venerdì 18 settembre 2015

Per studenti bocciati in discipline Gender, una scuola di recupero e sostegno

Si potrebbero programmare corsi di recupero Gender. Avvio: estate 2016. Dopo mesi e mesi in cui si parla di strane ideologie, di libri da bruciare, di pericolosi insegnamenti nelle scuole – e in cui non si è capito niente e regna sovrana la confusione più assoluta –  a qualcuno potrebbe già essere balenata in testa l’idea di fondare un istituto ad hoc per aiutare quanti avranno incontrato difficoltà nell’apprendimento o non hanno seguito per scelta le obbligatorie materie col bollino “G” o non sono stati capiti dai docenti titolari di cattedra. 

L'attività formativa, per non fare discriminazioni, potrebbe essere rivolta a tutti gli alunni di ogni ordine e grado che alla fine dell'anno scolastico 2015-2016 risulteranno non promossi e rimandati a settembre nelle specifiche materie Gender. 

Nessun pagamento in denaro dovrebbe essere dovuto. I genitori potranno liberamente pagare in natura, con baci e abbracci ai docenti. Si accetteranno pure strette di mano, pacche sulle spalle o anche sguardi di gratitudine. 

Agli iscritti verrà fornito materiale per la frequenza, da scegliere nell’apposito elenco di libri aventi il bollino Gender. Per la prima volta potrebbe essere applicato il metodo di studio “Gendering”, rispettoso di tutti i protocolli scientifici a garanzia della qualità didattica. 

Si prometterà massima serietà con la formula "soddisfatti o rimborsati". In caso di delusione, i genitori dei frequentanti verranno rimborsati con baci e abbracci ed eventualmente con strette di mano, pacche sulle spalle o ammiccamenti di gratitudine.
 
Le classi saranno aperte e a numero aperto. Lo slogan potrebbe essere: Istituto Gender, sempre tra la gende. 

Raimondo Moncada (genere maschile)

sabato 15 agosto 2015

Chi nicchi e nacchi, un libro orgogliosamente in siciliano

Chi nicchi e nacchi, il nuovo libro di Raimondo Moncada, è un controsenso. In un mercato editoriale in crisi, in un momento in cui si riduce il numero di lettori che acquistano libri in italiano, l’autore pubblica un’opera interamente in siciliano. La pubblicazione, orgogliosamente indipendente (Mia Edizioni), va controcorrente. E lo spiega nella quarta di copertina. 

La Sicilia è una terra ricca di miti e leggende. Così com’è ricca la tradizione popolare con racconti, di storie reali o di fantasia, tramandati per secoli e secoli. Per non parlare dei canti, della poesia popolare, dei giochi, delle espressioni profondamente sicule, intraducibili in altre lingue. 

Chi nicchi e nacchi raccoglie cunti, canti, liriche originali che Raimondo Moncada, nato e cresciuto in Sicilia e in siciliano, ha composto nella sua lingua madre e recitati in pubbliche rappresentazioni teatrali. Il libro include anche brani rivisitati tratti dal ricco patrimonio popolare e letterario della Sicilia. Tutto scritto in siciliano, nella lingua di Luigi Pirandello, Andrea Camilleri, Ignazio Buttitta, Nino Martoglio, Alessio Di Giovanni...  

Il titolo è emblematico. Chi nicchi e nacchi, è una espressione che significa: Ma che dici? Che c’entra? Chi ci trasi?

È una sfida. Per qualcuno anche un controsenso in un momento di crisi editoriale: pubblicare e farsi leggere in siciliano quando già è diventato complicato nell’italica lingua nazionale. Operazione incoscientemente audace. 


Il contenuto di questa pubblicazione è per lo scrittore motivo di riscatto e di orgoglio. Dà pubblica dignità ed espressione artistica all’originaria lingua dell’anima, vissuta non come povertà, ma come fiero arricchimento.



Ebook scaricabile dalle librerie on-line come AmazonBookRepublic  ...









