sabato 26 aprile 2008

Imparare la lingua italiana ingoiando dizionari


Sono italiano e non conosco l’italiano. La lingua che fu di Dante, di Manzoni e del leggendario Salvatore Gioacchino Petrapapula, mi è estranea. La mia è una linguaccia che nasce come maldestra traduzione cerebrale del mio siciliano, parlato in famiglia e pertanto divenuto la mia prima lingua, la lingua matre. Ma come si fa a divenire padrone della lingua, a non pestarsi la lingua, a non mordersi la lingua, a non avere peli sulla lingua da radersi, a non avere la parola in bilico sulla punta della lingua?
Come si fa?
Mi piacerebbe conoscere e usare tutti i 250 mila vocaboli contenuti nei più aggiornati vocabolari della lingua italiana e divenire più esperto dei vari De Mauro, Zanichelli, De Voto-Oli, Sabatini, Treccani, Treppiedi, Tressette.
Ma come si fa?
Come si fa ad andare dietro a un dizionario che muta, evolve, si arricchisce, aumenta di volume ogni giorno che passa?
C’è da spararsi un colpo in testa o, nella malaugurata ipotesi di proiettili a salve, sradicarsi con una tenaglia la lingua dalla bocca e non parlare più.
Vivo da anni nel terrore di esprimermi con scadente proprietà di linguaggio, di non trovare la parola giusta per la frase giusta, di usare il congiuntivo opportuno al momento opportuno.
È una continua lotta quotidiana.
Un mio amico matematico, dall’alto della sua illuminata intelligenza, mi ripete che è semplice. Il trucco è la gradualità costante: apprendere una parola nuova al giorno ed è fatta!
Una nuova parola al giorno? Dovrei campare 250 mila anni! Ma pensandoci bene, è un augurio. Forse ci arrivo! Considerando che ogni giorno che passa aumenta l’aspettativa di vita di uomini e donne in tutto il mondo, non mi dovrebbe essere difficile campare qualche anno in più rispetto agli anni inizialmente preventivati all’atto del piacevole concepimento divertito tra mio padre e mia madre. Basta cominciare, insomma. Chi ben comincia è poi a metà dell’opera. Dunque, avendo cominciato nel migliore dei modi, mi rimangono da conoscere sono 125 mila lemmi della lingua italiana. E se comincio di nuovo bene ad approcciare l’apprendimento dei nuovi 125 mila parole, me ne rimangono automaticamente altre 62.500 parole. Nel giro di un nonnulla dovrei ingoiare un'intero chilogrammo di vocabolario della lingua italiana che tanto mi ha fatto soffrire il cervello e la schiena alla scuola dell’obbligo quando - mi dicevano gli insegnanti per incoraggiarmi ad andare avanti seguendo i principi della moderna didattica - “non ne volevo neanche con l’imbuto”.
Prima di apprendere le lingue straniere (l'inglese, il francese, il russo), dovremmo studiare bene la nostra lingua madre per non farla diventare arabo e dare così un senso definito alla nostra vita e all’ambiente in cui viviamo.

