venerdì 31 dicembre 2010

Un anno nuovo da oroscopaio


Sarà l’anno del diluvio o l’anno del pediluvio? Sarà per gli uomini l’anno della fatica o l’anno della fi..? Sarà per le donne un anno paonazzo oppure sarà solo un anno del ca…? Domande atroci che ogni fine anno ci poniamo consultando oroscopi, tazzine di caffè, sfere magiche, palle girevoli. Chi indovina è bravo!
Gli studi dei maghi vengono presi d’assalto, gli indovini non hanno il tempo di dormire, gli oroscopai impazziscono per far quadrare le previsioni e non mischiare le carte. Ma come sarà il 2011? Avremo più sesso? Avremo più orgasmi? Avremo più denaro? Avremo più felicità? È da una vita che cerchiamo di indovinare il futuro, di prevedere gli scenari, di delineare le nostre prospettive, di capire cosa ci succederà prossimamente. Tutto dipende dalle stelle. Così ci dicono. Ma non dalle stelle che vediamo sbattendo la testa contro un palo. Ma dal movimento degli astri, da come si posizionano, da come si intersecano. Dipendiamo dal segno zodiacale, dalla data di nascita, dall’ascendente… è, insomma, un vero casino prevedere il futuro.
Non basta essere un toro! Potresti essere un toro che nasconde un’ascendenza vergine.. . il che cambia completamente la visione e la previsione. Poi basta essere nati toro un minuto prima o un minuto dopo dal fatidico taglio ancestrale che tutto si stravolge. È una tragedia prevedere cosa succederà. Ecco perché gli oroscopai puntualmente sbagliano. A fine anno si lanciano nelle previsioni più convincenti possibili: che il presidente degli Stato Uniti Obama sarà accusato di razzismo contro i bianchi, che tra i bianchi americani si diffonderà la moda di diventare neri, che il famigerato Ku Klux Klan riceverà il Nobel della Pace alla carriera, che una compagnia teatrale di cani riceverà l’Oscar, che i gatti si spaventeranno dei ratti, che il mondo sarà comandato dai bambini, che gli asini avranno le ali e voleranno. Tutti ad ascoltare a bocca aperta gocciolante i probabilissimi accadimenti previsti per l’anno entrante per poi ritornare indietro di dodici mesi e rivedere le previsioni dell’anno prima e scoprire che erano previsioni sballate. Indovinano solo quegli indovini che hanno scommesso d’azzardo, prevedendo l’opposto dei colleghi indovini. Uno dei due indovinerà sicuramente qualcosa. E si guadagnerà clienti per il prossimo anno.
Un 2011, comunque, fantastico. Da vivere magicamente, senza previsioni magiche.

© iliubo

mercoledì 22 dicembre 2010

Babbo Natale in affari


Babbo Natale, per non sentirsi troppo babbo, quest'anno in Sicilia si fa pagare i regali. Babbo, per chi non lo sapesse, è una parola che in siciliano significa anche stupidotto. Il simbolo della bontà, della generosità, il Grande Padre buono che si fa vivo a fine anno, si è dunque messo in affari. Ogni dono se lo fa pagare caro ed amaro, dando comunque la possibilità, essendo buono d'animo, di pagare con comode rate a tassi usurai del cento per cento. Una convenienza!

sabato 4 dicembre 2010

Ridere di mafia con lo Stupidario di Cosa Nostra


La mafia che fa ridere. In un libro che raccoglie il meglio degli errori e degli orrori linguistici. C’è il politichese, il giornalichese, l’avvocatese. E c’è anche il mafiachese, un linguaggio che è stato studiato e ristudiato sia nel suo aspetto sonoro sia in quello muto.

Due grandi umoristi siciliani, Lino Buscemi e Antonio Di Stefano tornano in libreria con l’esilarante opera “Signor Giudice, mi sento tra l’anguria e il martello”. Il libro, con la simpatica copertina del vignettista Roberto Mangosi, è pubblicato da Navarra Editore. Complimenti davvero a tutti.

Il contenuto del libro, fresco fresco, anzi caldo caldo di stampa, si spiega con tre parole sotto il titolo: Stupidario – ma non solo – di Cosa Nostra.

Nella scheda del sito dell’editore siciliano Ottavio Navarra ci si chiede: Si può ridere della mafia? Questa è la risposta.

Signor Giudice, mi sento tra l’anguria e il martello” dimostra che si può e forse si deve. Attraverso una spassosa selezione di autentiche balordaggini (vere e proprie gag comiche), svela l’altra faccia della Piovra; un sottobosco di boss illetterati e patetici padrini con le loro peregrine citazioni pullulanti di “prove scaccianti”, persone minacciate dalla “spada di Damacca” ma che a collaborare non hanno mai avuto il minimo “tintinna mento”.

Questa è la scheda.

D’ora in poi, quello che diranno potrà essere usato contro di loro. Loro, guappi che paiono aver perso la guapperia e acquistato il senso dell’umorismo, che per sottrarsi alle responsabilità si creavano l’alito, che hanno sempre vissuto allo stato ebraico e ci hanno avuti alla loro mercedes.
Suscita meraviglia leggere gli sproloqui esilaranti dei cosiddetti uomini d’onore, a loro agio più con la condizionale che con il congiuntivo, e vedere sgretolarsi nel ridicolo la loro picciotesca baldanza, dissolversi in una barzelletta la loro feroce spocchia gangsterica: «Pronto, Avvocato, mi può dire se il processo di mio marito lo faranno al Tribunale oppure nell’aula hamburger?»; o ancora: «Signor Giudice, mio cugino non era contuso con la Mafia». Spigolature curiose e aneddoti riferiti dai diretti protagonisti (come Falcone e Andreotti) completano l’ameno compendio di farsesche trascrizioni, tanto più incredibili quanto più genuine e testuali. È così, in definitiva, che questo libro, pur non avendo velleità di saggio o di studio antropologico, da una parte assume un notevolissimo e inedito interesse documentario, e dall’altra, ciò che più conta, ci tira su il molare.

Questi sono i due grandi autori.

Lino Buscemi, avvocato, docente di Comunicazione pubblica, giornalista pubblicista, dirigente della Regione Siciliana, già funzionario ispettore della Commissione Antimafia dell’ARS e consulente della Commissione nazionale parlamentare Antimafia. Osservatore attento della realtà siciliana, ha pubblicato numerosi saggi, monografie e articoli su argomenti di carattere sociale, storico e giuridico. Per Navarra Editore ha già pubblicato Sconosciuti & Dimenticati. Monumenti, luoghi e personaggi di Palermo (2009).

Antonio Di Stefano (Palermo, 1941), laureato in Scienze biologiche, ha insegnato al liceo classico e ha svolto l’attività di informatore scientifico.
Ha pubblicato: La vita è bella perché è avariata (Dario Flaccovio, 1988), Tante esequie dottore (Dario Flaccovio, 1989), Stupidario medico (Mondadori, 1992), Mal cognome mezzo gaudio (Mondadori, 1994), Dottore, ho un sofficino al cuore (Mondadori, 1995), Alle sogliole del duemila (Mondadori, 1998), Dottore ho i dolori aromatici (Mondadori, 2000), Non prenda niente tre volte al giorno (con Pippo franco, Mondadori, 2002), Qui chiavi subito (con Pippo Franco, Mondadori, 2004), L’occasione fa l’uomo ragno (con Pippo Franco, Mondadori, 2007), L’ultimo chiuda la morta (con Lino Giusti, Novantacento, 2008).
Iliubo

giovedì 18 novembre 2010

Scherzi bastardi: che palle!

Scherzi bastardi! Ci vuole veramente genio, creatività e sregolatezza per prendere in giro le persone facendo impazzire dalle risate sia l’inventore che la malcapitata vittima. E non è solo una questione di età. Le burle non si fanno solo da ragazzini. Anche i grandi, se sono piccoli nell'animo, si divertono a prendere in giro gli amici, deridendoli in malo modo. Ecco un esempio di schezo bastardo. Che dolore!