Blog dell'autorewww.raimondomoncada.blogspot.it 









Blog del libro 
www.nicchienacchi.blogspot.it 

venerdì 17 luglio 2015

Il futuro sarà senza peli? Il dibattito arrovella l'estate

Il dilemma di ogni estate: mi depilo o non mi depilo? 
Che noia! Sempre la stessa domanda. Ma quante cose, alla fine, facciamo sempre uguali?
Le altri estati non mi sono mai depilato: mi spilo, per carattere. Non sono portato per l'azione depilatoria. Solo la barba, ogni tanto, per farmi riconoscere e apparire giovane. L'apparenza, nel nostro mondo, e soprattutto nella nostra testa, ha la sua pressante importanza. 
I peli, per loro natura (così ci è dato credere), sono superflui. Ma alle scimmie non l'ho mai detto. Né, penso, lo dirò mai. Non ho il coraggio e non trovo le parole. Lo capiranno da sole, col tempo. E anche loro, cominceranno, nella giungla equatoriale, ogni volta che sentiranno da Tarzan i primi allarmi meteo sul caldo più caldo in arrivo, a cercare qualche rasoio o ceretta a strappo (i più pazienti li rimuoveranno a uno a uno). O cominceranno ad affollare i centri estetici dove c'è la fila di uomini e donne. E così anche i peli diventeranno un problema di tutto il mondo animale. 
Ho solo una certezza: il futuro è senza peli. Lo dicono tutti gli indicatori. Perciò, superiamo ogni remora e diamoci da fare per sostenere la rivoluzione depilatoria. 

Raimondo Moncada
www.raimondomoncada.blogspot.it 

La mafia nei souvenir e nelle cartoline illustrate della Sicilia


Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) ha uno stretto legame con la Germania. In terra tedesca è ambientata una parte significativa della storia di Calogerino, il protagonista del romanzo, che si mette in testa di diventare il killer più spietato della spietata storia della mafia senza, però, essere capace di uccidere una sola mosca, una sola zanzara, un solo moscerino.È Calogerino che va satiricamente in Germania. Ora, per niente satiricamente, la Germania viene nella terra di Calogerino. A calamitare i tedeschi in terra sicula: l’arte, i monumenti, il mare, ma anche i luoghi legati a noti boss o dove sono stati ambientati celebri film e romanzi che hanno a tema la mafia. si organizzano visite guidate con tanto di pacchetto turistico organizzato.  

Chissà se nel pacchetto, a sorpresa, ci sarà anche il condominio dove si è plasmato il cervello di Calogerino? Mah! Siamo curiosi di saperlo. 



A “spararsi” la notizia del “tour mafioso” è stato il quotidiano Italia Oggi in una corrispondenza da Berlino del giornalista Roberto Giardina, siciliano di origine, che non nasconde indignazione e perplessità. “Cosa direbbero i tedeschi – si chiede – se noi organizzassimo un tour sulle tracce di Hitler”. Il titolo Italia Oggi è forte: “Tedeschi in ferie con la mafia”. L’occhiello spiega: “Reclamizzato in Germania un tour in Sicilia sui luoghi della cosiddetta onorata società”.
Si richiama l’inserto domenicale del giornale tedesco Welt che, su un'intera pagina, riporta il titolo “Reiseziel Mafia”, meta del viaggio la patria del padrino.“Mandare i turisti nel paese nel retroterra della mia Palermo, in piena estate, - ci dice Roberto Giardina – mi sembra meglio che consigliare la scontata Taormina. Comunque, si può fare l'uno e l'altro”.


Il viaggio è offerto dalla Dertour. Il titolo del pacchetto è già un programma: “Legenden und Gegenwart auf den Spuren der Cosa Nostra”, leggende e presente, o realtà, sulle tracce di Cosa Nostra. Otto giorni in bus per scoprire la Sicilia in un mix “esplosivo” che prevede arte, mare, sole, montagna, escursioni programmate in luoghi legati alla mafia, ma anche in quelle realtà che alla mafia si oppongono (lo stesso Welt evidenzia i “luoghi di resistenza”).

Non manca, nel pacchetto, una capatina nei suggestivi paesaggi del film del commissario Montalbano, personaggio uscito dalla fantasia del sicilianissimo Andrea Camilleri. Così come non manca l’escursione nei luoghi del celebre film “Il padrino” da cui ha preso le mosse lo stesso romanzo “Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca)”.

Tappe obbligate: le perle siciliane pregne di storia, di civiltà, di suggestioni, di sicilianità (quella bella, positiva), di azzurro mare, di oro tufaceo dei templi greci: Taormina, Siracusa, Monreale, Mondello, Palermo, Selinunte, Erice, Marsala e la Valle dei Templi di Agrigento meraviglia dell’umanità luogo natio di Calogerino.



