa (“Sulu pi ttìa”)
2) Giuseppe Li Vigni – Palermo (“A ddà bbanna d’u mari”)
3) Rosetta Vacante – Calamonaci (“La gita di cummàri Marannina”)

La giuria era composta da:
Anna Lucia Spagnolo, Mimmo Marchetta, Roberto Piparo, Concetta Guarnaccia Montalbano e Gaetano Schillaci.

La cerimonia di premiazione è prevista per il periodo natalizio.

iliubo

martedì 14 ottobre 2008

Seghe mentali e segaioli accaniti


Quante seghe mentali ci facciamo. Ogni giorno perdiamo il conto. Nella nostra esistenza sono più le seghe mentali che altro. Ma spesso non ce ne rendiamo conto, forse perché non diventiamo ciechi!
Ma cosa sono? E come si prevengono le seghe mentali?
In questi giorni mi è capitato casualmente sotto mano un simpatico libro (è stato un regalo di natale di qualche anno fa). Si intitola “Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita”. L’autore si chiama Giacobbe Giulio C.,l’editore è Ponte alle Grazie. Con leggerezza, ironia e con un linguaggio giovanile, il volumetto tratta un tema serissimo che investe non so quanti milioni di persone alle prese con le bizzarrie della mente. Non tutti, infatti, hanno la fortuna di avere la testa a posto, perfettamente in sintonia con quello che si sentono di essere e di fare. In tanti si ritrovano improvvisamente la testa svitata, con un cervello in tilt che va per i fatti suoi e una mente che non funziona come vorremmo. Sono persone che si allontanano dalla realtà, dalla retta via, bombardati come sono da una miriade di pensieri nefasti che producono in automatico un’altrettanta caterva di pensieri incontrollati che fanno male, che svuotano, mortificano, ti riducono ai minimi termini, si appropriano del tuo animo e della tua esistenza, rosicchiandosi le cellule cerebrali. Sono pensieri che, ad esempio, ti dicono con insistenza che non vali nulla, che fai schifo, che sei sfortunato, che sei un incapace, che con tutti gli sforzi che fai non sarai mai come il tuo compagno di classe ben vestito, con il portafogli pieno di soldi, con una impressionante cultura, con un affascinante eloquio, con un bell’appeal sulle donne ecc. Senza che te ne rendi conto, contribuisci alla tua distruzione inseguendo e producendo quelle che, con una austera terminologia tecnica-psicanalitica-froidiana-jounghiana vengono definite: seghe mentali. All’inizio te ne fai una, poi due, poi dieci, poi vieni travolto non riuscendo a venire fuori da un meccanismo infernale che ti annienta, che azzera quello che sei e che hai fatto. Diventi produttore e schiavo delle seghe mentali: un segaiolo accanito.
Non è facile venirne fuori ma si può. Non è facile liberarsi da un giorno all’altro delle seghe mentali. Segaiolo non si nasce ma si diventa. E così come lo siamo diventati per abitudine reiterata possiamo imparare a disimparare e a non esserlo più. Ci può volere un mese come decine di anni. Ma con la forza di volontà, tanta pazienza e il sostegno di familiari e amici si può riemergere e ridiventare a essere qualcuno.
Il libro “Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita” indica con semplicità e con tono scherzoso una delle strade possibili per rientrare in se stessi.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com/”)

giovedì 9 ottobre 2008

Essere nullafacenti impegnati e non fannulloni


Si può anche non fare nulla nella vita. Al mondo abbiamo pure questa facoltà. Non fare nulla. Essere nullafacente e nullapensante. Tenere a riposo la mente e il corpo o almeno non sovraccaricarli in eccesso. Non avere pensieri. Non fare alcun movimento. Non tenere alcuna agenda. Non tenere alcun impegno giornaliero. Non appesantirsi il cervello di attività, esercizi, studi, ragionamenti, riflessioni, proiezioni, programmazione. Niente. Non dobbiamo fare niente. Il vuoto assoluto, il vuoto siderale. Dobbiamo abituarci ad alzarci la mattina senza trilli di sveglia, aspettando l’apertura spontanea delle palpebre e non preoccuparci di nulla così come non si preoccupano gli animali, così come non si preoccupano le piante. Fare professione di nullafacenza. Non dobbiamo preoccuparci di lavorare, studiare, fare carriera, trovare il cibo, vestirci, mettere benzina all'auto. Non dobbiamo preoccuparci di nulla. Preoccuparsi fa venire l’ansia e l’ansia fa venire strani pensieri e i pensieri stressano, appesantiscono, ci fanno sentire male. Non fare nulla. Restare fermi. È la vita che deve avere cura di noi, della nostra salute, del nostro corpo, del nostro domani. Noi dobbiamo vivere come vivono i passerotti, come vivono le rose del nostro giardino. C’è sempre qualcuno che pensa a loro. I monaci buddisti stanno giornate intere immobili, seduti sul rigido zagu in meditazione a fare zazen. I fedeli di tante confessioni religiose stanno ore ed ore fermi in preghiera. "Ora et labora" (prega e lavora) dicevano gli antichi. "Ora et ora", ci suggeriscono i presenti attuali. I soldi non contano nulla, ci affaticano, ci affannano, ci inquietano, così come non contano nulla i pensieri, le azioni, le borse, i risparmi che in pochi istanti e davanti ai nostri occhi vanno in fumo bruciati dalle bolle speculative finanziarie. Anni e anni di duro lavoro, di complicati calcoli, di lunghe sedute dall’esperto di banca laureato alla Bocconi per mettere da parte le nostre sicurezze per il futuro disciolti in un niente, spariti. Non fare niente è meglio. Non guadagni, non metti da parte denari, non ti preoccupi di niente. Vivi la tua vita senza pensieri, distante dalle fonti ansiogene. Libera la mente! Libera la mente! Libera la mente! Ma con intelligenza perché rischi di diventare demente! Devi sforzarti a essere un nullafacente impegnato ma non troppo. Un nullafacente con equilibrio. Almeno per non essere etichettato con disprezzo come un inutile fannullone.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