sabato 6 novembre 2010

Il pelo nell'uovo che fa gola


Cerchiamo troppo l’ombra e non la luce. Cerchiamo troppo spesso il pelo nell’uovo e nelle frittate. Vediamo solo la pagliuzza nell’occhio degli altri e non vediamo la trave e il palo conficcati nei nostri bulbi oculari. È un’epoca strana, di conquiste incredibili, ma in cui puntiamo sempre di più la nostra attenzione, le nostre migliori energie troppo sul male. È andata a finire che siamo diventati dei poli negativi capaci solo di vedere solo i peli e non più l'uovo. E' andata a finire che siamo diventati esperti, nella nostra riconosciuta scienza e supercapacità, di criticologia:
Questo non va bene! Quest’altro non ne parliamo! E perché è stato fatto così! E perché è stato fatto cosà! E si poteva fare diversamente! E' evidente che sei un incapace! Sei un inefficiente! Sei brutto! Sei un mostro! Sei da buttare!
È come se esistesse al mondo solo il negativo, il marcio, il buio, il nero, l’oscurità. Apri un giornale e ci sono terremoti, stragi, omicidi, casi di pedofilia, abusi, stragi, attentati terroristici, la crisi dell’economia, la perdita di posti di lavoro, lo zio che ha strangolato la nipote, il prete pedofilo, il politico che ha preso la tangente, la mafia che estorce e che comanda e che uccide.
Sembra non esserci via di scampo. Dove ti giri ti giri c’è solo e sempre il male che si amplifica, che ti entra da ogni parte delle orecchie, che ti penetra, che ti stupra l’animo. Accendi la tv ed è la stessa litania: gli italiani amano la cronaca nera! e la televisione si adegua arrivando fra poco a intervistare il morto con un inviato speciale nell'aldilà. Accendi la radio idem con patate, con le voci delle vittime che parlano dei carnefici e i carnefici che spiegano come hanno ammazzato nei minimi particolari, sollecitati a utilizzare un linguaggio semplice per essere compresi anche dai bambini.
Ci stiamo deformando il cervello, ci stiamo deformando la visione, ci stiamo deformando la percezione. Ci balena l'intuizione di vivere in una società che è diventata o sta diventando depressa, bombardati da un sistema della comunicazione onnisciente, onnipresente, onnipotente. E quando si è depressi si vede tutto nero, si pensa tutto nero, si riflette tutto nero, si ragiona tutto nero. I colori brillanti dell’arcobaleno, nella quiete dopo la tempesta, quasi non li notiamo più nel cielo. Siamo troppo concentrati a vedere le nuvole nere, ad attendere le previsioni meteorologiche dei prossimi uragani per tralasciare l'azzurro cielo, per tralasciare l’arcobaleno che riteniamo un fenomeno infantile, una perdita di tempo. Pensiamo, invece, che il cielo non è azzurro ma pieno di smog, frastornato di rumori del traffico. E pensiamo facendoci distrarre dalla rilassante musica dell’I-pod sparata a tutto volume nei timpani, oscurandioci la vista del mondo con un paio occhiali da sole. Non vediamo più i colori naturali della natura, non sentiamo più la sinfonia della vita. Tutto è come diventato notizia, perché viviamo in un mondo basato sull’informazione e sulla comunicazione (tv, stampa, internet, cellulari ecc.) che ha una grande influenza sull’opinione pubblica, che ha una grande influenza sul modo di pensare, che ha una grande influenza sul modo di riflettere di ogni singolo individuo. Noi pensiamo quello che ci fanno pensare. Noi pensiamo quello che altri pensano. E siccome fa notizia il sangue, fa notizia il lutto, fa notizia lo stupro, fa notizia la morte, fa notizia la violenza, fa notizia ciò che non va, è come se esistesse solo il male, solo una realtà contagiata, violenta, storpia, ladra, assassina. Fa notizia anche la ciabatta che in uno sperduto paesino dell'Australia ha inavvertitamente sfiorato una formica operaia.
San Francesco non fa notizia con il suo preedicare il ritorno alla natura e alla semplicità. Il guru orientale che predica il ritorno a se stessi non fa notizia. Il poeta che scrive un capolavoro lirico non fa notizia. Il bimbo che impara a parlare non fa notizia. Il fiore che spacca l'arido deserto non fa notizia. E se non fanno notizia le meraviglie della vita è come se le meraviglie non esistessero. È come se non ci fossero. E' come se Adamo, invece di vedere la bellezza di Eva, si lamentasse continuamente col Padreterno del perché non somigliasse alle pelose scimmie e non gliel'avesse consegnata depilata. E se lo straordinario, il bello del mondo non vengono fuori, per noi speciali mortali esistono solo il brutto, la mediocrità, l’incapacità, la sofferenza che danno origine a critiche, a biasimi, a condanne, a polemiche a valanga, a pugni sul petto. Viviamo in un sistema malato che ci vuole fare ammalare se già non siamo ammalati. Si sa ormai tutto di tutti o si vuol sapere tutto di tutti. La nostra stessa interiorità è ormai messa a nudo nella piazza di internet. Ma alla fine non sappiano niente di profondo, niente di vero. Alla fine siamo solo più fragili di prima e non facciamo altro che sbatterci la testa al muro, sbattere la testa contro altre teste e fare anche i replicanti del negativo, nel gioco dell'amplificazione, nel gioco della proliferazione del male nella gogna virtuale. Anche io mi sono lasciato prendere scrivendo male del male.
Spegniamo tutto, per riascoltare di nuovo la vita delle origini.

fonte: www.raimondomoncada.it

giovedì 4 novembre 2010

Sanremo, si canta Comu si li cugghieru li peddi pira


No a “Giovinezza” e “Bella Ciao”. Sì invece a “Comu si li cugghieru li peddi pira” e a “Chi l’haiu tisa”. Sul palco dell’Ariston di Sanremo, non ci saranno gli inni del periodo fascista e neanche quelli della Resistenza e del Movimento di Liberazione. Per festeggiare degnamente il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che iniziò con lo sbarco del generale Giuseppe Garibardi e dei Mille a Marsala, Sanremo dedicherebbe il festival della canzone Italiana del 2011 ai canti della migliore tradizione siciliana. La Trinacria, dunque, dovrebbe essere la protagonista assoluta del festival targato Gianni Morandi e la bella Belen Rodrigez. Si è appreso (fonte Ansa) che il consiglio di amministrazione della Rai avrebbe stigmatizzato l'ipotesi di proporre "Bella ciao" e "Giovinezza" sul palco dell'Ariston in occasione della serata che il festival di Sanremo dedicherà ai 150 anni dell'unità d'Italia. “Non facciamo e non vogliamo fare politica” ha risposto Gianni Morandi a una domanda sulle polemiche scaturite dall’annuncio di proporre sul palco dei fiori “Giovinezza” e “Bella ciao”.
Prende di più corpo, allora, l’ipotesi di un omaggio alla Sicilia, da cui partì l'operazione di cucitura dell’italico stivale che lasciò però la puzza al piede. Sull’Ariston, se l’ipotesi verrà confermata quanto prima, si potranno ascoltare celeberrimi brani siculi come: “Vitti ‘na crozza”, “A cammaratisa” (meglio conosciuta nel mondo come Chi l’haiu tisa), “A curuna”, “A virrinedda”, “Comu si li cugghieru li beddi pira”, “Dammi 'na manu c'appiccicu”, “Dammi dammi 'na vasata”, “E la luna 'mmezzu mari”, “E vui durmiti ancora”, “Grattatilla cu la grattalora”, “Jetta la riti”, “La campagnola”, “La pampina di l'oliva”, “La picciuttedda di la Conca d'oru”, “La siminzina”, “La strina”, “La sveglia”, “Lu basalicò”, “Lu miu matrimoniu”, “Lu sciccareddu”, “Metti pezzi papà”, “Mi votu e mi rivotu”, “'Ntonia c'è lu bummardamentu”, “Nostalgia”, “Paci facemu”, “Quantu è laria la me zita”, “Sciuri sciuri”, “Sicilia”, “Sicilia antica”, “Sicilia amara”, “Sicilia bedda”, “Si maritau Rosa”, “Stanotti amuri me”, “Terra d'amuri e di duluri”, “Viva San Calò”, “Nicuzza”, “U viddaneddu”, “A canzona di lu carritteri”, “La pampina di l’aliva”, “A la vigna”, “Lu sciccareddu”, “Colapisci”, “Dumani è duminica”, “Lu muccaturi”, “Li pirati ‘nPalermu”, “'Ntintiri ‘ntontari”, “A lu mircatu”, “A la vo’”.
Di fronte a cotanta potenza musicale, ci inchiniamo rispettosi.

Iliubo
(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com/”)

domenica 31 ottobre 2010

Santa Margherita 400 anni, premio a Valeria Bilello


Con un brindisi collettivo del numeroso pubblico presente al teatro Sant’Alessandro, dentro il meraviglioso Palazzo Filangeri di Cutò, si è conclusa ieri sera la cerimonia di consegna dei Riconoscimenti “Santa Margherita 400 anni”. Una manifestazione che ha avuto momenti di grande emozione e suggestione, in uno dei luoghi d'infanzia più amati dal grande scrittore siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del celebre romanzo “Il Gattopardo”

La cerimonia è stata organizzata dal Lions Club Sambuca Belìce nel contesto delle Celebrazioni del quarto centenario della Fondazione ufficiale della città avvenuta nel 1610 quando il Re Filippo III autorizzò il barone Girolamo Corbera a dare al paese il nome di Santa Margherita. Il nutrito programma di celebrazioni per lo storico anniversario è stato promosso dal "Comitato 28 Maggio" e sostenuto da importanti aziende del territorio.

I riconoscimenti "Santa Margherita 400 anni", dal forte carattere simbolico, sono stati attribuiti a quelle personalità, enti, società, istituzioni che, con la loro attività professionale, culturale e di impegno civile, hanno contribuito alla crescita sociale, umana ed economica della Sicilia.

Per la sezione “Comunicazione” hanno ricevuto il premio il Tgr di RAI Sicilia, il Giornale di Sicilia e Tele Radio Sciacca.

Per la Sezione "Imprenditoria" i riconoscimenti sono andati alla Banca di Credito Cooperativo Sambuca di Sicilia e a Rosario Amodeo, originario di Sambuca di Sicilia, Fondatore e Amministratore del gruppo Engineering Ingegneria Informatica S.P.A. Ed ancora, a Giacomo Rallo titolare dell’Azienda Vitivinicola Donnafugata e Francesco Giuffrida della Terme Acqua Pia di Montevago.

Per la sezione "Promozione Patrimonio Culturale", i premi sono stati assegnati all’architetto Pietro Meli, ex Direttore Parco Archeologico di Agrigento, oggi Soprintendente Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento, ed al sindaco di Burgio Vito Ferrantelli per l’istituzione del Museo della Ceramica.

Per la sezione "Santa Margherita Donna", riconoscimenti al dirigente del Commissariato di Polizia di Sciacca Maria Elena Testoni, alla margheritese missionaria a Salvador de Bahia suor Adalgisa Attulo, all’attrice margheritese Valeria Bilello.

Per la sezione "Impegno sociale", riconoscimento "SAnta Margherita 400 anni" al Comitato Addiopizzo di Palermo.

Consegnati anche i premi “Santa Margherita alla memoria" al maestro Giambecchina, a Padre Ennio Pintacuda, al fotografo Nicola Scafidi (il primo a fotografare il terremoto del Belice), Salvatore Scuderi poeta, grande animatore culturale di Santa Margherita e fondatore dello storico Gruppo Folkloristico Manzil Sindi. Ed ancora a Padre Puglisi, parroco della Parrocchia di San Gaetano di Brancaccio il cui riconoscimento è stato ritirato dai suoi ragazzi del Centro di Accoglienza Padre Nostro di Palermo.

Per la sezione "Cultura ed Arte", infine, i riconoscimenti sono andati al professore e rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, e al tenore palermitano Pietro Ballo che, alla fine della serata, ha deliziato il pubblico eseguendo con la sua splendida voce due canzoni del suo vasto repertorio lirico.

Valeria Bilello, nativa di Santa Margherita, ospite d'onore della serata, emozionatissima così come i suoi genitori in sala, ha parlato delle sue esperienze cinematrografiche con Pupi Avati e Gabriele Salvatores, della sua esperienza come conduttrice della nota trasmissione Nonsolomoda di Canale Cinque ed ha annunciato, che sta lavorando alla realizzazione di altri due film con registi importanti.