Il turismo muove l’economia turistica (trasporti, benzina, alberghi, ristorazione, pub, discoteche, stabilimenti balneari…) E anche il commercio dei souvenir. Con il boom delle presenze turistiche, aumenta inevitabilmente la richiesta di oggetti e indumenti caratteristici, folcloristici, che di ritorno a casa ti ricordano la vacanza o il pellegrinaggio in un luogo sacro. 

Ce ne sono di particolari in distribuzione nei negozi di souvenir aperti nei siti turistici: magliette o cartoline con il Padrino raffigurato da Marlon Brando; sculture, spilline, magneti, apribottiglie, tazze per il latte, che ritraggono personaggi con i baffoni e la lupara a tracolla. Ma anche donne con un vassoi di arancine in una mano e nell’altra un mitra.Dove c'è la domanda c'è anche l'offerta e dove c'è l'offerta si acquista pure. E' legge di mercato. 

La richiesta potrebbe portare a una rivoluzione anche nei nomi. Potremmo ritrovare presto anche in Sicilia (all’estero sono una realtà, suscitando indignate condanne) trattorie o negozi con insegne o pietanze che hanno un riferimento preciso alla mafia. E, di questo passo, potremmo vedere anche altro (come veder spuntare a sorpresa, dietro un muretto di nude pietre o dietro una spinosa pala di ficodindia, attori nei panni dei mafiosi o mafiosi in carne e ossa nei panni degli attori senza però lupare o baffoni). Pregiudizi negativi, radicati, internazionali, che identificano e mettono in ombra l’isola del sole

Concludiamo, a tal proposito, citando un brano tratto dal romanzo Mafia Ridens

“Puoi esserti diplomato all’università della Legalità con il massimo dei voti, la lode e il bacio in bocca con la lingua. Non c’è nulla da fare: il siciliano, per il solo fatto di essere nato in Sicilia, è mafioso e basta. La mente umana, per pigrizia, tende a generalizzare. I siciliani sono così tutti mafiosi come gli africani sono tutti venditori di accendini e le olandesi sono tutte bone e te la danno con faci­lità”.      

Tratto dal blog www.mafiaridens.blogspot.it 



P.S. Le foto sono state scattate in Sicilia, in negozi di souvenir 



LINK UTILI      

Ecco la pagina della DerTour che pubblicizza il pacchetto Sicilia LINK

Ecco l’articolo di Roberto Giardina su Italia Oggi LINK

Ecco il servizio uscito sul giornale tedesco Die Welt LINK    

lunedì 13 luglio 2015

Estate, l'acqua da bere per difendersi dai bollini rossi

È estate e siamo a luglio. Ogni giorno leggo e sento allarmi meteo che si accompagnano a immancabili bollini rossi. In radio ne ho sentito uno che è sembrato un bollettino di guerra: "Le regioni più colpite dal caldo sono..."
E giù l'elenco delle zone sfortunate. 
Le regioni più colpite dalla
stagione estiva? 
Tutta colpa del solito caldo ciclone e anticiclone che ogni anno, da sempre, in estate, arriva dall'Africa. Non sui barconi. No. Ma cavalcando i venti che si spostano con una gran massa d'aria clandestina ed extracomunitaria che attraversa senza controlli e i necessari blocchi navali il Mar Mediterraneo. 
Ogni giorno interventi in ogni Tg, in ogni radio giornale. Spostandomi in macchina, ascolto con apprensione. Le notizie sui terroristi islamisti, sulla Grecia, vengono quasi oscurate dalla paura del caldo. Dopo gli allarmi, ci dicono di non preoccuparci. C'è il massimo dell'attenzione: 
"È mobilitata la protezione civile".
Agli esperti si chiedono consigli su consigli per superare indenni l'insolita estate (potrebbe fare però un po' di freddo siberiano). 
"Proteggetevi all'ombra, con i berretti, bagnatevi però la testa, la fronte, le orecchie, il naso, la gola, con acqua fredda, non calda. Se è calda, riscaldatela prima. Per purificarla. E poi raffreddatela in frigo".
Tutto qui? 
"Entrate nei negozi, ma non per fare acquisti. Solo per godere gratuitamente, senza sconti, della refrigerante aria condizionata. Fate finta di essere interessati agli acquisti così nessuno vi guarderà male. E poi, se siete fuori,  passeggiate sotto viali alberati. Ma solo se siete costretti. Se potete, non uscite di casa e accendete i ventilatori, fate buon uso dei ventagli, soffiatevi, spogliatevi, depilatevi... E bevete, bevete tanto. No alcol per dimenticare il caldo. Ma acqua, tanta buon'acqua naturale. Va pure bene quella del rubinetto. Deve essere però potabile". 