lunedì 6 ottobre 2008

Matrimonio, regalare mezzo water Jacuzzi agli sposi


Di questi tempi, 300 euro non ti cambiano la vita ma te la cambiano. I soldi sono diventati negli ultimi anni il regalo preferito dai novelli sposi. Una volta c’era la lista nozze. I promessi sposi si mettevano d’accordo con un negoziante di arredo casa, di servizi di piatti e bicchieri, di porcellana, e prenotavi la merce da farti regalare. La lista la consegnavi all’invitato con la partecipazione al matrimonio. L’invitato era così agevolato. Sapeva dove andare e cosa comprarti. Invece di andare girando negozi negozi alla ricerca del regalo più utile e gradito (con il rischio di portarti un doppione o un dono orribile) andava nel negozio indicato dagli sposi per la lista nozze e acquistavi mezzo bicchiere di cristallo, il manico del boccale in ceramica artistica, il chiodo della cornice griffata. Adesso il trend è cambiato. Le poche coppie che si sposano vanno al dunque. "Vogliamo denaro contante!", ti dicono a chiare lettere. E tu ti regoli di conseguenza. Dai i soldi in una busta. Facile, ma non per niente economico per chi vuole fare una figura dignitosa almeno con parenti e amici. Da qualche anno c’è il problema dell’euro. Una volta, con le lire, quando regalavi 300 mila lire ricevevi un abbonamento biennale per ringraziamenti quotidiani. Adesso se regali il corrispondente in moneta unica - 150 euro per l’esattezza - fai storcere il naso agli esigenti sposi, specialmente se ti presenti al ristorante con moglie e famiglia numerosa con al seguito suoceri, nipoti, mamma e papà che a casa non possono stare da soli vista l’età e la fame. Sei costretto ad adeguarti ai tempi. Se ti trovi di fronte ad amici o parenti devi mettere in busta almeno da 200 euro in su. Meglio se 300 euro, se vuoi fare una bella figura. Ma cosa ci possono fare gli sposi con 300 euro? La moneta si inflaziona ogni giorno che passa ma qualcosa si può ancora comprare. Vediamo cosa.

Consigli per gli acquisti.

Facendo un po’ di calcoli, oggi come oggi con 300 Euro puoi comprare:
- circa 350 tazzine di caffè espresso al bar;
- 94 confezioni di Scottex carta igienica Salvaspazio 16 rotoli al prezzo speciale riservato ai soli titolari di carta Spesa Amica;
- 6 confezioni da 4 compresse di Viagra 100 mg;
- 75 pacchi, da 4 pezzi, di preservativi AKUEL ad azione ritardante e prolungante;
- un ordine di 21 libri del volume “Kamasutra da comodino” della Meravigli Editore oppure 42 libri di “Scopare o spolverare. Elogio della sporcizia” di Carla Muschio;
- un abbonamento in lavanderia per 2.000 lavaggi di asciugamani per bidet;
- mezzo water della Jacuzzi, serie “Morphosis”, design Pininfarina, articolo: vaso a terra filo a parete ergonomico, dai colori “fashion” e dall’intimità zen.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

giovedì 2 ottobre 2008

Prestiti miliardari facili a poveri difficili


Credito facile. Anzi facilissimo. Da ottenere in modo elementare, bambinesco. La società “Fai il tuo debito con noi”, da quando è stata lanciata sul mercato creditizio, ha ottenuto un inatteso successo in tutti i paesi del mondo, sconquassati dal terremoto finanziario e dal crollo delle borsette internazionali da Wall Street a Piazza Affari, da Tokyo a Londra. La caratteristica vincente della società di credito sono i clienti accuratamente selezionati.