La cerimonia, presentata dal giornalista Raimondo Moncada, è stata introdotta dagli interventi del professore Roberto Lagalla e dello storico dell'arte Tanino Bonifacio, presidente del Lions Club Sambuca Belice, che ha anche consegnato ufficialmente alla Città di Santa Margherita di Belìce la lettera con il saluto istituzionale del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini.

La cerimonia è stata chiusa da un brindisi corale e con l'augurio del presentatore a tutti i presenti: "Appuntamento fra 400 anni!"

iliubo

giovedì 14 ottobre 2010

Vittoria Giunti, il viaggio di Gaetano Alessi


Una partigiana. Un’amante della libertà. Un personaggio straordinario, colto, sensibile, intellettuale, umile di una nobile umiltà. Una donna del popolo e per il popolo. Ricca di cuore e di passioni. Instancabile. Coerente e fedele nelle idee e nei valori in cui credeva e che incarnava con una semplicità disarmante. La prima sindaco non maschio della Sicilia. E, forse anche, la prima sindaco non siciliana dell’isola. Lei è Vittoria Giunti, fiorentina, una strada spalancata per una brillante carriera accademica che abbandonò assieme alla sua cara Toscana per combattere la sua seconda resistenza in terra di Sicilia, accanto al compagno di una vita: Totò Di Benedetto, anch’egli partigiano, per tanti anni parlamentare del Pci e sindaco di Raffadali. Vittoria Giunti è stata così straordinaria che durante la sua straordinaria esistenza non ha mai parlato di sé e degli eventi che l’hanno vista grande protagonista dalla Resistenza al nazi-fascismo alla nascita dello Stato democratico. Una donna che si è raccontata solo negli ultimi istanti della sua vita ad un giovane di Raffadali, al giornalista e scrittore Gaetano Alessi, regalandogli una preziosa eredità spirituale. La sua storia è diventata un libro. Il volume porta un titolo emblematico: “Le eredità di Vittoria Giunti”. Il libro, autoprodotto, è già alla seconda edizione. E anche la seconda edizione è quasi esaurita. La storia di Vittoria Giunti comincia ad essere conosciuta in tutta Italia per come merita. E non solo grazie al libro. Gaetano Alessi, emigrato da anni a Bologna ma con il cuore piantato a Raffadali, gira l’Italia in lungo e in largo, in verticale e in orizzontale, per parlare di questa donna straordinaria. “Le eredità di Vittoria Giunti” sarà presentato anche domani, venerdì 15 ottobre 2010, con inizio alle ore 20,30 nell’auditorium comunale di Conselice, in provincia di Ravenna, “l'unico comune in Italia – ci rocorda Alessi nel suo profilo facebook - ad avere un monumento dedicato alla stampa clandestina... quindi nostra patria... patria di Ad Est” il giornale che lo stesso autore ha fondato nel suo paese. L’evento ha il patrocinio del Comune di Conselice e dell’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

Ma è lungo l’elenco delle presentazioni de "Le eredità di Vittoria Giunti":

- 13 giugno 2009 a Raffadali (Agrigento)
- 4 settembre 2009 Santa Elisabetta (Agrigento)
- 5 settembre 2009 Agrigento
- 15 febbraio 2010 Agrigento (Istituto professionale “Nicolò Gallo”)
- 14 maggio 2010 Sant'Agata sul Santerno (Ravenna)
- 21 giugno 2010 Bologna (Festa Unità Due Madonne)
- 25 luglio 2010 Fidenza (Parma) (Festa de L'Unità)
- 3 settembre 2010 Parma (Festa de L'Unità)
- 5 settembre 2010 Ravenna (Festa de L'Unità)
- 18 settembre San Pancrazio Parmense (Parma)
E non è finita qui. Dopo Conselice, ci sono tanti altri appuntamenti. Il 28 ottobre Gaetano Alessi parlerà del libro e di Vittoria Giunti all’Università di Parma, il 30 ottobre a Galliera in provincia di Bologna. Nel mese di novembre, aspettano ancora Gaetano Alessi Reggio Emilia, San Pancrazio Parmense e Lugo, comuni in provincia di Parma. L’autore ha anche una possibilità di presentarlo a Londra, presso la comunità dei tanti italiani residenti oltre manica.
Straordinario!
"La storia di Vittoria Giunti – dice Gaetano Alessi - è una storia che parla di riferimenti etici e di sogni una storia che era stata dimenticata e che la fortuna ha voluto mettere sulla nostra strada"
“Questo libro – aggiunge l’autore – è, innanzitutto, un seme piantato nel ricordo, nella memoria più bella dell’Italia. Vittoria è un personaggio che, a mio parere, rappresenta l’idea della sinistra italiana. Lei, partigiana, ottima matematica (aveva frequentato l’Istituto di Alta matematica di Roma) aveva davanti a sé un futuro sia accademico sia parlamentare, e semplicemente scelse di rimanere in Sicilia, prima donna sindaco dell’isola, nel 1956, nel comune agrigentino di Santa Elisabetta; scelse di lavorare in Sicilia, di amare e di dedicarsi al popolo siciliano".
Numerose sono state le recensioni su La Repubblica, La Sicilia, Noi Donne, Narcomafia ecc.
La prefazione è del giornalista RAI e già direttore di Articolo 21 Giorgio Santelli.

mercoledì 6 ottobre 2010

Orgoglio Siculo, la Trinacria sul Duomo di Milano


La Trinacria svetta fiera sulla principale guglia del Duomo di Milano. E' l'orgoglio siculo! E' il simbolo di quel paese che con la sua operosità, tenacia, creatività ed intelligenza ha illuminato, arricchito e fatto grande l'Italia, dal sud al nord. Senza la Sicilia e i siciliani, l'Italia non sarebbe l'Italia. Affermava l'immenso scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, dopo il suo viaggio nel Bel Paese: “L’Italia senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto.”
La Sicilia è il sogno, il mito, il cuore, il sentimento, l'emozione, il sole, la luce. I siciliani veri ne sono gli interpreti e issano fieri il proprio vessillo di storia, di cultura e di civiltà in tutto il mondo, ovunque si trovino.

martedì 21 settembre 2010

Il leone, la gazzella e i colpi di testa

Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Quando il sole sorge, non importa che tu sia un leone o una gazzella, l'importante è che cominci a correre per non essere "muzzicato". Dopo la storiella africana, un consiglio cinese: attenzione alla direzione della corsa e a dove metti i piedi perché ti puoi fare male, molto male!

sabato 11 settembre 2010

Il senso della vita, arrivare per ripartire

Arrivare per ripartire per non ridursi a putridume puzzelente, per recuperare il gustoso senso della propria vita e godersi appieno il dono dell'esistenza. Giuliano Guerra, in questo video di Nonsoloanima.tv, ci esorta a riscoprirci, a trovare nuove energie, a ripartire, ad andare avanti, a non fermarci, a trasmutare le emozioni negative in positive. Si può! Si può! Si può!

martedì 7 settembre 2010

Il tavolo più veloce del mondo

Il video del mobile supersonico. Il tavolo più veloce del pianeta. L'arredamento da cucina che si fa inseguire e che per mangiare al volo ti devi allenare a correre veloce come il figlio del vento Carl Lewis o come il siluro Usain Bolt.
L'idea è dell'eclettico inventore inglese Perry Watkins, 47 anni. Watkins si è fissato l'obiettivo di battere il record per il mobile più veloce del mondo. Il primato è fin'ora detenuto da un sofà lanciato a 150 chilometri all'ora tre anni fa, nel 2007. Il tavolo del bizzarro inventore inglese va, o dovrebbe andare, a 200 chilometri orari, tutto apparecchiato di primi, secondi, gelato e frutta, piatti, posate, bicchieri e bottiglie, oliera, saliera e comprese le sedie. L'arredamento da cucina è completo.
Perry Watkins non è nuovo a queste bizzarrie. E' riuscito ad entrare nel nel guinness dei primati già quattro volte. L'ultimo record è la fabbricazione della Wind-up, la macchina più piccola del mondo. La Wind-Up misura solo 1,04 metri di altezza, 66 centimetri di larghezza ed è lunga 1,30 metri (la metà di una smart). Motore di 150 cc, l'auto raggiunge la velocità massima di 65 Km/h e consuma 1 litro di benzina ogni 25 chilometri percorsi.

domenica 5 settembre 2010

La comicità di Giusti e Di Stefano


Una mitragliatrice con un caricatore pieno di battute! Proiettili caricati con una ironia tranciante che quando ti colpiscono ti fanno bene e che quando ti penetrano, esplodendoti all’interno, ti rilasciano una ulteriore comicità esplosiva. Questo è “L’ultimo chiuda la morta!!!”, il libro scritto a quattro mani da due grandi umoristi siciliani: Antonio Di Stefano e Lino Giusti con le illustrazioni delle due mani di Giuseppe Lo Bocchiaro. La casa editrice è la Novantacento di Palermo.

Il sottotitolo è: Uforismi, battute…dell’altro mondo. La copertina del libro di Di Stefano e Giusti (un tizio disperato che con una chiave cerca di chiudere una porta a forma di coperchio di bara), così come l’argomento ed il genere, richiama l’opera umoristica “Ti tocca anche se ti tocchi” dello scrittore siciliano Raimondo Moncada (che ha in copertina una bara aperta con all'interno uno scheletro sorridente che si tocca i cabbasisi di camilleriana memoria).

Entrambe le opere si propongono di non fare ridere da morire ma morire dal ridere!

“L’ultima chiuda la morta” è un libro che ho avuto tra le mani (anzi nella cassetta della posta) negli ultimi scampoli di un’estate che mi ha stonato con un colpo di coda. E’ un libro che ho letto, riletto e divorato. Non ne ho lasciato neanche una briciola per le camurrie di formiche che è dall’inizio della calda stagione che mi stanno rodendo il fegato.

Il suo spirito è diventato il mio. Mi ha pervaso di buonumore fino nel midollo.

