sabato 3 luglio 2010

San Calò, il santo nero dei miracoli miracolosi


San Caloriu di Naru fa li grazii a migliaru.
San Caloriu di Giurgenti fa li grazii pi nenti.
San Caloriu di Canicattì nni fici una e si nni pintì.
San Caloriu di Rafadali fa lu maccu senza Sali.
San Caloriu da Marina fa li grazii ogni matina.
San Caloriu di Grutti mangia, vivi e si nni futti.

È un testo della tradizione popolare siciliana che la dice tutta sull’affetto, sulla devozione che il popolo di molti centri della provincia di Agrigento nutre nei confronti di San Calogero, il santo nero miracoloso giunto dall’Africa per stabilirsi in Sicilia. Ad Agrigento, come ogni anno, nella prima settimana di luglio, gli agrigentini lo celebrano con una festa di popolo che coinvolge straordinariamente tutta la città. Decine e decine di devoti portano a spalla per le strade, le piazze, gli stretti vicoli del centro storico, la vara con sopra la pesantissima statua di San Calò. La statua viene portata da chi ha ricevuto una grazia dal Santo, giovani e anziani, e da chi attende un miracolo miracoloso. Dietro la vara una folla oceanica che si muove all’unisono con i portatori, stonati dalla confusione, ubriacati dal sole cocente e da qualche bicchiere di vino bevuto durante l'estenuante processione.
Gli agrigentini che credono nei poteri del santo gli chiedono la grazia in tanti modi: con un viaggio a piedi scalzi o ‘npiduni sul rovente asfalto che neanche le gomme di una macchina di formula uno reggerebbero; con l’acquisto e il lancio del caratteristico pane di San Calogero col sesamo o con la giugiulena (forgiato a forma di testa, di piede di cuore, di braccio ecc. della parte del corpo, insomma, che si è avuta miracolata o di cui se ne chiede la guarigione) che se ti arriva in testa dalle altezze siderali dei balconi sono lividi, bernoccoli e dolori.
In occasione della festa di San Calogero, il giornalista e scrittore agrigentino Elio Di Bella ha pubblicato il libro “San Calogero e la sua città”. Elio Di Bella ci racconta la festa del santo Nero ad Agrigento, dalla sua nascita nel 1500 e lungo tutta la sua straordinaria evoluzione sino alla prima metà del Novecento. In poco meno di 150 pagine, attraverso testi di viaggiatori e studiosi, gli articoli dei periodici agrigentini di fine Ottocento e del Novecento e del Giornale di Sicilia, manoscritti e documenti conservati nelle biblioteche e negli archivi e diverse foto d’epoca, il lettore viene condotto alla scoperta degli aspetti più suggestivi del festino di Agrigento, alcuni dei quali ben poco conosciuti. “San Calogero e la sua città” mette in evidenza come sono nati i vari momenti della festa che la caratterizzano ormai tradizionalmente e quali aspetti sono invece del tutto scomparsi, sebbene alcuni meriterebbero di essere riproposti. Un’antologia che ci dà l’opportunità di cogliere il profondo legame tra il Santo e il mondo dei contadini e con tutta la città, che ha continuato a celebrare questa antica festa conservandone i valori e l’originalità, nonostante le trasformazioni avvenute nelle sue varie vicende storiche locali e i cambiamenti nella mentalità dei suoi cittadini.

Evviva San Calò!
iliubo
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