Lo slogan dice tutto: “Non mi importa chi sei, mi importa quello che non hai”. La società presta soldi, denaro contante e liquido, solo a chi è protestato, a chi non lavora, a chi lavora ma ha lo stipendio tutto pizzicato da altri prestiti, a chi emette assegni in bianco, a chi ha la rata del mutuo della casa più alto del proprio reddito mensile, a chi non sopravvive con la pensione minima, a cattivi pagatori, a quegli esperti finanziari che per essere credibili con i propri clienti investono il proprio patrimonio in titoli spazzatura e in pacchetti azionari il cui valore dopo un giorno vale meno di zero. La società presta denaro zampillante da 1 euro fino a bilioni di miliardi di mila euro, senza alcuna garanzia, senza alcuna motivazione, senza alcuna firma, senza alcuna caparra, senza alcuna ipoteca, senza alcun garante. Prendi e vai! Vuoi ottenere un prestito personale? Vuoi avviare un’attività imprenditoriale ma non hai né preparazione né finanziamenti? Vuoi comprarti un palazzo, una villa, un castello? Sei con le tasche vuote ma piangi per entrare in un negozio Cartier per acquistare il gioiello più costoso del mondo?
Carissimo, la società “Fai il tuo debito con noi” non ti chiederà niente in cambio. Non ti chiederà neanche come ti chiami. Tu devi soltanto allungare la mano e prendere i soldi e del denaro puoi fare quello che vuoi. Se vuoi ritornare indietro il prestito con gli interessi pattuiti ti diranno grazie. Se, al contrario, non hai la possibilità di saldare il debito ti diranno grazie lo stesso per averli preferiti ad altre società o banche di prestito personale. E' un sistema, come si è potuto notare, molto conveniente che sta alla base dell'economia, del capitalismo e del consumismo di questo nostro sciagurato Terzo Millennio.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

mercoledì 17 settembre 2008

Dieta ossea controllata antiobesità


Una dieta equilibrata, calibrata, scientifica, personalizzata, individualizzata, studiata, elaborata e soprattutto controllata. Una dieta per dimagrire in sicurezza, rispettando la fisiologia, la sanologia del corpo incorporato di ogni individuo individualizzato. Una dieta messa a punto da specialisti dello scheletro per scolpire corpi asciutti, per eliminare grassi in eccesso, adipe inutile, pelli fastidiose, epidermidi in eccesso, obesità pericolose, secchezze stecchinate, pesantezze asocializzanti, anoressia ingrassante, bulimia dimagrante. È il sogno di chi si ritrova profondamente a disagio con la sua immagine esteriore, all’interno di un fisico che non accetta, di un involucro che non rispetta i desideri di anime dallo spirito magro. È il sogno dell'amico che abbiamo incontrato e fotografato a Londra in un momento di distrazione, dopo una dieta ossea equilibrata, un’alimentazione controllata scientificamente con il bilancino: ingurgitando nelle giuste misure proteine, carboidrati, vitamine, paroline, settimini, maialini, accendini, filmini, casse di panini. Alimentazione al grammo per non pagare più il peso dei dannati inestetismi e le salatissime multe antiobesità di paesi fast food.
Per chi fosse interessato, la dieta ossea controllata, costa solo poche migliaia di miliardi di euro con la garanzia di un effetto immediato, veloce, scheletrico. Con la “fast diet”, tutti i problemi psico-sociologici saranno cancellati in un sol boccone.

Iliubo
(corrispondenze da Londra)

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

lunedì 15 settembre 2008

Camilleri sbarca a Londra e invade l'Inghilterra


Andrea Camilleri: always and everywhere, per sempre e in ogni luogo. Lo scrittore empedoclino, padre del commissario Montalbano, fondatore di Vigata e nostro amico, non finisce mai di stupire. L’ho incontrato per caso a Londra, durante la spedizione ludico-turistico-conoscitiva dell’Iliubo’s family group. In attesa di prendere posto in un pub dagli ottimi e raccomandati hamburger notturni, ho visto Camilleri all'interno della libreria Daunt Book, aperta fino a sera tardi nel quartiere di Belsize. In un reparto dedicato all’Italia (“Italy”), i libri di Andrea Camilleri si sono fatti notare subito tra tante pubblicazioni, molte delle quali dedicate a autori siciliani e alla Sicilia. Ho visto un libro di Leonardo Sciascia, un volume nella vetrina esterna del giornalista del Corriere della Sera Beppe Severgnini e l'amatissimo “Il Gattopardo” (“The Leopard”)
di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ma l’autore più corposo in quanto a presenza di pubblicazioni (mostrandosi così in tutta la sua prorompente potenza) indovinate chi era? Chi era? Non Pinco Pallino e neanche Totò Cicoria, ma Andrea Camilleri. Almeno otto (come dimostra la foto accanto che abbiamo scattato per gli increduli Tommasi) i libri di Andrea Camilleri tradotti in lingua inglese per accontentare il vasto pubblico di lettori granbretagnesi. Nella picture della libreria Daunt Book, si leggono i titoli: Rounding the mark (Il giro di boa), Excursion to Tindari (La Gita a Tindari), The terracotta dog (Il cane di terracotta), The voice of the violin (La voce del violino), The patience of the spider (La pazienza del ragno), The shape of water (La forma dell’acqua), The snack thief (Il ladro di merendine), The scet of the night (L’odore della notte).
Ma non ci meravigliamo più di tanto. Andrea Camilleri è ormai uno degli autori italiani più tradotti all’estero. Le sue opere sono in tutto il mondo conosciuto e scanosciuto. Il successo del commissario Montalbano ha bruciato ogni confine, tagliato ogni filo spinato, abbattuto ogni muro frapposto fra nazioni o città. Troviamo libri dello scrittore empedoclino ovunque. Dove ti giri ti giri c'è Andrea Camilleri. Se non ci credi fai un biglietto unico, di andata e ritorno, comprendente i seguenti paesi e poi inviaci un’email di conferma: Grecia, Olanda, Spagna, Germania, Portogallo, Spagna, Irlanda, Brasile, Finlandia, Svezia, Danimarca, Polonia, Lituania, Usa (Stati Uniti d’America), Repubblica ceca, Norvegia, Inghilterra, Israele, Nuova Zelanda, Russia, Serbia, Ungheria, Argentina e Sud America, Croazia, Giappone, Turchia.

