martedì 25 maggio 2010

L'opera del “Presidente bonsai”


“Sono il miglior presidente del Consiglio che la Nazione ha avuto in un secolo e mezzo della sua storia”. Parola di Silvio Berlusconi in persona. Un giudizio che rispecchia la modestia dell’uomo e l’umiltà del politico, del grande comunicatore, del fine affabulatore, dell’abilissimo rispusteru.
Mentre l’Italia si appresta a celebrare Peppino Garibaldi, i Mille e qualcosa, e i 150 anni dall’Unità d’Italia, il presidente del Consiglio si è già autocelebrato nel settembre del 2009 in conferenza stampa, attribuendosi il titolo di “number one”, di statista numero uno dell’Italia ancora unita. Quella del “number one” è una delle battute contenute nel libro “Il Presidente bonsai”, scritto dal giornalista e scrittore Sebastiano Messina ed edito da Rizzoli.
Il volume è stato presentato (abbiamo appreso dall’autore: per la prima e forse ultima volta) ieri pomeriggio a Palermo, dentro Villa Filippina, il giardino adiacente piazza San Francesco di Paola. Oltre all’autore, sono intervenuti Lino Buscemi, giornalista e scrittore che ha curato l’introduzione del libro, i comici Salvo Ficarra e Valentino Picone, il cabarettista Gianni Nanfa. La serata è stata condotta dal giornalista e scrittore Roberto Alajmo.
Sebastiano Messina è siculo-siciliano. E’ nato a Giarre, in provincia dell’etnea Catania. Inviato speciale del quotidiano “La Repubblica”, da dieci anni cura “Bonsai”, rubrica dove sbeffeggia ipocrisie e contraddizioni dei protagonisti dell'italico teatrino della politica.
Lo scrittore ne “Il presidente bonsai” ci dà il benvenuto e ci accompagna per mano a “Berlusconia, il regno della politica avanspettacolo”. Il libro raccoglie i migliori pezzi pubblicati sul quotidiano La Repubblica nella rubrica “Bonsai”, tanto temuta dai politici e governanti nostrani. Sono brani dedicati prevalentemente al presidente Berlusconi, alla sua ascesa al potere, al suo governo a Palazzo Chigi, alle sue gaffes e cantonate (vere o costruite in laboratorio?). Messina traccia un quadretto sugli ultimi anni di vita della politica nazionale, secondo una visione berluscocentrica e col tratto graffiante di una penna al bisturi che fa male. Ne abbiamo avuto una prova durante la presentazione del libro, ascoltando le letture e le estemporanee battute al vetriolo di Ficarra e Picone che hanno suscitato le risa e l’applauso del pubblico presente a Villa Filippina. E' stato un vero e proprio show. Il duo Ficarra e Picone, in pausa con Striscia la Notizia ed a pochi passi dal Carpe Diem (il locale di Via Volturno che ha ospitato il loro esordio diciassette anni fa), è stato incontenibile, con ripetute incursioni divertenti che non hanno risparmiato neanche l’ormai ex ministro Claudio Scajola rievocando la storia della casa al Colosseo.
È stata una serata tra il buonumore e la riflessione, la comicità esilarante e il ragionamento profondo, le risate e l’amarezza, lo svago e la consapevolezza che si è conclusa (solo quando a tarda serata ha cominciato a fare freschetto!) con un accorato invito ad agire e a partecipare attivamente e con la testa ragionante alla vita democratica dell'Italia.

Iliubo
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