Raimondo Moncada 

mercoledì 24 giugno 2015

Cose da pazzi! Sfida al "Letterando in fest": dare un senso al non senso di Campanile

La sfida è lanciata: dare un senso al non senso all’umorismo sensatamente e insensato di quel geniaccio di Achille Campanile. La sesta edizione del Letterando in Fest di Sciacca ospita l’attesissimo incontro-reading con Raimondo Moncada, Lucia Alessi, Ivana Dimino e Salvatore Monte. Anche se non ha senso, lo ha fortissimamente voluto il direttore artistico Sino Caracappa.  
L’appuntamento è per sabato, 27 giugno 2015, alle ore 21, alla Badia Grande di Sciascca, nel palcoscenico del cortile Orquidea. Per i biglietti inesistenti, a ingresso libero e gratuito, si segnalano file da giorni che arrivano a mare.  

Si fa il bis, dunque, dopo la presentazione alla rassegna “Un tè con…” alla biblioteca comunale, a grandissima richiesta popolare (Sino Caracappa, a nome e per conto del mondo dell’editoria e del popolo siciliano). Presente sabato alla badia Grande sempre la stessa grande squadra di allora, odorosa ancora di tè, che ha assicurato la propria presenza in massa (“se non dovessimo esser presenti, l’incontro-reading non salterà: si farà comunque, da solo, autonomamente”).  


Così viene presentato l’appuntamento nel catalogo ufficiale del Letterando a sua volta presentato ufficialmente oggi in una enoteca cittadina sotto l’influsso ubriacante di buon vino locale:

L’opera, l’arte, la vita, le bizzarrie di uno dei più grandi umoristi del Novecento.
Tra narrazione e letture di brani significativi di Campanile, per apprezzare l’acume, l’intelligenza, la sensibilità, di uno scrittore che riusciva a far ridere o sorridere con un gioco di parole.
Narratore, drammaturgo, sceneggiatore, giornalista, scrisse romanzi, racconti, opere teatrali, libri di successo come “Tragedie in due battute”, “Manuale di conversazione”, “L’acqua minerale”, “Centocinquanta la gallina canta”.  

Cose da pazzi! Ma nella vita a volte e troppo spesso raramente conviene scatenare la valvola della pazzia, altrimenti si impazzisce.

iliubo 

foto tratte da internet 




venerdì 19 giugno 2015

Cento volte “Non è vero niente”, ma nessuno arriverà mai alla fine

Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente. Non è vero niente.

Cento volte! Esatte. Potete contarle. Ma nessuno ci perderà il proprio tempo e arriverà mai a questa fine, chiedendosi se ci sia pure un nesso tra la foto e le affermazioni. Secondo questo blog, pare pare pare non ci sia alcun collegamento voluto tra immagine e testo, ma questo non vuol dire niente. 
Non si esclude in alcun modo un altrettanto niente perché ognuno la pensa come vuole e chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. E chi la vuole semplicemente senza chiedere niente, senza chiedersi se è vero o non è vero. A proposito... il soggetto della foto è una donna vera o un manichino non vero?     


iliubo 

venerdì 12 giugno 2015

Che ci fanno due Raimondo Moncada a Caltabellotta? Senza pace il Dedalo Festival

Raimondo Moncada nel paese natale di Raimondo Moncada. Sì, proprio così. Ma chiariamo subito. Il secondo Raimondo Moncada, detto anche Guglielmo, è il nobile che ha ispirato il romanzo di Andrea Camilleri “Inseguendo un’ombra”, edito da Sellerio, e il libro di Angela Scandaliato e Licia Cardillo Di Prima "Flavio Mitridate. I tre volti del cabbalista" pubblicato da Dario Flaccovio editore. Il primo Raimondo Moncada, detto anche Raimondo, è l’autore del romanzo “Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) edito sempre da Dario Flaccovio editore.

Cosa hanno, dunque, in comune i due Raimondo Moncada? si chiederà il paziente lettore riuscito ad arrivare a questo punto del testo. 