Iliubo
(corrispondenze da Londra)

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

sabato 13 settembre 2008

Ferrari Store a Londra, le prime immagini


Una bottega Ferrari a Londra. Una putia col marchio del Cavallino Rampante nella lussuosa Regent Street, nel cuore dell'affascinante capitale del Regno Unito. Ecco pubblicata in esclusiva interplanetaria la foto di quella che sarà tra pochi giorni la vetrina del primo “Ferrari Store” oltre Manica. La picture è stata scattata durante la spedizione del family group di Iliubo in Inghilterra, paese dove sono state scoperte molte chicche di cui si continuerà a dare conto nei prossimi articoli.
Il cantiere a Regent Street è in fibrillazione. Si lavora alacremente. Da fuori i passanti non vedono nulla, ma l’emozione dei ferraristi è grande. Si scoprirà tutto in autunno, quando è stata programmata l’inaugurazione. All’esterno si nota solo un mega pannello color rosso fiammante Ferrari, con l’annuncio “OPENING SOON” (“prossima apertura”) e la certezza: “THE EMOTION OF THE FERRARI WORLD” (“l’emozione del mondo Ferrari”).
Il punto vendita, realizzato e gestito dall’italianissimo Gruppo Percassi, si svilupperà su due livelli e su una superficie di circa 550 metri quadrati (due volte casa mia). Nel “Ferrari Store” di Londra, i tifosi del Cavallino Rampante troveranno l’intera gamma dei prodotti Ferrari, tutto il merchandise ufficiale di casa Maranello dedicato agli appassionati della Formula Uno e delle vetture Granturismo, ai bambini e ai collezionisti.
La catena “Ferrari Store”, da un conto alla fimminina, ha attualmente 20 punti vendita, di cui la metà all'estero in Cina, Stati Uniti, Abu Dhabi, Arabia Saudita, Spagna e Singapore. Si spera adesso nell’apertura di negozi Ferrari in Sicilia e nell'appetitosa provincia di Agrigento, dove sono migliaia i fan pronti a prendere d’assalto gli Store Rampanti. La Putia Ferrari è un’autentica attrazione. Ad Agrigento potrebbe nascere sotto il Tempio di Ercole e accanto a quello della Concordia, all'interno dell'area archeologica della Valle dei Templi; a Sciacca potrebbe essere aperto alle terme; a Porto Empedocle potrebbe essere operativo a Casa Vigata; a Palma di Montechiaro a Palazzo Gattopardo. Stiamo in attesa. I soldi ci sono e si vogliono spendere nell'utile shopping automobilistico.