“L’ultimo chiuda la morta!!!” si legge tutto d’un fiato per chi ha ancora fiato da investire in una sana e beneaugurante risata. Ad ogni battuta, Antonio Di Stefano e Lino Giusti regalano al fortunato lettore del salutare umorismo. La maggior parte delle battute sono dei veri e propri proiettili. Ma ce ne sono altre nel libro che si presentano sotto forma di supposte. Ti entrano dentro ed hanno un effetto a scoppio ritardato.

Si ride e si sorride, con puro godimento dello spirito.

“L’ultima chiuda la morta” lo puoi leggere a una battuta alla volta. Ridere, fare una pausa e riprendere. Lo puoi leggere a pagina per pagina e poi riposare i muscoli del viso. Lo puoi assorbire a capitoli. Lo puoi ingoiare per intero, così com’è, con tutta la sua divertente copertina, in ogni tempo ed in ogni luogo.

“L’ultimo chiuda la morta!!!” è suddiviso a temi, a sezioni, a caratteri, a personaggi. Gli autori si divertono a scavare nel complesso animo umano, a giocare con le parole, a trovare in uno scontro terminologico o in un cambio di vocale, quella misteriosa scintilla che improvvisamente aziona e distende una miriade di muscoli facciali, che ripulisce il sangue, che dà nuova energia al cervello, che provoca quel miracolo della natura umana che è il sorriso.

A partire dal titolo, "L'ultima chiuda la morta!!!", è un libro da leggere e da rileggere parola per parola, frase per frase, battuta per battuta, aforisma per aforisma, per regalarsi irripetibili attimi di buon umore.

iliubo
(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com/”)

mercoledì 1 settembre 2010

Strani nostrani, i siciliani di Savatteri


Quanto sono strani questi siciliani! Così strani da rasentare la follia. Così strani da lasciare un sicuro posto fisso e darsi alla pittura, al canto, alla vendita di libri, alla costruzione di carretti siciliani, a sostenere che Catullo sia originario di Campobello di Licata. Strani ma geniali, creativi, operosi, concreti, fattivi, azzardosi. Sono i siciliani di Gaetano Savatteri raccontati nel suo ultimo libro dal titolo “Strani Nostrani – Storie di siciliani fuori dal comune” edito da Novantacento, all’interno della collana “I libri di I love Sicilia”. La prefazione è di Pietrangelo Buttafuoco, per il quale il libro è un pretesto dell'autore "per saldare un debito con la propria terra, la terra di Sicilia, attraverso veloci ritratti che in poche battute ci raccontano 'la vita degli altri' con mano sapiente", uomini comuni dall'esistenza fuori dal comune che hanno osato abbandonarsi alla follia del vivere quotidiano. Il libro è stato presentato ieri sera al Collegio dei Filippini di Agrigento da Gero Miccichè, dal vicesindaco Massimo Muglia e da Gigi Restivo.
Gaetano Savatteri, nel corso dell'affollato incontro, ha raccontato la genesi del libro e di come ha scovato gli insoliti personaggi che vengono raccontati con poetica semplicità e garbata ironia, nei loro pregi e nei loro difetti, nelle loro stranezze e nelle loro ricchezze.
Il libro raccoglie il meglio della rubrica che da quattro anni, il giornalista e scrittore di Racalmuto tiene sul mensile I love Sicilia.
Brani di “Strani e nostrani” sono stati letti da Raimondo Moncada, altro strano nostrano, autore dell’opera umoristica “Ti tocca anche se ti tocchi”.
Alla presentazione, sono intervenuti alcuni degli agrigentini ritratti nel libro di Savatteri: Marcello La Scala, figlio del maestro carradore Raffaele La Scala; il baritono Giuseppe (Peppino) Dalli Cardillo, cantore del prestigioso coro della cappella musicale pontificia Sistina; Amedeo Bruccoleri titolare della libreria Capalunga, il pittore Giuseppe (Peppe) Butera; il direttore di Malgrado Tutto Egidio Terrana; il musicista Cesare Lo Leggio, fratello del professore catulliano Salvatore Lo Leggio; il professor Giuseppe Jannuzzo, padre dell’attore Gianfranco e presidente nella capitale dell’Associazione Agrigentini a Roma e Ovunque; lo scultore Giuseppe Agnello, autore della sculture di Leonardo Sciascia a Racalmuto e a Porto Empedocle del commissario Montalbano, celebre personaggio letterario di Andrea Cammilleri. Nel libro di Gaetano Savatteri, vengono raccontate le storie di altri agrigentini come quelle: del pittore Franco Fasulo; del farmacista Paolo Minacori e del notaio Nino Pusateri, fondatori delle Fabbriche Chiaramontane, la galleria d’arte aperta nelle fondamenta della chiesa di San Francesco; e del magistrato Gigi Birriteri, vice capo di gabinetto del ministro della Giustizia Angelino Alfano.
Un libro da gustare dalla prima fino all'ultima pagina per apprezzare il genio siculo, per "leggere in filigrana, come dice l'autore, anche qualche declinazione dell'essere siciliani, considerando comunque che nascere e vivere qui (in Sicilia) spesso non è né una condanna né fortuna, ma solo un caso". "Un irripetibile affascinante meraviglioso gioco del caso".
La serata è stata ripresa dalle telecamere dell'emittente agrigentina Teleacras e trasmessa integralmente in tv.

iliubo

domenica 29 agosto 2010

Il folk Raffadali conquista l'Ungheria


Il folk di Raffadali conquista i cuori magiari. Capacità di coinvolgimento, allegria, vivacità, energia, sono le qualità che più sono state apprezzate e che hanno lasciato il segno in Ungheria. La nuova compagnia folclorica “Città di Raffadali” di Antonella Panarisi ha partecipato con notevole successo al festival di agosto “Da Szeged alla scoperta delle regioni sud-orientali ungheresi”. Spettacoli, sfilate, incontri, scambi di amicizia, conoscenza della cultura, delle tradizioni, delle ricchezze umane e storiche di una terra affascinante e straordinaria: l’Ungheria. Un paese dell’est che punta ad entrare sempre di più nell’area europea con umiltà e determinazione, forte del suo Dna, della caparbietà della sua gente, operosa e accogliente.
Il gruppo folcloristico “Città di Raffadali” si è esibito, con le danze, le coreografie e i canti del proprio repertorio, in diverse località: Szeged, Kunszentmàrton, Kisszàllàs, Gyula, nel centro termale di Cserkeszòlò. La compagnia ha dato il meglio di sé, non risparmiando forze ed elargendo ovunque sorrisi. I ballerini, accompagnati da una orchestrina trascinante e su di giri, hanno dato vita a spettacoli sia al chiuso che all’aperto, strappando ovunque applausi, in teatro, in piazze e nel suggestivo scenario del castello medievale di Gyula, su un palco a palafitte eretto dentro uno specchio d’acqua. Una esibizione “salutare” ha anche rallegrato e intrattenuto le migliaia di vacanzieri ospiti del mega centro termale di Cserkeszòlò, gremito in tutte le sue decine di impianti: piscine all’aperto e al chiuso con acqua termale, acquascivoli, centri per fangoterapia, centri per massaggi ecc. E’ stato davvero un piacere vedere un centro benessere così allegro, organizzato, funzionante e stracolmo di famiglie, così come è stato un piacere la tappa nella romantica Budapest, la perla del Danubio, con l’immancabile giro in battello nel fiume per ammirare più da vicino le meraviglie della capitale magiara e i fiabeschi luoghi della principessa Sissi. E così come è stato un piacere la sosta a Ferrara, nel viaggio di ritorno, nella giornata di apertura del “Ferrara buskers festival” tra i più importanti festival internazionali degli artisti di strada, ospiti di un albergo gestito da amici raffadalesi (lo Student's Hotel Estense).

iliubo
(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

lunedì 9 agosto 2010

Le foto di Samantha Capitano a Montallegro


Dalla Sicilia a Londra, dove vive e fa la fotografa. Adesso ritorna nella sua terra, la provincia di Agrigento, per esporre le sue opere. Lei è Samantha Capitano. Mercoledì prossimo, 11 agosto 2010, alle ore 20, Samantha Capitano inaugurerà la sua personale di fotografia nell’ex sede del municipio di Montallegro, al Viale della Vittoria. La mostra ha per titolo “Oggi sposi! Reportage di nozze tra Londra e la Sicilia”. L’evento è promosso dall’Amministrazione comunale, dal sindaco Giuseppe Manzone e dall’assessore al Turismo Giuseppe Quadrone, ed è inserito nel programma dell’Estate Montallegrese 2010. La mostra rimarrà aperta una settimana. In esposizione soprattutto immagini di lussuosi matrimoni inglesi e di straordinari lieti eventi siciliani. In mostra anche ritratti di bimbi, teenager, artisti; e poi ancora paesaggi, lavori commerciali e pubblicitari. Si mettono a confronto due mondi completamenti diversi: l’Inghilterra e l’Italia, dove Samantha Capitano opera da diversi anni.

CENNI BIOGRAFICI
La fotografa, originaria di Montallegro, a Londra ha lavorato e si è affinata nell’arte del fotografare con maestri e professionisti affermati. Samantha Capitano studia al London College of Communication. Segue i seminari dell’artista e fotografo Martin Grahame-Dunn, presidente della Society of Wedding and Portraits Photographers (SWPP) con cui preparerà gli esami per diventare membro qualificato della stessa SWPP, la Società Inglese dei Fotografi di Matrimonio e Ritratti. Diverse foto di Samantha vengono scelte per partecipare a concorsi fotografici e il suo portfolio riesce a cogliere l’attenzione di due tra i fotografi più importanti della scena artistica londinese: Keith Appleby e Julia Boggio. Con entrambi instaura una collaborazione duratura, con Samantha Capitano che diventa a tutti gli effetti il secondo fotografo di tutti i matrimoni e dei lavori fotografici pubblicitari. Segue inoltre i seminari teorici (con Julie e Damien Lovegrove) e lo studio delle tecniche della luce sempre con Martin Grahame-Dunn ormai personal tutor di Samantha all’interno della SWPP. Nel 2008 fonda la propria compagnia, la Samantha Capitano Photography, che si specializza in matrimoni, ritratti e pubblicità.