Una domanda lecita come lecito dovrebbe essere l’istituzione di un’apposita commissione di studio per dare una risposta alla lecita domanda. In attesa di ogni lecito esito, possiamo solo dire, adesso e con certezza, che il primo Raimondo Moncada è stato testé invitato a partecipare alla prossima edizione del Dedalo Festival di Caltabellotta, l'originale e oramai affermata e apprezzata rassegna di arti libere ideata e diretta dall'eclettico e bravissimo musicista Ezio Noto. 


Raimondo Moncada, parliamo ancora del primo, pur avendo nel suo curriculum esperienze musicali, non è stato invitato per le sue doti canore e sonore (fin da piccolo ha imparato a fischiare e a fare le pernacchie, cosa non così alla portata di tutti). Raimondo Moncada il Primo è stato invitato a presentare il suo libro, “Mafia Ridens” a una iniziativa collaterale, ma sempre collegata alla manifestazione principale. Per capirci, la notizia l’ha lanciata la pagina ufficiale di Facebook dell’organizzazione, con la pubblicazione della copertina del libro di Moncada e la comunicazione: “Dove il buon giorno si sente dal mattino” una montagna di libri al Dedalo Festival 2015 – 31 luglio e 1 agosto – Dedalo Festival Caltabellotta

Felice il Moncada, il primo Moncada, che ha postato su Facebook la propria soddisfazione: “Al Dedalo Festival, tra cultura, cultori, culturisti, musica doc e sunati dark
Chissà se verranno i parenti del Moncada, parlo del secondo Moncada, l’avo nato intorno al 1450 proprio a Caltabellotta? Perché il primo Moncada è nato ad Agrigento. Sia chiaro. Lo sapremo alla Montagna di Libri. E se i parenti dell'avo non andranno alla Montagna, sarà la Montagna ad andare dai parenti bussando alle porte di ogni Moncada

Insomma, si è capito, sarà un Dedalo Festival senza pace, molto movimentato, una edizione che già si annuncia straordinaria, ricca di eventi e di personaggi. Si sentirà tutto il mistero, la storia e il profumo di Sicilia. Saremo tutti a Caltabellotta ad abbeverarci alla fonte dell'arte, e a fare pace con noi stessi. 

iliubo 



mercoledì 10 giugno 2015

Facebook e le malattie social

Sfogatoio? Confessionale? Realtà appannata? La soluzione di tutti i problemi del mondo? Cosa è Facebook? Fa venire malattie incurabili e contagiose? 
Me lo sono chiesto ieri, non oggi. E ieri stesso, non oggi, mi sono dato alcune risposte, cercando di avvicinarmi alla definizione più appropriata riflettendo sui miei primi anni vissuti social.
Vediamo.  

Facebook non è la realtà, intendo la realtà che vivi con i cinque sensi (ovvio, ma non così tanto ovvio). Non è neanche lo specchio della realtà o una sua pura deformazione. Non è solo un luogo virtuale (troppo semplicistico definirlo virtuale perché in tanti ci sono dentro anche fisicamente, dalla testa ai piedi). Non è un luogo solo socievole, dove con socievolezza socializzi con tutti gli amici che la pensano o non la pensano come te. Non è solo una piazza né la sala contenuta di un bar. Non è una semplice dimensione, perché di dimensioni ne ha diverse estendendosi in tutti i continenti della terra e anche in quelle spaziali.  

Facebook non è solo uno spazio pubblico o uno spazio privato. Non è neanche un eremo. Non è un antro solitario, ma puoi decidere di starci da solo non accettando alcuna amicizia nemmeno quella del tuo migliore amico (ti limiti a guardare, a leggere, a fare da spettatore attivo). Non è luogo di esclusivo anonimato perché comunque, anche sotto copertura, una identità te la dai e a quella devi rispondere: se sei un maschio e ti presenti come una utente femmina devi comportanti come femmina in pensieri, parole, opere e omissioni (attenzione alle crisi di identità, a lungo andare si rischia di diventare quello che si afferma di essere). 

Facebook non è solo luogo di battaglia: in tanti ci fanno la guerra o terrorismo, ma in tanti coltivano sincere amicizie, compongono poesie e frasi a effetto, danno origine a illuminanti riflessioni. Non è neanche una tribuna politica anche se in molti ormai ci fanno politica. Non è una centrale operativa o un centro di potere o di comando anche se siamo facilmente controllabili. Non è un luogo di libertà dove ognuno è libero di fare e di dire tutto ciò che vuole anche con post offensivi, denigratori, calunniosi, diffamatori (qualcuno parla pure di dipendenza patologica, una malattia contagiosa da curare).Non è neanche un'aula di tribunale anche se si usa per celebrare processi senz'appello.   