iliubo

venerdì 12 settembre 2008

Londra crocevia di lingue e malelingue


Ossa disossate. Scheletri spolpati. Gioielli ingioiellati. Quadri quadrati. Sculture scolpite. Mercati marcati. Musical musicati. Sensazionali scoperte e riscoperte umane, artistiche, archeologiche, tecnologiche, economiche, culinarie. Si è conclusa con straordinari risultati la spedizione agrigentina a Londra di Iliubo. Grazie a delle guide speciali trovate in loco, il family group capitanato da Iliubo è riuscito a girare la metropoli britannica almeno tre volte, in lungo e in largo, di sopra e di sotto, con l’ausilio dei soli feet, cioè dei piedi. Dieci intensi giorni a camminare e a camminare per streets, avenues, roads, squares, stairs ad ammirare le splendide case londinesi (sempre diverse ed eleganti, anche case popolari), l’ordine britannico, il senso dell'estetica dei sudditi di sua maestà la regina Elisabetta, i preziosi reperti custoditi in mastodontici musei ed ogni utilità domestica e personale esposta in vetrine-grattacielo e sale a perdita d’occhio.
Londra non è una città, Londra è uno stato. È grande, troppo grande e a girarla ti gira la testa, hai un senso di smarrimento. Ci devi saper vivere e c’è chi ha imparato a viverci bene pur proveniendo da fuori, realizzando sogni e speranze che non si sarebbero concretizzati altrove. Londra accoglie genti di tutte le razze, lingue, malelingue e culture provenienti da ogni corner del mondo anche dalla nostra cara Sicilia. A Londra si sono ben sistemati anche migranti partiti con niente (neanche la lingua) da villaggetti come Montallegro o piccole comunità come Agrigento City (la pronuncia, per chi ha studiato inglese e conosce il siciliano, è “siti”). Gente che lavora, che si fa in quattro come i condannati alla decapitazione che chiedono il bis, gente che dà il proprio contributo per far crescere sempre di più questa brulicante e viva piazza della modernità.
Gli eroici viaggiatori del group family sono ritornati in Sicilia frastornati da quanto visto e vissuto con intensità. Come non ricordare l’indimenticabile, fraterna accoglienza da parte di stretti parenti partiti dalla Sicilia tanti anni fa e che, dopo poche settimane, hanno ritrovato familiari che non vedevano da chissà quanto tempo. Come non ricordare i loro sacrifici per accettare inaccettabili biodiversità e venire incontro ad esigenze elementari con servizi da nursery. Come non ricordare i cornetti caldi, il ceduto comodo letto, i termosifoni accesi quando in Sicilia si scoppiava con 40 gradi all'ombra e 80 gradi staccati dall'ombrellone. Come dimenticare le ciceronate e, soprattutto, le tante carezze e il calore del centro d'accoglienza.
E come non ricordare Soho, il quartiere a luci rosse dove fai il carico di necessità osè senza alcun problema. Come non ricordare i gioielli della corona a portata d'occhio, il suggestivo London Eye, il celebre Big Ben, il fascinoso London Bridge (nella foto), i panorami mozzafiato lungo il Tamigi, i negozi da nababbi di Arrods dove prima di acquistare un the devi aprirti un conto in banca e ipotecarti la casa. Come non ricordare le luci della speranza in vie tempestate di locali, teatri, cinema, uffici di produzioni cinematografiche. E come dimenticare le strane salsette ai mille sapori e le visite ai musei dove non si paga una sterlina: la National Gallery, il British Museum, il Victoria and Albert, il Museo delle Scienze Naturali dove hanno girato Jurassic Park e Una Notte al Museo. A gratis, abbiamo visto di tutto: dipinti di grandi artisti, scarabocchi miei, scheletri di dinosauri, ossa per cani. Abbiamo visto i fregi, le sculture e i bassorilievi presi in prestito secoli fa dagli inglesi dal Partenone di Atene e da altri templi dell’antichità solo per amore dell’arte, della cultura e dell’archeologia. E cosa dire delle patatine inglesi, delle chips cucinate in mille modi e con i gusti più disparati e disparanti. Hanno fatto assaggiare patatine al gusto di costolette di maiale. Per le donne Londra è uno spasso. Anche per quelle povere o che si sentono tali con il cambio euro-sterlina. Entrano tranquillamente in lussuosi e carissimerrimi negozi di gioielli, come Tiffany, provando anelli, bracciali e collane da centinaia di milioni di sterline per poi dire alla fine della estenuante prova, con schifiltoso rifiuto: No grazie! Non mi piace e costa troppo poco per la mia posizione sociale”.
Londra va visitata e vissuta con calore e interesse. Il family group di Iliubo c’è riuscito entrando nel cuore della metropoli inglese grazie a delle persone speciali che fanno ormai parte della città, che si ringrazia di cuore e a cui auguriamo i successi che meritano.

Iliubo
(corrispondenze da Londra)

venerdì 5 settembre 2008

Londra, la “Corazza genitale” non ha piu' misteri


Un turista siciliano ha svelato a Londra un mistero rimasto insoluto per secoli e secoli. E’ il mistero della celebre “corazza genitale”, attrazione della visitatissima Torre di Londra, antico edificio sito a due passi dalla splendida Tower Bridge e a un passo dal Tamigi. La Torre di Londra e’ nota, tra le altre cose, perche’ custodisce i gioielli della corona e lo scettro reale con il diamante piu’ grande del mondo: la prima "Stella dell'Africa". Ma tutte le attenzioni dei visitatori, abbiamo potuto constatare di persona, non sono per le corone tempestate di gioielli e nemmeno per la “Stella d’Africa”. L’interesse maggiore lo suscita la fantastica e al tempo stesso enigmatica “corazza nella corazza”, una protuberanza a involucro cilindroidale unica al mondo avvolta in lamine di acciaio inox antitaglio e a prova di scasso che si allunga per diversi centimetri e in orizzontale da una grandiosa armatura esposta in una teca con vetro blindato assieme ad altre piu’ innocue armature della Torre di Londra. E’ molto curioso e fa davvero impressione il fatto che tra decine di armature in esposizione, la corazza che vi facciamo vedere nella foto sia l’unica dotata di speciale “corazza membrale” a protezione dei preziosi cavallereschi. In tanti tra gli studiosi, accademici e scienziati britannici si sono scervellati per venire a capo dell’arcano, senza successo. C’e’ chi e’ impazzito, c’e’ chi e’ morto. Il nostro turista siciliano (che per ragioni di privacy ci ha pregato di mantenere l’anonimato, ma per facilita’ di narrazione indicheremo con la sigla R.M.) ha trovato la spiegazione di cotanta generosita’ armatoriale. Perche’, si e’ chiesto subito R.M., l’armatura con la “corazza genitale” ha la superdotazione extra mentre le altre no? Forse che le altre corazze, essendo piatte sotto la cintura, sono appartenute a guerrieri donne o uomini operati? Forse che al guerriero che indossava la corazza genitale non e' riuscita l’operazione di impianto di un membro bionico artificiale che poi e' rimasto bloccato nella sua lunghezza longitudinale? O forse che il guerriero si eccitava ormonalmente guerreggiando in combattimenti corpo a corpo? O forse che il guerriero voleva semplicemente far spevantare il nemico avversario con segni di deterrente superpotenza?
Tante e tante domande che per secoli e secoli non hanno trovato una risposta chiara e convincente. Il nostro siciliano a Londra ha invece scoperto che l'armatura corazzata non e’ stata in origine realizzata con lo speciale “porta gioielli” dal fabbro costruttore. La protuberanza si e’ formata dopo, col tempo, e dall’interno, con la forza della natura. R.M. ha scoperto che l’armigero che indossava l’armatura armata e’ rimasto incastrato dentro la pesante protezione d'acciaio non riuscendo un giorno a sfilarsela piu’, non si sa se per la fatica, per la ruggine, per l’obesita’ o per i calli agli arti. Il guerriero e’ rimasto non solo incastrato ma immobile e senza parole. Per le troppe imprecazioni e’ diventato afono, mentre per i furiosi tentativi di liberazione ha avuto la paresi in quasi in tutto il corpo. Per sua sfortuna, ha poi vissuto per alcune settimane dentro quell’armatura in un luogo che in pochi giorni si e’ trasformato in locale di “divertimento post bellico”, dove i colleghi guerrieri andavano a spassarsela con incontenibili donne ignude lussuriose per scaricarsi dalle fatiche di guerre sanguinarie. Tappato in un’armatura e a due passi dal piacevole spettacolo, il nostro guerriero e’ morto impotente dalla voglia di cavalcare i sentimenti del momento. Mentre a Pinocchio quando diceva le bugie gli si allungava il naso facendosi spazio nell'aria, al nostro guerriero dentro quell'armatura d'acciaio...