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

venerdì 25 aprile 2008

Maria De Filippi prepara "Nemici" e nuovi programmi Tv


Maria De Filippi starebbe preparando a sorpresa nuovi programmi. La regina di Mediaset, la campionessa di ascolti di Canale Cinque, la strapacciatrice di presentatori tv, starebbe lavorando con i suoi geniali collaboratori a dei format originali di sicura presa sul pubblico. E d’altronde, dopo i ripetuti e ormai decennali successi, non può che essere così anche per la prossima stagione televisiva. Maria De Filippi è coccolata dai vertici dell’azienda da Piersilvio Berlusconi a Fedele Gonfalonieri. E' una assoluta garanzia. Nessuno come la De Filippi riesce a guadagnare con scientifica puntualità audience d'altri tempi. Io stesso con tutta la mia sacra famiglia non posso fare a meno di seguirla in tutte le sue apparizioni. E continuerò a seguirla ovunque decida di andare. È come una droga. Dove la metti metti fa sempre bene raccogliendo pubblico, simpatie e consensi.
La moglie di Maurizio Costanzo Show punta al 40 per cento di share, dopo gli eccezionali picchi di ascolto del 35 per cento toccati con “Amici”. Diverse, dicevamo, le idee su cui starebbe lavorando. Nei corridoi del Palazzo delle Visioni, circolano già le prime indiscrezioni sui titoli delle future trasmissioni. Per i giovani inquieti che non hanno alcun hobby né interessi, si parla del talent sciò “Nemici”. Per gli automobilisti urbani impazziti dalla carenza di parcheggi si sta mettendo a punto “C’è sosta per te”. Per i disoccupati cronici “C’è un posto per te”. Per gli affamati “C’è arrosto per te”. Per la polizia stradale “Accosto per te”. Si parla anche di un programma domenicale: “Buon Sabato” che andrebbe a sostituire l’attuale “Buona Domenica”. Si starebbe, infine, studiando un programma pomeridiano dal titolo “Uomini, mezzi uomini, ominicchi e quaqquaraquà” e "Donne, donnine e donnette".
Stiamo cercando conferme su quello che potrebbe sembrare a prima vista pura fantasia. L’immaginazione è già al lavoro. Vi daremo conto dei risultati prossimamente su questo blog.
Nella foto, una famoso architetto durante lo studio di una nuova scenografia televisiva

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

mercoledì 23 aprile 2008

Vacanze con sorci e scarafaggi per il ponte


L’Isola degli Scarafaggi. L’Oasi dei Sorci. Lo Stagno dei Rospi. Sono alcuni siti che vengono consigliati in questi giorni da esclusive agenzie di viaggi per il ponte del 25 aprile e il ponticello del Primo Maggio. Masse di famiglie senza un soldo in tasca, a causa della recessione galoppante, lasceranno casa per raggiungere località turistiche dove trascorrere un periodo di assoluto riposo e relax per dimenticare la fame patita in questi ultimi mesi.
Gli esperti affermano che le prenotazioni sono state fortemente condizionate dalla mancanza di soldi. I pochi denari disponibili sono stati succhiati dai sempre più ricchi padroni del petrolio. Quello che si guadagna si spende tutto in pieno di benzina. Mangiano le automobili e non più noi e i nostri figli. Fra non molto le popolazioni motorizzate saranno costrette a chiedere dei prestiti per muoversi tanto sarà schizzato alle stelle il prezzo dei carburanti. E così si fa di necessità virtù. La fantasia di chi vuole a tutti i costi fare il turista e non rinunciare affatto a una sana abitudine vacanziera si sbizzarrisce per scoprire nuove mete turistiche. Ecco allora venire fuori siti sconosciuti come appunto i già accennati “Isola degli scarafaggi pestati”, “L'Oasi dei Sorci Mangerecci”, “Lo Stagno dei Rospi Spolpati” ma anche “La Valle dei Gechi a Forno”, “La Pianura delle Mosche Morte”, “Il Monte delle Zanzare Soffritte”, “Il Covo delle Larve Bollite”, “Il Centro delle Piattole Riscaldate”. Stanno prendendo piede pure siti come: “Il paese dei Pidocchi”, “La città dei Fantasmi Fifoni”, “La Regione Desolata”, “Terra Salata”, “La miniera delle Cacche Puzzolenti”, “La Pietraia degli Zoccoli e delle Zoccole”.
La vacanza è sacra e non si tocca anche a costo di andare all’inferno.