SAMANTHA PRESENTA LA MOSTRA
Ecco come Samantha Capitano presenta la sua personale di Montallegro:
“Le foto dell’esposizione – dice la fotografa – sono la sintesi di un viaggio personale e fotografico. Viaggio nel vero senso fisico della parola, spostamento, iniziato diversi anni fa quando mi sono trasferita a Londra. Al di là della bellezza architettonica, un grande fascino esercita sicuramente il mescolarsi dei diversi popoli e culture: l’essere una città di stranieri. A Londra mi sono ritrovata a fotografare un matrimonio celebrato con rito indiano ed un altro con lo sposo originario dei Caraibi. Questa Londra multietnica convive poi con una Inghilterra “inglesissima”, quella degli inglesi puro sangue che prendono il tè alle cinque e si emozionano quando ascoltano l’inno nazionale. Sono sposi eccentrici, capaci di vestirsi di viola, di scegliere per la cerimonia maestose chiese gotiche oppure i luoghi più impensabili come ad esempio il museo delle macchine a vapore. Mi piace lo sfarzo e l’eleganza dei matrimoni anglosassoni, dove i fiori sono sovrani, le spose arrivano in lussuose auto Bentley, si mangia salmone, si beve tanto champagne e dove la partecipazione dei parenti e degli amici è eccezionale. Le bridesmaid, le migliori amiche della sposa, sono delle damigelle d’onore e si distinguono dagli altri invitati per un vestito speciale e sartoriale, fatto a mano, che la sposa ha concepito soltanto per loro. I genitori e il testimone dello sposo, alla fine del pranzo nuziale, leggono toccanti discorsi sui pregi e i successi dei loro figli/sposi e sulla storia delle loro vite e del loro amore”.
“L’attrazione verso Londra – aggiunge Samantha Capitano – non esclude la Sicilia, ma mi aiuta a vedere e ad avvicinarmi meglio ad essa. Nel mio viaggio e nel mio lavoro mi riscopro sempre più siciliana, e la ‘sicilianità’ è qualcosa di cui non posso e non voglio liberarmi. Sono attratta dalla mia terra, dalle sue città e dai suoi paesaggi. Il giallo della luce e il blu del cielo e del mare sono tra i miei colori preferiti, ed è per questo che ho scelto come locandina della mostra la foto della sposa che entra nel mare. Una foto realizzata l’indomani del matrimonio, nella splendida spiaggia di Fungitella, all’interno della riserva naturale di Torre Salsa, riprendendo una tradizione americana, ancor prima che inglese, chiamata trash the dress”.

domenica 8 agosto 2010

Assegnati i premi "Vincenzo Licata" 2010


Splendida serata conclusiva della seconda edizione del Premio Nazionale di Letteratura e Poesia “Vincenzo Licata”, anno 2010, ieri sera nella suggestiva cornice dell’atrio inferiore del Palazzo Municipale di Sciacca, ex collegio dei Gesuiti. La serata è stata condotta dallo scrittore e giornalista Raimondo Moncada e dall’attrice Stefania Blandeburgo. Il premio è stato organizzato dall’associazione di promozione sociale L’Altra Sciacca con il patrocinio istituzionale del Comune di Sciacca e dell’Assemblea Regionale Siciliana. Sono stati premiati i vincitori dei quattro concorsi di poesia e di racconto breve e si sono assegnati per la prima volta i premi speciali "La Magnifica Identità Siciliana" a tre illustri personalità che hanno diffuso nel mondo la cultura, l’arte ed il buon nome della Sicilia: il tenore Pietro Ballo, il regista e puparo Mimmo Cuticchio, il giornalista e scrittore Stefano Malatesta.

Durante la serata, in un atrio gremito di spettatori in ogni ordine di posti, ci sono stati gli interventi del sindaco Vito Bono, del deputato all’Ars Vincenzo Marinello, del presidente dell’Altra Sciacca Pietro Mistretta, dell’assessore allo Spettacolo Carmelo Brunetto, del direttore artistico del premio Tanino Bonifacio. Sul palco i giurati del "Licata": il preside del Liceo classico "Fazello" Filippo Brancato, la scrittrice Licia Cardillo e lo storico Francesco Cassar. Infine, l’intervento artistico dell’attore saccense Pippo Graffeo con un omaggio al poeta Vincenzo Licata.
Ecco di seguiti, i vincitori e i finalisti della seconda edizione del Premio Nazionale di Letteratura e di Poesia "Vincenzo Licata - Città di Sciacca"

Sezione A – Poesia a tema libero in italiano
Premiati

1) GIOJA PIETRO CON “OLTRE LA CASA”
2) GARAFFA DOMENICO CON “DANZANO I MIEI PASSI”
3) LENA FERNANDO CON “SUD”

Finalisti
- DI ROSA RODOLFO CON “I SICILIANI”
- GARAFFA DOMENICO CON “DANZANO I MIEI PASSI”
- GIOJA PIETRO CON “OLTRE LA CASA”
- INGOGLIA MARGHERITA CON “IL GIORNO PRIMA”
- LADIK DONATO CON “INFINITAMENTE RACCOLTO”
- LAZZARA ANDREA CON “ETERNAMENTE NOI”
- LENA FERNANDO CON “SUD”
- LENA FRANCESCA CON “RICORDI”
- PIAZZA VITTORIA CON “ADDIO ALLA TERRA”
- ZACCONE SILVANA CON “PRESENZA”

Sezione B – Poesia a tema libero in dialetto

Premiati
1) MONTALBANO ONOFRIO CON “NANNU FRANCISCU AVIA UN MACASENU”
2) AMICO ANTONINA CON “LU GELSUMINU”
3) GAGLIO SALVATORE CON “MENTRI LU MUNNU VA”

Finalisti
- AMICO ANTONINA CON “LU GELSUMINU”
- BELLANCA GIUSEPPE CON “NA VITA”
- BENTIVEGNA SALVATORE CON “LU PINSERI DI L’EMIGRANTI”
- CARDELLA GIUSEPPE CON “CHIDDU CHI APPI”
- CRAPARO GIUSEPPAMARIA CON “LUNA AMICA MIA”
- FIRETTO LILLO CON “AUTRI TEMPI”
- GAGLIO SALVATORE CON “MENTRI LU MUNNU VA”
- GERACI SANTI CON “SARAFINU”
- INSINNA EMANUELE CON “E TI NNI VAI”
- MONTALBANO ONOFRIO CON “NANNU FRANCISCU AVIA UN MACASENU”

Sezione C – Poesia in italiano con tema “Il Padre”

Premiati
1) CIVELLO PALMA CON “A MIO PADRE”
2) PIRRO FILIPPO CON “IL GRIDO”
3) RICCOBONO TERESA CON “LE TUE MANI”

Finalisti
- AMICO SALVATORE CON “RICORDI DI MINIERA”
- CAVARRETTA FIORENZA CON “PADRE”
- CIVELLO PALMA CON “A MIO PADRE”
- MONTALBANO ANTONELLA CON “A MIO PADRE”
- MORTILLARO DANIELA CON “IL PERDONO”
- PIRRO FILIPPO CON “IL GRIDO”
- RICCOBONO TERESA – “LE TUE MANI”
- RIZZUTO FRANCESCO CON “L’ABBRACCIO RITROVATO”
- TURTURICI MARICETTA CON “PADRE CELESTE”
- ZUMMO GAETANO CON “A MIO PADRE”

Sezione D – Racconti

Premiati
1) CANNATELLA FRANCESCO CON “LA FATTURA”
2) CUPPINI ALESSANDRO CON “LA ROCCIA BIANCA”
3) BERTELLO EMANUELA CON “IL SILENZIO DEL GHIACCIO”

Finalisti
- ASCOLI RICCARDO CON “IL ROSARIO DEI SENI”
- BERTELLO EMANUELA CON“IL SILENZIO DEL GHIACCIO”
- CANNATELLA FRANCESCO CON “LA FATTURA”
- CUNI LUCA CON “CIAO LORENZO”
- CUPPINI ALESSANDRO CON “LA ROCCIA BIANCA”
- FISCO ELEONORA CON “PORTE DI MEMORIA”
- LETIZIA GIUSEPPE CON “NOTTE BRAVA”
- MONCO MATTEO CON “ACQUA SALATA”
- PEPE DAMIANO CON “L’ISOLA”
- PIAZZA FRANCESCA CON “TRA LE ULTIME FOGLIE”

Premio Speciale Vincenzo Licata
CANNATELLA FRANCESCO – “LA FATTURA”

Riconoscimento “La magnifica identità siciliana” a
- PIETRO BALLO, tenore
-MIMMO CUTICCHIO, regista e maestro dell’arte dei pupi
- STEFANO MALATESTA, scrittore e giornalista del quotidiano La Repubblica
iliubo


mercoledì 4 agosto 2010

I vincitori dell'Alessio Di Giovanni 2010


Selezionati i vincitori della tredicesima edizione del concorso nazionale di poesia "Alessio di Giovanni", organizzato dall'Accademia Teatrale di Sicilia per la direzione artistica di Enzo Alessi. Ecco la classifica stilata dalla giuria della sezione in Lingua Italiana: al primo posto Lucia Mazzara di Corleone con "Carico Umano", a seguire Nicoletta Fazio di Lanciano (Rieti) con la poesia "Voglio ritrovare …", al terzo posto Liliana Arrigo di Agrigento con la poesia "L'onda che al crepuscolo porta". Segnalazioni al merito: Paola Francesca Talluto di Palermo "Come il sole d'agosto", Carlo Monteleone di Palmi (Reggio Calabria) "Ti ho pensato all'alba" ed Emiliana Merenda di Palermo "Un'altra primavera". Per la poesia in lingua Siciliana, al primo posto si è classificato Rodolfo Di Rosa di Agrigento "Ninna Nanna 'nsonnu", al secondo posto Pietro Renna di Castellammare del Golfo con "L'ultima risacca", al terzo posto Maria Stella Filippini di Ravanusa con "Si muviva a la cantunera". Segnalazione al merito a: Francesca Vitello di Favara con " 'Ncantu di natura e cori", Salvatore Sciortino di Favara con "Strati aggiacatati", Giuseppe Sammartano di Catania con la poesia "Ricordu carusiddu". La cerimonia di consegna dei riconoscimenti è stata programmata per il prossimo 4 settembre al Villaggio della Gioventù di Raffadali. Il premio è sponsorizzato da Iliubo.