Il turista siciliano, sollecitato dalle autorita' britanniche, sta cercando adesso di fare luce su un aspetto davvero strano e singolare della "mysterious armor". Perche' l'appendice corazzata si sviluppa in orizzontale e non obliquamente? Perche' l'armatura genitale ha quel diametro spaventoso che supera i dieci centimetri? Forse che il guerriero che la indossava era anormale e gli piaceva entrare nella tuta d'acciaio con tutto l'apparato bellico senza il tepore protettivo delle mutande, completamente nudo nelle parti intime?
S.O.S. Chi vuole aiutarci a svelare l'arcano della "mysterious armor" puo' farlo inviandoci una e-mail a iliubo@libero.it.
iliubo
(Corrispondenze da Londra)


mercoledì 3 settembre 2008

Londra, la cultura vale zero


Venite a Londra, pero' portatevi i picciuli, ovvero li sordi, ovvero li grana, ovvero la munita, ovvero tanti euri sonanti. La citta’ e’ bella, piena di fascino e ti lascia stordito per la sua unicita', ricchezza e vastita’. La stiamo tastando in questi giorni per voi che avete deciso di fare una vacanza all’estero, per voi che avete deciso di cambiare aria, per voi che avete deciso di allenare la lingua inglese con gli inglesi e non con i maestri madre pirla.

Londra merita, e’ un po’ cara, ma merita.

Oggi siamo andati in avanscoperta. A Londra c’e’ tutto, ma per viverci dignotosamente c’e’ bisogno, dannazione!, della pila, ovvero di li dinari, ovvero dei sesterzi. Per adattarsi al carovita del Regno Unito, dell'United Kingdom, consigliamo di acquistare un adattatore per prese elettriche domestiche. Il sistema in Inghilterra e’ diverso rispetto all’Italia. Nel paese della regina Elisabetta (effigiata in tutte le costose banconote), per chi non lo sapesse, nelle case domestiche ci sono le prese della corrente a tre buchi e con i pertugi rettangolari. Ragion per cui l’asciugacapelli, il rasoio elettrico o la lavatrice portati da casa italiana senza l’adattatore adatto ad adattare prodotti italiani oltre Manica non potrebbero funzionare in England. Lavatrice e frigorifero italiani sarebbero peso in piu’ nella valigia.

L’adattatore e’ il primo acquisto che si deve fare perche' dall’acquisto capisci tutto: capisci quanto costa vivere a Londra. L'adattatore elettrico diventa piu' che altro un adattatore psicologico. Questo aggeggio, che in Italia compreresti al massimo due euro dal piu’ caro dei commercianti truffaldini, in Inghilterra l’ho pagato 4 pounds (sterline) e mezzo: quasi 8 euro, circa sedicimila lire delle compiantissime lire italiane!

Cosi’ e’ la vita.

Con lo stipendio italiano, gli italiani non arrivano piu' a coprire in Italia la terza settimana del mese. Con lo stipendio italiano, gli italiani non arriverebbero a coprire a Londra la meta' della seconda settimana del mese.