Facebook non è la vita, anche se in tanti stanno tutto il giorno connessi con i cellulari in mano, sempre accesi, in attesa della sonora notifica, dell'agognato “mi piace” o del commento ricercato, riponendo fiducia cieca nella scienza che dice che il cellulare non fa male o, più precisamente, non ci sono prove che dimostrino con innegabile oggettività, che faccia male. 

Facebook non è il surrogato di un buon libro. Non è il sostituto di giornali o di telegiornali (girano in rete tante incontrollate bufale create ad arte e, nella disattenzione o overdose di contenuti, credute vere notizie). Non è un’enciclopedia né un dispensatore di risposte o soluzioni indiscutibili. Non è solo uno sfogatoio, un confessionale o un contattatoio o un mezzo di comunicazione. 
 
Nella sua variegata complessità, penso che Facebook si avvicini molto a una sorta di luogo di rappresentazioni. Ognuno di noi si rappresenta come vuole (anche diversamente da com'è nella vita reale perché il mezzo ti aiuta e dunque: primattore, eroe, scienziato, salvatore della patria... oppure ombra, fantasma ecc.). E ognuno di noi rappresenta la sua realtà come crede, credendo o facendo finta di credere che sia la realtà vera, la direzione vera, la verità vera. Io mi sento spesso Goldrake. 

Raimondo Moncada 

giovedì 21 maggio 2015

Il guru e le palle del guru

Un guru è un guru. Lo segui in quanto guru. Ci credi a occhi chiusi, perché quello che dice il guru è vebbo.  Anche se dice che una palla è un cubo che rimbalza, tu no hai dubbi: "Lo ha detto il guru, è così: è il vebbo"
Tutto diventa a forma di cubo. I tuoi occhi vedono solo cubi. 
E lo difendi, perché è giusto che il discepolo difenda il proprio guru: "Lo ha detto il guru, è così: è il vebbo"

Se cominci ad avere dubbi sul guru, è finita. La obba fede si incrina. Viene meno il rapporto di fiducia. Conviene cambiarlo, trovare subito un altro guru, un guru in grado di dare le risposte che cecchi

Lo trovi, finalmente. E lo segui nel suo bel credo. Il neo guru afferma, però, che la palla è una piramide che rimbalza. Si alza da terra piramidalmente e rimbalza sotto i tuoi esterrefatti bulbi oculari. Sbalorditivo! 

Il precedente guru si è sbagliato: la palla non è un cubo. 

Ci credi. È il tuo nuovo guru. E lo difendi. Difendi il nuovo vebbo e le palle piramidali. Anzi tu stesso, obbo di guruna fede, cecchi di convincere altri che le palle non hanno nessuna parentela con i cubi e neanche con le sfere ("si sono mai viste palle cubiche o sferetriche?"). 

Si possono rompere, questo sì. Lo accetti. Tutto si rompe, anche le palle. È nella loro natura. Ma quelle del tuo nuovo guru sono indistruttibili e accarezzano la terra oltre all'intiero spirito del tuo essere. 

Raimondo Moncada

mercoledì 20 maggio 2015

"Mafia Ridens" al Salone del Libro di Torino, "uno dei titoli più belli" partoriti da Dario Flaccovio Editore


"Uno dei titoli più belli che abbia mai partorito è qui al Salone del Libro con me: Mafia RidensE la gente lo prende, lo legge e ghigna e poi lo compra!
Basta questo post dell'editore, Enrico Flaccovio, con un tag all'autore, Raimondo Moncada, a scatenare i "mi piace" su Facebook
E l'autore, colto di sorpresa dall'inaspettato messaggio e da cotanta condivisione di gioia, a rispondere all'astag di accompagnamento dell'editore che ne ha curato in ogni minuto dettaglio le varie fasi della pubblicazione: #satisfescion
A corredare il post, una foto scattata dallo stesso Enrico Flaccovio dove ci sono altre immagini come la seguente. 