mercoledì 7 luglio 2010

I premi speciali ''Alessio di Giovanni'' 2010


Gli scrittori siciliani Lino Buscemi e Carmelo Sardo sono tra gli insigniti del premio speciale “Alessio di Giovanni” 2010, promosso dall’Accademia Teatrale di Sicilia di Raffadali diretta da Enzo Alessi. Diversi i premiati. Nella categoria impegno sociale e legalità, il riconoscimento è stato attribuito al prefetto di Agrigento Umberto Postiglione, all’arcivescovo Francesco Montenegro e all’associazione regionale Libera; per l’impegno letterario allo scrittore e giornalista del Tg 5 Carmelo Sardo per il romanzo “Vento di tramontana” e allo scrittore ed editorialista di Repubblica Lino Buscemi per il libro “Sconosciuti e dimenticati: monumenti, luoghi e personaggi di Palermo”; per l’attività giornalistica al capo servizi della redazione agrigentina de La Sicilia Stelio Zaccaria; per l’attività musicale a Giuseppe Porretta, Mimmo Pontillo, Stefano Tesè e Neti Ross; per la creatività musicale e alla carriera all’artista agrigentino Pippo Flora. Pergamene speciali per il premio “Memoria” ad Angelo Incorvaia di Teleacras per il documentario “Quando gli emigrati eravamo noi” e Gaetano Ravanà di Tva per il documentario sui campi di concentramento per la giornata della memoria. La consegna dei riconoscimenti avverrà il prossimo 4 settembre nel corso di una cerimonia che si svolgerà al Villaggio della Gioventù di Raffadali.
Quello dei riconoscimenti speciali è solo una sezione del premio “Alessio di Giovanni”. Le altre due sezioni sono i concorsi di poesia in lingua siciliana e italiana.
La tredicesima edizione di quest’anno del premio, ha comunicato il direttore artistico Enzo Alessi, è dedicata al poeta raffadalese Salvatore Maragliano, recentemente scomparso. Salvatore Maragliano è stato uno degli operatori culturali più conosciuti e apprezzati in provincia di Agrigento. Finalista più volte al premio “Marineo”, vincitore di diversi concorsi poetici tra i quali il “Buttitta”, della pergamena “Pirandello”, per anni ha fatto parte anche della giuria del Premio “Alessio di Giovanni” distinguendosi sempre per rigore, competenza, sensibilità poetica. Totò Maragliano è stato un sostenitore del premio Di Giovanni ed un giurato che ha onorato sempre la prestigiosa manifestazione.

Iliubo

martedì 6 luglio 2010

I pensieri di Vincenzo Porrello


Pensieri. Chi ci aiuta ad averli. Chi non ne ha proprio. Chi ne ha troppi. Chi i pensieri, per averli, li ruba ad altri. Di pensieri è pregno l’ultima opera letteraria del giornalista e scrittore saccense Vincenzo Porrello. Il libro si intitola “Un arcobaleno di pensieri”. Il testo raccoglie pensieri, riflessioni, meditazioni, su vari argomenti, a 360 gradi: la vita, l’amore, i valori civili ecc. Il libro è il frutto della sua saggezza, della sua lunghissima esperienza di giornalista, della sua capacità di attento osservatore.
Porrello ha così voluto ancora una volta fermare su carta i suoi pensieri, che sono come dei riflettori che illuminano la realtà nei suoi molteplici aspetti consentendoci di capire meglio cose, persone, situazioni in un momento in cui si pensa, si riflette e si analizza forse troppo poco.
Un libro, quello di Vincenzo Porrello, che alcuni hanno definito di sentimenti, poesia, amore e sogni. “Dentro – dice lo stesso autore - c’è l’amore per la mia città: Sciacca”. Enzo Porrello ha 82 anni.
Si può considerare il decano dei giornalisti di Sciacca, con i suoi 50 di attività giornalistica. Ha iniziato a scrivere articoli sportivi nel 1957 con “Sud Sport” di Catania. Dal 1960 al 1964 è stato collaboratore del quotidiano “L’Ora” di Palermo. Dal 1964 è stato collaboratore per più di 30 anni del quotidiano “La Sicilia” di Catania. Dal 1975, e per circa tre anni, è stato informatore da Sciacca per la Rai di Palermo. Ha scritto per tante riviste (di “Seskera”, pubblicazione semestrale edita dalle Terme di Sciacca, è stato anche direttore). Ha fatto 28 anni di televisione, prima con Tele Radio Sciacca e da qualche anno con Tele Radio Monte Kronio.
Nella sua vita ha fatto anche l’insegnante per 40 anni nelle scuole elementari, insegnando pure dentro il carcere. Dopo il diploma magistrale nel 1948, si laurea in Giurisprudenza nel 1953. Con “Un arcobaleno di pensieri”, Vincenzo Porrello ha pubblicato in tutto 8 libri, scritti dal 1986 ad oggi. Tre libri sono stati dedicati alle storie del “Signor Giovanni”. Altri hanno come argomento Sciacca, la sua storia, i suoi principali avvenimenti e personaggi. Tra i titoli ricordiamo: “Uno sguardo su Sciacca”, “Uomini illustri di Sciacca”, “I Ricordi”, “Monumenti storici e luoghi di Sciacca”.

Iliubo

domenica 4 luglio 2010

La Germania vincente e le palle di Sciacca


Sciacca. Il Verdura Golf Resort della sir Rocco Forte. È il segreto alla base del successo della incredibile Germania ai campionati del mondo di calcio del Sudafrica. Proprio nel lussuoso resort, situato in un angolo della straordinaria Sicilia, in provincia di Agrigento, al confine tra Sciacca e Ribera, la squadra del ct Joachim Loew ha preparato la spedizione africana. Sole, verde, mare, buon vino, dieta mediterranea, relax e tante palle (da golf!) hanno consentito ai tedeschi di spianare letteralmente sul campo l’inarrestabile Argentina di Diego Armando Maradona con quattro reti a zero. La nazione germanica e la capa Angela Merkel plaudente allo stadio debbono dire grazie a Oliver Bierhoff che ha scelto la paradisiaca location.

I tedeschi, limitandoci solo alla partita con l'invincibile Argentina, sono stati incontenibili per 90 minuti. Hanno corso in scioltezza per un’ora e mezzo con gli argentini che gridavano disperati: Basta! Basta vi prego! Con il fuoriclasse Lionel Messi che continuamente andava dall’arbitro e in ginocchio lo supplicava: Fermi la partita! Fermi la partita, la prego! E' finita come è finita. Energia, tattica, strategia, fiato, divertimento, freschezza, giovinezza, concentrazione: la Germania è stata in tutto superiore nella storica partita di sabato 3 luglio 2010. Tutti elementi messi a punto nell'oasi siciliana di Sciacca del Verdura Golf Resort voluto da Bierhoff.

La Germania, oltre a spianare l'Argentina, ha spianato la strada in senso anche metaforico. Si sa quando si vince, si tenta sempre di imitare la vincente in quello che fa. E l'idea emulazione comincia a prendere piede. Già altre nazionali cominciano a pensarci su per prenotarsi la preparazione al Verdura Golf Resort di Sciacca non solo per le competizioni internazionali di calcio ma anche per altre discipline importanti: atletica leggera, basket, pallavolo, nuoto, rugby, bigliardo, dondolo, trottola, corsa con cavallo, corsetta con mulo, corsina con asina, calcio a cinque, calcio in culo, caccia, caccia mosche e zanzare ecc.

Quando si comincia non ci si ferma più. E se una cosa porta fortuna, come nel caso del Verdura Golf Resort che ha trasformato una squadra di giovinetti in un buldozer schiaccia Maradona, perché non sfruttarla. Tutti a Sciacca, tutti al Verdura Golf Resort. Tutti a diventare CAMPIONI DEL MONDO!
Ma sempre attenzione all'oracolo di Paul, il polpo di Oberhausen. Se non lo dice lui, non si va da nessuna parte. Ed anche una squadra di campioni, senza pronostico poliparo si può trasformare in una squadra di bidoni. E l'oracolo di Paul dice: Spagna!

Iliubo

sabato 3 luglio 2010

San Calò, il santo nero dei miracoli miracolosi


San Caloriu di Naru fa li grazii a migliaru.
San Caloriu di Giurgenti fa li grazii pi nenti.
San Caloriu di Canicattì nni fici una e si nni pintì.
San Caloriu di Rafadali fa lu maccu senza Sali.
San Caloriu da Marina fa li grazii ogni matina.
San Caloriu di Grutti mangia, vivi e si nni futti.

È un testo della tradizione popolare siciliana che la dice tutta sull’affetto, sulla devozione che il popolo di molti centri della provincia di Agrigento nutre nei confronti di San Calogero, il santo nero miracoloso giunto dall’Africa per stabilirsi in Sicilia. Ad Agrigento, come ogni anno, nella prima settimana di luglio, gli agrigentini lo celebrano con una festa di popolo che coinvolge straordinariamente tutta la città. Decine e decine di devoti portano a spalla per le strade, le piazze, gli stretti vicoli del centro storico, la vara con sopra la pesantissima statua di San Calò. La statua viene portata da chi ha ricevuto una grazia dal Santo, giovani e anziani, e da chi attende un miracolo miracoloso. Dietro la vara una folla oceanica che si muove all’unisono con i portatori, stonati dalla confusione, ubriacati dal sole cocente e da qualche bicchiere di vino bevuto durante l'estenuante processione.
Gli agrigentini che credono nei poteri del santo gli chiedono la grazia in tanti modi: con un viaggio a piedi scalzi o ‘npiduni sul rovente asfalto che neanche le gomme di una macchina di formula uno reggerebbero; con l’acquisto e il lancio del caratteristico pane di San Calogero col sesamo o con la giugiulena (forgiato a forma di testa, di piede di cuore, di braccio ecc. della parte del corpo, insomma, che si è avuta miracolata o di cui se ne chiede la guarigione) che se ti arriva in testa dalle altezze siderali dei balconi sono lividi, bernoccoli e dolori.
In occasione della festa di San Calogero, il giornalista e scrittore agrigentino Elio Di Bella ha pubblicato il libro “San Calogero e la sua città”. Elio Di Bella ci racconta la festa del santo Nero ad Agrigento, dalla sua nascita nel 1500 e lungo tutta la sua straordinaria evoluzione sino alla prima metà del Novecento. In poco meno di 150 pagine, attraverso testi di viaggiatori e studiosi, gli articoli dei periodici agrigentini di fine Ottocento e del Novecento e del Giornale di Sicilia, manoscritti e documenti conservati nelle biblioteche e negli archivi e diverse foto d’epoca, il lettore viene condotto alla scoperta degli aspetti più suggestivi del festino di Agrigento, alcuni dei quali ben poco conosciuti. “San Calogero e la sua città” mette in evidenza come sono nati i vari momenti della festa che la caratterizzano ormai tradizionalmente e quali aspetti sono invece del tutto scomparsi, sebbene alcuni meriterebbero di essere riproposti. Un’antologia che ci dà l’opportunità di cogliere il profondo legame tra il Santo e il mondo dei contadini e con tutta la città, che ha continuato a celebrare questa antica festa conservandone i valori e l’originalità, nonostante le trasformazioni avvenute nelle sue varie vicende storiche locali e i cambiamenti nella mentalità dei suoi cittadini.