Ma vale la pena venire in Inghilterra. Trovi tuo fratello, trovi tua cognata, trovi la sorella di tua cognata, trovi il marito della sorella della moglie di tuo fratello, trovi la figlia della sorella di tua cognata, trovi i tuoi parenti che dopo essersi fatto il mazzo (non di carte e neanche di fiori) si sono sistemati, integrati e fatti apprezzare; trovi una parte di te, della tua famiglia, del Villaggio Mose' e di Montallegro che e’ emigrata fuori dall’Italia per realizzarsi; trovi una comunita’ straniera accogliente che da’ spazio a chi sa fare e a chi vuol lavorare; trovi una vita sintonizzata con la modernita’; trovi gente laboriosa; trovi tutte le case con il giardino; trovi una citta’ con tanto verde e tanta pulizia; trovi il culto delle tradizioni; trovi quartieri di lusso dove abitano le star del cinema mondiale; trovi gente che fa la rivoluzione se gli togli la cabina telefonica in tipico legno dipinto di colore rosso Maranello-Ferrari; trovi un popolo che ama la corona, i coronati e le coronarie; trovi persone che parlano una lingua che non conosci e che ti risulterebbe incomprensibile se non fosse per tuo fratello e tua cognata che te la traducono all'istante, da bravi human translator, senza difficolta’ dopo averla imparata con gli inglesi madre lingua in quattro anni di permanenza a Londra; trovi tutti i musei dove si entra gratis (che bello!) per vedere un Van Gogh, un Canaletto, un Michelangelo, un Monet, un Renoir, un Turner, un Picasso, una stele di Rosetta, una mummia egizia, uno scheletro di dinosauro (l’abbiamo provato visitando la National Gallery e lo proveremo andando nei prossimi giorni al British Museum: da bravi italiani, se e’ gratis si corre!). A Londra paghi tutto, paghi anche l’aria che inquini con il duro lavoro intestinale, paghi guardando le vetrine con i preziosi ori di Tiffany, ma non paghi la cultura, non paghi la memoria dei popoli, non paghi la conoscenza che si trasmette e si contagia. La cultura in Inghilterra non ha prezzo ed e’ per tutti, anche per i morti di fame. Tutti hanno diritto alla conoscenza. Anche noi italiani entriamo gratis, all'ingresso non ti chiedono il passaporto, non ti chiedono se sei ricco o povero, se sei colto o ignorante, se sei bianco o nero, se sei cattolico o ebreo, se sei inglese o siciliano.

Domani, prometto, vedro' di trovare un po' di tempo per andare a parlare con il primo ministro o la regina per far applicare lo stesso sistema con le case, il cibo e i pub. Tutti hanno diritto di dormire, mangiare e bere gratis!

P.s. Mi scuso con i lettori italiani per gli orrori ortografici. Per scrivere questo post ho utilizzato una tastiera inglese di un compiuter Acer in cui non ho trovato tasti con vocali accentate. Per simulare l’accento, ho utilizzato l’apostrofo.

iliubo

(corrispondenze da Londra)

venerdì 29 agosto 2008

Allevamento di pesci da parete



I mari di tutto il mondo potranno ripopolarsi di pesci. I pescatori avranno di che pescare. I golosi di pesci avranno di che pisciare. Eccezionale scoperta di un nativo di Agrigento trapiantato a Ribera e lavorante per ragioni di lavoro a Sciacca che ci ha chiesto di mantenere l'anonimato. Per comodità di narrazione, lo chiameremo con un nome di fantasia: Calabrone Neros Maris Svolazzantis Mediterraneix detto Cal. Ebbene, il nostro amico Cal ha inventato e brevettato l'allevamento di pesci da parete. Un'invenzione originale e comoda, come si vede dalla foto, che serve anche da arredo. Rende bella la casa e pescoso il mare. I pesci si comprano direttamente nelle variopinte botteghe artigiane dei ceramisti di Sciacca. Ce ne sono di diversi colori e dimensioni. Si portano a casa e si appendono in una parete verticale a scelta, dipinta di azzurro mare. I pesci si possono ammirare nella loro bellezza o pescare per gustarne le prelibatezze. Ti metti con una canna da pesca seduto a distanza su una comoda poltrona e con una canna o una rete cerchi di pescarne il più possibile. Una volta pescati, i pesci si possono o portare al mare oppure affogare in padella. Al mare, affondano. In padella, invece, si cuociono senza fiatare. L'unico inconveniente è che questi pesci di nuova generazioni sono duri da masticare, ma con un po' di fantasia e soprattutto allenamento fisico e dentario si possono macinare e inghiottire. All'inizio fa un po' senso, poi gli occhi e lo stomaco col tempo si abituano.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