"Mafia Ridens al Salone del Libro di Torino, edizione 2015 - risponde Raimondo Moncada -. L'ennesima dimostrazione che è internazionale. La Sicilia che sa anche prendersi in giro con amarissima autoironia. Sempre vivi ed eterni. Grazie a Dario Flaccovio Editore"
Ed è davvero una grande soddisfazione essere presenti a questa manifestazione, che ospita il meglio dell'editoria italiana e internazionale. 
"Prendo il primo carretto siciliano e vengo, Enrico -  annuncia al mondo l'autore sul proprio profilo Facebook -. Perderò un po' di tempo sulla Palermo-Catania. Ma arriverò al Salone del Libro di Torino. Prima o poi"
Moncada non si limita a questa interazione. Leggiamo altre risposte a chi si complimenta
"Grazie, amici. Stiamo sbancando il Salone del Libro di Torino. Ora cominciamo a dare seriamente fastidio ai grandi"
Enrico Flaccovio aggiunge una piacevole e sentita chiosa a conclusione del suo intervento da Torino: "Grazie a te, Raimondo. Lavorare al libro è stato uno spasso". 

Tratto dal sito www.mafiaridens.blogspot.it 

lunedì 11 maggio 2015

"Una strada lunga", Malgrado Tutto festeggia i 35 anni della testata con i vincitori del concorso

Per il secondo anno consecutivo Gioacchino Lonobile si aggiudica il concorso “Il tuo racconto per Malgrado tutto”. Sul podio Eva Di Betta e Daniela Cavone (secondi, ex aequo) e Raimondo Moncada (terzo). 
A scegliere i finalisti una giuria composta dagli scrittori Gaetano Savatteri (presidente) e Carmelo Sardo, dal critico letterario Salvatore Ferlita, dai giornalisti Giancarlo Macaluso e Gero Miccichè, dalla docente di lettere Agata Gueli, dalla redazione di Malgrado tutto e dal segretario del premio Paolo Terrana. La cerimonia di premiazione si è svolta ieri sera a Casa Sanfilippo, sede del Parco Archeologico che ha ospitato l’evento, con allo sfondo lo scenario della Valle dei Templi e una grande presenza di pubblico.
Gioacchino Lonobile è stato premiato per il racconto “Il barone La Lomia. Aspettando gli sciacalli”; Eva Di Betta per “Burattini d’erba”; Daniela Cavone per "Profumo di limoni e di lavanda"; Raimondo Moncada per “La torta la vuole come dice lei”.   
Il tema scelto per questa seconda edizione de “Il tuo racconto per Malgrado Tutto 2015” è stato “la strada lunga”, ispirato al titolo del libro dello scrittore Giuseppe Bonaviri Il sarto della stradalunga. I tre racconti sono stati pubblicati in un volume, curato da Gigi Restivo, assieme ad altri ritenuti meritevoli di menzione o di segnalazione.
Questo l’elenco degli autori che hanno partecipato al concorso, così come riportato nel sito del giornale: Maurizio Alferi, Brigida Bellomo, Daniela Cavone, Eva Di Betta, Antonio Fragapane, Viviana Giglia, Salvatore Indelicato, Giusy Infantino, Nadia Levato, Gioacchino Lonobile, Angela Mancuso, Donatella Marinello, Emilia Merenda, Raimondo Moncada, Graziella Pecoraro, Ester Rizzo Licata, Amedeo Rubino, Roberto Salvo, Valeria Salvo.
La cerimonia di premiazione del concorso è stata inserita all’interno di una manifestazione durante la quale la testata Malgrado Tutto, diretta da Egidio Terrana, ha festeggiato i suoi trentacinque anni di vita e un milione di visualizzazioni in un anno al sito internet. 
La serata è stata condotta da Valeria Iannuzzo, con interventi artistici di Nenè Sciortino, Luigi Amico, i Dioscuri e Lia Rocco.
La manifestazione si è aperta con una conversazione di Gaetano Savatteri con lo chef Pino Cuttaia, eccellenza siciliana, che ha presentato il suo libro di ricordi, ricette, immagini e sapori Per le scale di Sicilia. 
Contributi video dei giornalisti Carmelo Sardo e Luigi Galluzzo, del leader dei Tinturia Lello Analfino. 
Giancarlo Macaluso e Gaetano Savatteri hanno ricordato i 35 anni della storia del giornale, una lunga storia di informazione e cultura, nata a Racalmuto. Presenti a Casa Sanfilippo tanti collaboratori del giornale, tutti attorno al direttore Egidio Terrana che ha voluto ringraziare quanti hanno contribuito negli anni all’affermazione della testata.

Chiusura affidata al giornalista Felice Cavallaro che ha lanciato un appello a valorizzare al massimo le nostre risorse d’arte e di cultura.

iliubo  
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