Evviva San Calò!
iliubo

venerdì 18 giugno 2010

Tommaso Fazello, storico, archeologo e politico


“Tommaso Fazello, non è solo il Padre della Storia siciliana, ma soprattutto il fondatore dell’Archeologia e un grande Politico”. È una delle tante chicche che ci regala lo scrittore, storico e giornalista saccense Francesco Cassar nella sua ultima pubblicazione: “Storia di Sciacca” II volume, edito da Tele Radio Sciacca.
Il testo abbraccia i secoli XV e XVI. E’ la continuazione del volume pubblicato nel 1997 in cui Francescso Cassar ci raccontava la storia della città dalle origini fino al milletrecento.
Il nuovo libro è costituito da quattro densi capitoli: “Il Quattrocento aragonese e il Cinquecento spagnolo - “Sciacca promossa Urbs Digna” - “Il Caso e le sue conseguenze” - “Tommaso Fazello”. L’opera ha lo scopo di “contribuire a una più veritiera cognizione del periodo” con i suoi principali avvenimenti e personaggi.
A seguito del noto Caso di Sciacca, fa rilevare l’autore, gli storici hanno parlato di una “Sciacca rimasta distrutta, desolata nella popolazione, nobiltà emigrata, con effetti durati 300 anni ”. Francesco Cassar sostiene invece, su basi documentali, che “non è accaduto nulla di tutto ciò”.

Francesco Cassar definisce, inoltre, Tommaso Fazello, non solo come Padre della Storia di Sicilia, ma come Protoarcheologo in assoluto e pure un grande Politico.
“Il frate – leggiamo nell’edizione del 9 giugno 2010 del settimanale agrigentino l’Amico del Popolo - non deve essere ricordato soltanto come Padre della Storia Siciliana. Infatti la sua pur coltissima lettura della storia, non essendo ancora libera da pastoie narrative, si staglia per qualcos’altro. Questo ‘qualcosa’ è da ravvisarsi nella fondazione dell’archeologia con le sue scoperte straordinarie, cominciando da Selinunte. Il dato archeologico è dunque ineludibile, con la topografia e la numismatica, per comprendere lo sviluppo storico “unitario” della sua Sicilia. Nel senso “politico” cioè, di sicuro colto e recepito dal vicerè Juan De Vega, alter ego dell’imperatore Carlo V, poiché la Sicilia aveva bisogno, per essere governata, di un fondamentale “spirito aggregante” avverso gli individualismi, i particolarismi e gli stessi egoismi nobiliari. Fazello, scrive Cassar, primo a notarlo dopo cinquecento anni, non è soltanto un grande “politico” stante la suesposta peculiarità, ma perché si muove con estrema accortezza per il progresso. Esempio di questa sua ulteriore connotazione è la provata capacità di rapportarsi con i grandi, cercando senza posa di incanalare il potere verso i suoi “lati positivi”. Non ultima è la sua straordinaria inclinazione a muoversi per realizzare la “Concordia tra gli Ordini ecclesiastici”. Fazello dunque, grande storico, ma “primo archeologo” la cui valenza è del tutto attuale ai livelli mondiali. Riguardo al “politico” è una scoperta, non secondaria, che onora Cassar”.

Sono molte le pubblicazioni di Francesco Cassar in quasi quarant’anni di ininterrotta attività da scrittore, studioso, storico ed anche giornalista. Tra i suoi libri ricordiamo: Politica viceregia in Sicilia (Sciacca 1973), Verga, Pirandello e Quasimodo (Sciacca-Messina 1978), I edizione di Viaggiatori di Sciacca (Sciacca 1982), Saverio Friscia tra Risorgimento e Stato Unitario (Agrigento 1986), i Viaggiatori di Sciacca II edizione (1995), Storia di Sciacca dalle origini al secolo XIV (1997), i Viaggiatori di Sciacca III edizione (2007).
iliubo

sabato 5 giugno 2010

Lulo, l'artista "cocciuto" di Sciacca


I cocci di pietra, di vetro, di legno come il colore. Le mani come pennelli. È il modo di esprimersi dell’artista “cocciuto” Giulio Lorubbio, in arte Lulo. La sua arte comincia ad uscire dagli spazi limitati di una tavola di legno per impreziosire interi luoghi urbani. Il tutto a Sciacca, città d’arte, di ceramica, di carnevale, di storia, di mare, di pesce, di sole, di calore, di spontaneità. Elementi, questi, che sono dentro l’arte di Lulo che di Sciacca non è. Giulio Lorubbio non è neanche siciliano. E’ nativo di Montalbano Jonico, località in provincia di Matera. Vive a Sciacca da diversi anni perché si è innamorato di questo lembo azzurro di terra, così come tanti altri (come l’imprenditore londinese sir Rocco Forte che ha realizzato un bellissimo golf resort in località Verdura). Lorubbio opera nel settore turistico, gestendo Bed and Breakfast con la sigla “Lulo & Gaga”. Ma fa l’artista realizzando opere molto originali e con elementi poveri, riciclati, trovati per strada, in spiaggia, al porto, in campagna. Nelle sue passeggiate artistiche, riesce a portare a casa cocci di pietra, piastrelle rotte, frammenti di vetro, pezzi di legno, tronchi d’albero, reti, galleggianti, conchiglie, brandelli di vasi di ceramica ecc. Per i comuni mortali, sarebbe materiale inerte, insignificante. Per l’artista, è materiale vivo che attende solo di assumere nuove forme. Lulo riesce a dare vita ai cocci abbandonati. Li pulisce, a volte li colora, li studia, li accarezza, li unisce su un supporto qualsiasi per creare straordinari quadri, dai soggetti più disparati e sempre diversi per forma, cromatismo e composizione. Sono paesaggi marini, panorami, nature morte. L’artista cocciuto è stato così cocciuto che si è messo in testa di dipingere con le sue pietre un cortile del centro storico di Sciacca. Il cortile Carini, nella centralissima piazza Saverio Friscia, all’ingresso della città, è divenuto un luogo d’arte, un sito di attrazione artistica. All’interno, ci sono delle case abitate ed anche delle antiche grotte, che l’imprenditore turistico ha trasformato in Bed and Breakfast. Come se non bastasse, l’imprenditore-artista ha abbellito le mura, la scalinata d’ingresso, la parete d’appoggio di una fontana con varie composizioni di cocci in ceramica e di frammenti di pietra colorata. Il risultato è un angolo di centro storico che ha acquistato nuovo valore, nuovo pregio. Un angolo della città che si lascia ammirare e fotografare.
In una città turistica, grazie alla fervida fantasia di un artista, il cortile Carini è divenuto anche un luogo di attrazione turistica.
Lulo, è a nostro modestissimo parere, esempio di amore per l’arte e per la città d’adozione. Ed è un esempio di autopromozione. Chi passa davanti l’ingresso del cortile non può fare a meno di fermarsi e osservare meravigliato la bellezza del “cocciuto” angolo urbano. Il turista e l’amante dell’arte non possono fare a meno di immortalare il quadretto con un clic della macchina fotografica e salire gli scalini fino ad arrivare al Bed and Breakfast, fare i complimenti all’autore, e godere con gli occhi dello spirito di tanta bellezza (suoi quadri li troviamo appesi alle pareti degli alloggi che mette a disposizione del turista e di locali pubblici come al Bar Scandaglia nella centralissima Piazza Scandialiato).
Un esempio sicuramente da seguire, in una città che già vede scatenato l’estro dei saccensi e dei tanti maestri ceramisti di Sciacca. Facendo un giro nel centro storico, da San Michele al porto, possiamo ammirare grandi pannelli in ceramica in angoli di diversi luoghi urbani o abitazioni con balconi e scalinate ingioiellate di vasi e piastrelle in ceramica.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

martedì 25 maggio 2010

L'opera del “Presidente bonsai”