mercoledì 27 agosto 2008

Insegnante somaro meridionale offresi per scuola di polli


“Facitimi travagghiari cu li picciliddi e i picciutteddi. Cercu un pusticeddu in squola del nordico”. Riceviamo e pubblichiamo il messaggio di un maestro siciliano, somaro dichiarato e certificato, alla ricerca di un facile lavoro nel settentrione d’Italia. “Per guadagnare quattro sordi – ci ha scritto – sogno disposto anche a imparare a li polli e a li galline”.
Non gli dovrebbe essere difficile centrare l’obiettivo di una cattedra. Tra le sue referenze, infatti, ci sono qualità che potrebbero essere apprezzate negli istituti di ogni ordine e grado dell’area tanto fortunata del nostro caro paese garibaldino senza la quale non ci sarebbe il meridione d’Italia e la questione meridionale. Il nostro amico maestro, con ostentato orgoglio, ci dice di essere ignorante, analfabeta, zoticone, somaro e, soprattutto, male istruito in una scuola del sud.
Auguriamo di tutto cuore al nostro amico maestro di trovare l’agognato posto di lavoro. Stando a quanto sta emergendo in questo periodo sui giornali, non dovrebbe essere faticoso. Al nord, si affermano ormai da decenni docenti originari soprattutto del sud, con un livello di preparazione molto scadente (il curriculum scolastico dei più bravi ha una media di cinque meno meno). Maestri e professori meridionali, secondo le dichiarazioni di allarmati politici e amministratori pubblici, hanno letteralmente invaso le scuole del nord egemonizzandone l’istruzione. E se sono scarsi gli insegnanti, di conseguenza anche gli scolari e gli studenti non dovrebbero eccellere. La scuola non è l’unico settore invaso da meridionali. I fratelli del sud hanno occupato anche altri posti che contano, posti importanti, posti di potere, posti nelle più alte cariche delle istituzioni, dell’industria e della cultura di livello nazionale e internazionale. Emigrano dalla Sicilia, dicono i sociologi, per superare la sindrome di superiorità. "Troppo superiori per sentirsi superiori in un ambiente di superiori".

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com/”)

lunedì 25 agosto 2008

Artista con i piedi


Ho ritrovato i piedi al mare, d’estate, sotto un ombrellone, avvolto da 45 gradi all’ombra. Ho ritrovato i piedi, almeno quelli, perché la testa mi viene difficile ritrovarla. La cerco da anni, da decenni, ovunque, ma niente. Non riesco a rintracciarla. Pazienza. Ne farò a meno. Mi accontento dei piedi e del mitico pollicione (detto alluce anche se non fa luce).
Farò tutto con gli arti. Chi se ne frega se quelli ritrovati sono inferiori rispetto ai superiori. Sarò pur sempre un uomo di arti. Con i piedi ritrovati sotto il sole, sarò finalmente un artista a tutti gli effetti. Un artista ritrovato, con i piedi ritrovati.
Chi si accontenta gode! Disse un giorno sospirando il nababbo Fimminar Ammunzer, all'interno del suo harem, circondato da 153 mogli, una più bella dell’altra ed ognuna con una specializzazione edonistica esclusiva per far godere in 153 punti erogeni diversi il nagenitore perché di babbo, a ben pensarci, non aveva nulla.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

lunedì 11 agosto 2008

Stelle decadute di San Lorenzo, protesta l'Asso Sognatori


Vibrante protesta dell’associazione “Sognatori e Desideratori” onlus sulla colpevole assenza delle stelle cadenti. Una lettera circostanziata è stata inviata al sindaco e per conoscenza alla Procura della Repubblica, ai ministri dell’Interno e della Difesa e al Presidente della Repubblica Italiana. L’associazione “Sognatori” onlus se la prende innanzitutto con il sindaco perché nella notte di San Lorenzo non sono cadute le stelle. “Abbiamo perso – scrivono nell’esposto – una giornata di ferie e un’intera nottata di sonno inutilmente senza vedere stelle cadenti. È uno scandalo. Mai era accaduta una cosa del genere. Il primo cittadino si doveva dare da fare e non pensare solo allo stipendio e agli spettacoli estivi. Doveva pensare anche ai sognatori e ai desideratori. Noi a votare ci andiamo e facciamo regolarmente il nostro dovere. Alle prossime elezioni ci vedremo. Non ci faremo più ingannare se ci prometteranno il cielo”.
L’associazione ha chiesto alla magistratura di aprire un’inchiesta. “Siamo stati truffati – spiegano –. Ci avevano promesso le stelle cadenti nella notte di San Lorenzo e così non è stato. Abbiamo comprato i panini e le bibite, ci siamo spostati nelle buie spiagge per concentrarci sul cielo stellato. Niente. Le stelle non si sono mosse di un dito. Le uniche stelle le abbiamo viste alla fine, all'alba, quando abbiamo smontato l’accampamento. Per la rabbia ci siamo dati dei pugni in testa. E altro che stelle cadenti! Le stelle ci giravano attorno come in un’orbita”.
Migliaia di migliaia di milioni di miliardi di denunce sono inoltre giunte alle autorità cittadine. Sono denunce di persone che nel corso dell’ultimo anno non hanno visto realizzare il desiderio espresso la scorsa estate, il 10 agosto 2007. C’è chi ha sognato un lavoro, c’è chi ha sognato un amore duraturo con la propria moglie, fidanzata o compagna. C’è chi ha sognato di avere un piccolo aumento di stipendio per arrivare a sostenere il caro vita nelle ultime due settimane del mese.
Ebbene non solo non è arrivato il lavoro e l’amore ma, stando agli ultimi dati dell’Istat, è aumentata la disoccupazione, è aumentato il numero dei divorzi e sono schizzati alle stelle i prezzi per cibo e benzina. Non si mangia e non ci si sposta più in macchina. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire. In chiusura, vi mostriamo una foto eccezionale. Siamo gli unici al mondo a pubblicarla. Quella che vedete accanto è l’unica stella cadente caduta nella scorsa e scarsa notte di San Lorenzo 2008. L’immagine l’ha scattata un nostro amico fotoamatore. La doniamo al mondo dei navigatori solitari.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...