sabato 6 dicembre 2008

Lecca lecca scaccia crisi


Oggi ho preso i soldi che avevo in tasca e li ho spesi tutti, fino all’ultimo centesimo. Mi sono comprato giusto giusto un lecca-lecca e ho cercato di trovare di nuovo il gusto genuino per la vita, a cominciare dalle cose semplici. Con tono austero e aulico mi sono detto: ma vaffanc… ai morsi della crisi economica, alle gangate del crac finanziario, all’umor nero del futuro, al bla bla bla allarmistico dei tanti esperti espertiani con master e super lauree che oramai ascolto toccandomi con il ripasso la borsa paterna.
C’è troppo pessimismo in giro e per giunta contagiante. È come se dovesse arrivare la fine del mondo, la biblica apocalisse. Non si può più seguire un telegiornale, né sfogliare un giornale. Non si possono più frequentare i negozi che tra l'altro sono vuoti. L’altro giorno sono stato dal barbiere per dare un’accorciatina ai pochi capelli rimasti solidaristicamente abbarbicati al cuoio capelluto. Il barbiere era seduto sulla sedia clienti a grattarsi la testa e non per problemi di pediculosi. Si è parlato per tutto il tempo della desolazione novembrina nelle vie commerciali illuminate di povertà. Sono andato poi in un negozio di calzature a cambiarmi le scarpe spellate e con belle aperture per l'aria condizionata. Lo scarpaio si lamentava degli affari che stanno andando male e delle tante scarpe che gli rimarranno sullo stomaco. La gente preferisce imitare San Francesco e camminare scalza e a piedi. Non prende più la macchina, lasciata in garage a fare la muffa. Ai distributori di benzina è iniziata la svendita dei carburanti con in regalo taniche di benzina agricola. Nei concessionari di automobili trovi i rivenditori che ti pregano per prenderti a costo zero l’ultimo modello di spider che non vuole nessuno neanche regalato. Le persone, se proprio è necessario, si fanno prestare la Fiat 850 con cui il nonno, 40 anni fa, si allontanava a spinta a fare fare la spesa dal vicino di casa.
C’è troppa sfiducia in giro. C’è troppa pubblicità e auto pubblicità negativa. C’è il passaparola della sfiga e dell’umor nero. C’è una sorta di auto convincimento che le cose vanno male e che andranno ancora peggio. C’è una contrazione economico-psicologica. E, in una società universalmente impostata sul consumismo capitalistico, sul concetto che se tu non compri io non lavoro e se io non lavoro non faccio lavorare e se io non faccio lavorare finirai con morire di fame anche tu, è la catastrofe. Chi ha dei soldi da spendere li deve spendere anche per il superfluo, anche per il voluttuario, anche per la carta igienica con la filigrana d’argento, pensando che quei soldi saranno spesi bene e serviranno alla causa dell’umana umanità. Chi spende dà felicità. Non importa quanto si spende, l’importante è spendere marxianamente secondo le proprie capacità.
Oggi ho compiuto la mia buona azione. Ho svuotato la tasca forata dei miei pantaloni di battaglia quotidiana. Ho contato 70 centesimi di euro. Con l’elemosina degli ultimi mesi, ho aggiunto altre 7 euro e 30 centesimi e mi sono comprato un bel lecca lecca colorato, a tre gusti (dieci euro di lecca lecca: è diventata cara la vita di oggi! Ma pazienza, lecco con più gusto).

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)
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