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

martedì 22 aprile 2008

Creare ricchezza dal nulla


Il nulla ci può rendere ricchi. Non che il nulla sia ricchezza. Ma dal nulla si può creare ricchezza. È un assunto rivoluzionario. Un’affermazione che prima d’ora non si era mai sentita. Il concetto viene ricavato dalle opere del più celebre filosofo e letterato del mondo: Salvatore Gioacchino Petrapapula.
In “La miniera d’oro del nulla ammiscatu cu nenti”, Petrapapula scrive: “La ricchezza è fondamentale per rendere ricco il popolo. Senza ricchezza c’è povertà, desolazione, schiavitù. La preoccupazione primaria dell’umanità, deve essere quella di produrre ricchezza anche dal nulla. Se ci pensi si può. Basta scoprire la chiave”.
Petrapapula dà una speranza a chi non possiede niente, a quei popoli che non hanno oppio, a chi non ha un conto in banca, a chi non lavora, a chi non ha pozzi di petrolio, a chi non è banchiere, ai ladri che rubano per diventare ricchi, ai tanti cercatori d’oro disperati che non riescono a trovare neanche una pepita arrugginita, a chi non ha un pezzo di corda buona neanche per emulare Giuda. Petrapapula ha gettato le basi per la costruzione di una nuova idea di futuro. Le sue idee ci consentono di saltare un presente esausto, depresso, sfiduciato. Un presente in cui aumenta la disoccupazione, sale l’inflazione, si alza il costo della vita, si assottigliano le risorse, si esauriscono le materie prime, aumentano i consumi di energia, diminuisce la ricchezza e in molti si ritrovano con culo per terra. La popolazione mondiale cresce di numero ma la ricchezza non è sufficiente per tutti, concentrandosi in poche aree e in poche mani. C’è ancora fame. C’è ancora chi muore per mancanza d’acqua e cibo. Non tutti si possono permettere il leccalecca. Non tutti hanno i mezzi di sussistenza e non tutti hanno gli strumenti culturali per uscire dal tunnel della povertà materiale e spirituale. Salvatore Gioacchino Petrapapula irrompe sulla scena internazionale come il nuovo messia del terzo millennio. Ci incita a costruire la ricchezza dal niente. Dai rifiuti si è riusciti a ricavare energia e dunque ricchezza. Perché dalla condizione di nientezza e nullità non fare la stessa cosa? Abbiamo un corpo, abbiamo un cervello, abbiamo la genialità, abbiamo la fantasia, abbiamo l’immaginazione, abbiamo la forza di volontà, abbiamo il culo a terra che ci sostiene. Anche se abbiamo le tasche vuote, anche se abbiamo lo stomaco che ulula dalla fame, una via d’uscita c’è sempre. L’idea, una buona idea, è quella che conta. C’è chi si è addirittura inventato il mestiere del gradino. Va all’aeroporto e si distende ai piedi della scala che conduce alla porta di accesso all’aereo. La stessa cosa si può fare alla stazione dei taxi, degli autobus, nei porti. L’uomo-scalino è comodo, pratico, mobile, pronto.
Nel niente meglio di niente!
Il mondo è troppo dominato dalla tecnica, dalla tecnologia, dagli attrezzi, dai computer. Le macchine hanno letteralmente rubato il lavoro a tante generazioni. Se il lavoro lo fanno le macchine e se il lavoro finora ha rappresentato l’unica fonte di ricchezza, cosa resta da fare per campare?
Tutto è stato automatizzato. L’uomo non serve più. È diventato inutile all’economia. I nuovi imprenditori assumono computer e robot per lavorare non solo nelle fabbriche ma anche nelle campagne. Bisogna reinventarsi nuovi lavori e nuove fonti di ricchezza. Bisogna essere competitivi. Bisogna riuscire a fare ciò che le macchine non faranno mai. Bisogna ripartire da zero. Vi consigliamo di leggere molto attentamente i preziosi consigli di Salvatore Gioacchino Petrapapula contenuti nell’opera omnia “La miniera d’oro del nulla ammiscatu cu nenti”.

A fianco "Lo stenditore di panni", immagine tratta da una foto della fotografa londinese Samantha Capitano.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)
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