“Sono il miglior presidente del Consiglio che la Nazione ha avuto in un secolo e mezzo della sua storia”. Parola di Silvio Berlusconi in persona. Un giudizio che rispecchia la modestia dell’uomo e l’umiltà del politico, del grande comunicatore, del fine affabulatore, dell’abilissimo rispusteru.
Mentre l’Italia si appresta a celebrare Peppino Garibaldi, i Mille e qualcosa, e i 150 anni dall’Unità d’Italia, il presidente del Consiglio si è già autocelebrato nel settembre del 2009 in conferenza stampa, attribuendosi il titolo di “number one”, di statista numero uno dell’Italia ancora unita. Quella del “number one” è una delle battute contenute nel libro “Il Presidente bonsai”, scritto dal giornalista e scrittore Sebastiano Messina ed edito da Rizzoli.
Il volume è stato presentato (abbiamo appreso dall’autore: per la prima e forse ultima volta) ieri pomeriggio a Palermo, dentro Villa Filippina, il giardino adiacente piazza San Francesco di Paola. Oltre all’autore, sono intervenuti Lino Buscemi, giornalista e scrittore che ha curato l’introduzione del libro, i comici Salvo Ficarra e Valentino Picone, il cabarettista Gianni Nanfa. La serata è stata condotta dal giornalista e scrittore Roberto Alajmo.
Sebastiano Messina è siculo-siciliano. E’ nato a Giarre, in provincia dell’etnea Catania. Inviato speciale del quotidiano “La Repubblica”, da dieci anni cura “Bonsai”, rubrica dove sbeffeggia ipocrisie e contraddizioni dei protagonisti dell'italico teatrino della politica.
Lo scrittore ne “Il presidente bonsai” ci dà il benvenuto e ci accompagna per mano a “Berlusconia, il regno della politica avanspettacolo”. Il libro raccoglie i migliori pezzi pubblicati sul quotidiano La Repubblica nella rubrica “Bonsai”, tanto temuta dai politici e governanti nostrani. Sono brani dedicati prevalentemente al presidente Berlusconi, alla sua ascesa al potere, al suo governo a Palazzo Chigi, alle sue gaffes e cantonate (vere o costruite in laboratorio?). Messina traccia un quadretto sugli ultimi anni di vita della politica nazionale, secondo una visione berluscocentrica e col tratto graffiante di una penna al bisturi che fa male. Ne abbiamo avuto una prova durante la presentazione del libro, ascoltando le letture e le estemporanee battute al vetriolo di Ficarra e Picone che hanno suscitato le risa e l’applauso del pubblico presente a Villa Filippina. E' stato un vero e proprio show. Il duo Ficarra e Picone, in pausa con Striscia la Notizia ed a pochi passi dal Carpe Diem (il locale di Via Volturno che ha ospitato il loro esordio diciassette anni fa), è stato incontenibile, con ripetute incursioni divertenti che non hanno risparmiato neanche l’ormai ex ministro Claudio Scajola rievocando la storia della casa al Colosseo.
È stata una serata tra il buonumore e la riflessione, la comicità esilarante e il ragionamento profondo, le risate e l’amarezza, lo svago e la consapevolezza che si è conclusa (solo quando a tarda serata ha cominciato a fare freschetto!) con un accorato invito ad agire e a partecipare attivamente e con la testa ragionante alla vita democratica dell'Italia.

Iliubo

domenica 16 maggio 2010

Berlusconi, pubblicità a libro “Ti tocca”?


Una strizzante pubblicità subliminale? Silvio Berlusconi, in una simpatica foto trovata su internet, continua a far discutere e a dividere l’Italia e il mondo.
Ma cosa fa il presidente del Consiglio dei Ministri?
Un atroce dubbio pervade l’universo reale e quello più irreale del web.
Le Tv e i giornali, ma anche l’ambiente politico e istituzionale, si pongono mille domande sforzandosi di dare una risposta quanto più rispondente alla verità dei fatti.
Tante le risposte fornite, alcune che risultano veritiere altre del tutto fantasiose.
Il premier, come al solito, spacca. Silvio Berlusconi - ormai è notorio - è un grande comunicatore ed ogni sua parola, ogni frase, ogni battuta, ogni minimo movimento, ogni sguardo, ogni sopracciglio sollevato, ogni scatto dell’occhio, ogni apertura della pupilla, ogni starnuto riescono a far parlare tutt’Italia.
Sempre e comunque.
C’è chi dice una cosa e chi afferma l’opposto.
Magari quello che fa, dice o non dice Berlusconi, in un qualsiasi momento della giornata, non significa niente ma qualcuno un significato lo trova, in qualche modo.
La foto che vi proponiamo immortala un premier sorridente e soddisfatto. Osserva qualcuno, qualcuna o qualcosa in una posa particolare: apparentemente inequivocabile per alcuni ed in una postura assolutamente insignificante secondo il giudizio di altri.
Ma ecco quanto si può riuscire ad affermare nel nostro caso per dare una risposta attendibile a quanto si vede nell’immagine fornita:
- ha un solletico insopprimibile!
- ha un fastidioso insetto che gli gira intorno!
- ha i pantaloni che gli vengono stretti!
- ha le misure delle mutande di dieci misure più grande del normale!
- ha dimenticato la cerniera aperta!
- ha visto un gatto nero!
- ha visto una donna brutta!
- ha freddo e si riscalda!
- ha urgenza di andare in bagno già da cinque ore!
- ha umidità!
- si esibisce in un gesto di piacevole apprezzamento al Salone Internazionale del Libro di Torino, dopo aver reso omaggio all’esposizione universale del libro umoristico “Ti tocca anche se ti tocchi”.
Osservando bene la foto, qualcuno penserebbe a un gesto scaramantico. Per accettata convenzione infatti - come ampiamente spiega Raimondo Moncada, autore di “Ti tocca” – porta bene toccarsi, sfiorarsi, strizzarsi, grattarsi nelle preziose parti intime procreanti e gaudenti. Da qualche mese, il celebre gesto è stato adottato come gesto simbolo tra i tanti estimatori del libro dello scrittore siciliano.
Se fosse anche così nel caso della foto proposta, saremmo in presenza di uno strizzante messaggio promozionale per invogliare sempre più persone al mondo a toccare e a leggere il libro del secolo “Ti tocca anche se ti tocchi”. Perché il libro, come affermano i critici più accreditati, è una fortuna e porta bene!
Un evidente messaggio pubblicitario strizzante e per niente subliminale!
Ma è tutto ovviamente da confermare. O da smentire.

Il libro umoristico "Ti tocca anche se ti tocchi" viene presentato, ancora oggi e domani, nella toccante attrattiva della sua seconda edizione, nel Padiglione 2, allo stand J170-K169 del Lingotto Fiere di Torino . A presentarlo è la Csa Editrice, l’azienda di Crotone che per prima ha creduto sul potenziale edonistico dell'opera moncadiana.
Il successo di "Ti tocca" a Torino è subito evidente. Le migliaia di visitatori e ospiti della fiera escono dal Lingotto prendendolo per mano!
P.S. E se la foto celasse il segreto del lungo successo di Silvio Berlusconi prima imprenditore e poi politico?

Iliubo

sabato 15 maggio 2010

Berlusconi Casanova al Carnevale di Sciacca


Silviu u fimminaru (Silvio il playboy!). Berlusconi Casanova. È uno dei carri allegorici più belli e più fotografati della 110/ma edizione del Carnevale di Sciacca che eccezionalmente quest’anno si sta svolgendo in un periodo primaverile pre-estivo (venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 maggio 2010).

Il carro allegorico, realizzato dall’associazione “Archimede”, ha un nome che è tutto un programma: “Casanova, soddisfatte e rimborsate”. Merita davvero la nostra attenzione e tanti ma tanti rullini fotografici (oggi freddamente memory-card). Il carro su Silvio Casanova si inserisce nella straordinaria tradizione dello storico Carnevale di Sciacca. In esso si fondono le straordinarie capacità di modellazione dei maestri ceramisti saccensi, le eccezionali abilità nel trattare la cartapesta, l’intelligenza nella composizione dell’allegoria, la sensibilità artistica unica nel suo genere che affonda le sue radici in una storia lunga oltre un secolo. Tanti ingredienti che, non a caso,fanno del Carnevale di Sciacca uno degli appuntamenti più apprezzati, più visitati, più belli e più allegri della Sicilia e dell’’Italia Unita.
La satira, come si sa, colpisce sempre il potente di turno. Se un politico non viene preso di mira, non è nessuno e si mette a piangere e a pregare affinché qualcuno lo prenda in giro. E il nostro premier non può certo lamentarsi anche con i Carnevali d'Italia. Sciacca quest'anno gli dedica un carro allegorico che merita la visita ufficiale del presidente del Consiglio (chissà che non arrivi! e non si faccia la sfilata nel centro storico della città, ballando, cantando e divertendosi sopra il carro).

L’inno che accompagna lo stupendo carro allegorico di Silvio Berlusconi “Casanova” esalta le capacità dell'uomo come grande fimminaro, grande amatore, grande profeta dell’amore vero. Silvio Berlusconi, come si vede dalla foto, è raffigurato sorridente, gaudente e con una chiave in mano ( a significare cosa?) con ai piedi una bella pupa.

Il testo dell’inno, scritto da A. Sclafani, recita testualmente:

Notu fimminaru vero macho non ce n’è
Granni ricuttaru dentro i night e nei privè.
È l’uomo perfetto e anche a letto credi a me
La donna affatturata per luo è.
Promette grandi amori… chissà se li manterrà
Regala rose e fiori ruba cuori qua e là.
Prova anche tu con casanova,
ogni donna lui ci prova
per poi farla innamorà…

gira ‘ntunnu gira… Casanova ma chi fai?
Soddisfatte e rimborsate iddi e tu si ‘nmezzu i guai
E non pi farmi li fatti toi…
Finiscila di fari u playboy
Gira ‘ntunnu gira… Casanova ascuta a mia
Già l’Italia è consumata e tu hai sempri sta mania
Ricordati che tu sei stato eletto,
nun pinsari cchiù a lu letto
goditi stu carnevà…

grande latin lover non puoi neanche immaginà…
tra un festino e un party ama la mondanità,
Lario e la Daddario una lunga lista c’è
E Noemi che si fa valer…
È un romanticone, Don Giovanni un gigolò
Regala versi e rime questo mitico rondò,
esso con la femmina è divino, un Rodolfo Valentino
che ama l’arte dell’amor.

Da un libretto diffuso al Carnevale di Sciacca, leggiamo che il progetto di "Casanova, soddisfatte e rimborsate" è di E. Scrittone; i costruttori: E. Certa, M. Venezia, F. Bivona, D. Russo; i modellatori: fratelli Scrittone, F. Certa, fratelli Soldano, L. Campo, G. Mandracchia, D. Santangelo; le strutture e i movimenti: M. Venezia, E. Tiba, A. Bentivegna; il copione: D. Russo; l’inno e le musiche: A. Sclafani; decorazione artistica: fratelli Scrittone, fratelli Soldano, G. Mandracchia, D. Santangelo, L. Campo, F. Certa.


Iliubo
(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)


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